DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Paola Zanca per "Il Fatto Quotidiano"
La sentenza capitale sul ddl Cirinnà così come lo conosciamo, l' ha anticipata la stessa Monica Cirinnà alla metà dell' ottobre scorso: "Cercheremo i voti, i voti non puzzano". In poche parole, la senatrice Pd, era riuscita a condensare il misto di fastidio e preoccupazione che covava nelle retrovie.
Parlava a ragione, perché il percorso della legge sulle unioni civili era già stato piuttosto accidentato nella sua vita precedente, quella in commissione Giustizia: i primi emendamenti erano passati solo grazie al voto congiunto di Pd e Cinque Stelle.
liu29 monica cirinna esterino montino
Poi, arrivati al nodo delle adozioni, il pantano fu lo stesso dei giorni nostri: i senatori del centrodestra rovesciarono una valanga di emendamenti ma, ieri come oggi, furono soprattutto i mal di pancia dei cattolici democratici a far decidere per l' extrema ratio: ddl dritto in Aula, il voto in commissione non si fa. La scelta, dice la prassi parlamentare, equivale a buttare un agnello tra i lupi. Senza un relatore, senza un testo approvato: quel disegno di legge si avviava così verso un destino annunciato.
Il Pd aveva promesso l' approvazione definitiva della legge entro l' estate 2015. Era uno dei punti del programma con cui Matteo Renzi si è presentato alle primarie del partito. Nel frattempo, però, è arrivato a Palazzo Chigi e spartisce i ministri con Ncd. Così, nel pieno del caos sull' Italicum, a febbraio di un anno fa Monica Cirinnà si era consultata sul nuovo corso con il ministro Maria Elena Boschi in un angolo del Transatlantico: "Sulle unioni civili che faccio? Vado avanti come da crono-programma?".
Replica immediata: "Aspetta un attimo, non partire a razzo". Sappiamo che da allora, il patto con l' alleato Alfano ha continuato a stringersi, ben oltre i rapporti di forza naturali (la proporzione dice che Ncd ha 1 posto di governo ogni 4 parlamentari). Ma torniamo ai mal di pancia, quelli interni al Pd.
Il copione dei giorni nostri era già scritto. Un anno fa Stefano Lepri diceva le stesse cose di oggi, Giorgio Pagliari pure, Rosa Di Giorgi idem. Ma che i cattodem siano un istituto residuale delle cronache parlamentari lo ha scritto ieri su l' Unità, Mario Lavia, non certo un sovversivo grillino: "duri, renziani e a sinistra", dice, e stila un elenco di 22 senatori "perplessi". Taluni insospettabili, visto che tra loro c' è anche Anna Finocchiaro.
Così, nella sentenza capitale sulle unioni civili di cui sopra, che il ruolo del boia venga interpretato dai soli Cinque Stelle risulta quanto meno sospetto. Un confronto preciso sul canguro, spiega lo stesso "ambasciatore" grillino Alberto Airola non c' è mai stato e negli sms con il Pd si sarebbero discussi "diversi scenari". Uno, certo, contemplava la caterva di emendamenti leghisti che avrebbero impedito ogni discussione: ma oggi, al Senato, le richieste di modifica lorde (alcune potrebbero essere inammissibili) sono 1200: 550 della Lega, 67 del Pd, 260 di Forza Italia, 260 di Area Popolare, 164 di Gal, 0 dei Cinque Stelle.
Quanto tempo richiedano, dipende tutto dall' intesa tra i capigruppo e dalla volontà di contenere i tempi della discussione e ridurre le sospensioni dei lavori. Ma nel Pd è una strada che praticamente nessuno contempla: "Sarebbe un gioco d' azzardo che metterebbe a rischio l' intera legge", dice il Pd Daniele Viotti, che pure - straordinario - tre giorni fa aveva capitolato: "I cattodem hanno rotto il cazzo". Altrove, nel Pd, è quasi impossibile trovare una presa d' atto sui compagni di banco che remano contro. Ora i Giovani Turchi, capitanati dal ministro Andrea Orlando dicono che togliere la stepchild è una scelta "contro l' unità del Pd".
pierluigi bersani silvia velo roberto speranza
L' ex capogruppo Roberto Speranza si augura che Renzi, sulle unioni civili, dimostri "la stessa determinazione avuta su legge elettorale e Jobs Act". All' epoca, di fronte alle rimostranze della furibonda minoranza Pd, fece spallucce. Andò avanti a colpi di fiducia e di canguri (che votò anche Alfano). Renzi ha detto che il 2016 sarà l' anno dei diritti. Dobbiamo ancora capire di chi.
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - DOPO LE VIOLENTE POLEMICHE PER LA PUNTATA SU BERLUSCONI-DELL’UTRI-MAFIA, DOMENICA…
DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
LE CENERI DI HOLLYWOOD - VINCENZO SUSCA: “DOPO L'OMICIDIO DELLA REALTÀ PER MANO DELLE COMUNICAZIONI…
DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL…
"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……