I DANNI DELLA FINI-GIOVANARDI - FABRIZIO CINQUINI, MEDICO CHE CURAVA LA SUA EPATITE C CON LA CANNABIS, È STATO CONDANNATO A 6 ANNI, HA PERSO I DIRITTI CIVILI E HA SPESO 100 MILA EURO IN AVVOCATI

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Raphael Zanotti per ‘La Stampa'

«Oggi è stata una giornata fantastica. Mi hanno chiamato tutti gli amici, chiedendomi di andare a trovarli, di lasciare Forte dei Marmi. Ma io non so ancora se posso uscire dal paese, devo chiedere ai miei avvocati. Ma oggi è comunque una giornata fantastica».
Fabrizio Cinquini è un medico. Un chirurgo cardiovascolare, per l'esattezza. Ha 51 anni e da otto vive tra denunce e condanne a causa della Fini Giovanardi, la legge dichiarata incostituzionale dalla Consulta.

Cinquini è infatti un consumatore di cannabis reo confesso. Usa i cannabinoidi per scopi terapeutici. Nel 1998, mentre stava effettuando un servizio di emergenza su un'ambulanza in Versilia, Cinquini ha contratto l'epatite C. «Subito dopo - racconta Cinquini - mi hanno sottoposto a due anni di chemioterapia. Due anni faticosissimi, con le cure che non curavano, in fase catabolica davvero difficile».

È in quel momento che Cinquini tenta un'altra strada: una cura a base di trattamenti con papaia, aloe e semi di canapa. Cinquini, che è medico, conosce le proprietà terapeutiche della canapa per averla già testata, in precedenza, su alcuni pazienti. Ha un approccio scientifico al problema. Studia i semi, entra in contatto con produttori europei e americani, costituisce una società per innesti più efficaci. E intanto si cura, con efficacia. Fino a quando non arriva la Fini Giovanardi, e per lui comincia il calvario.

«Tutti sapevano della mia società, delle mie coltivazioni, dei miei studi» racconta Cinquini. Ma la legge è fiscalissima: droghe leggere uguali a droghe pesanti. E Cinquini finisce davanti ai tribunali. Subisce 5 condanne, l'ultima delle quali il 19 dicembre scorso a sei anni. Si fa 5 mesi di carcere tra Lucca e Massa Carrara. E per un certo periodo finisce anche al manicomio criminale.

«Mi mandarono perché ero in sciopero della fame per le pietose condizioni in cui erano lasciati i detenuti di Lucca - racconta - Non c'erano palestra, attività, condizioni igienico sanitarie decenti. Con lo sciopero avevo perso 8 chili in 16 giorni, ma poco dopo di mandarono a Massa».

Oggi Cinquini ha ancora una condanna pesante per cui ha l'obbligo di dimora a Forte dei Marmi. Ha perso i suoi diritti civili, non può votare e non può essere votato. Ha l'interdizione dai pubblici uffici. «In questi anni - racconta - tra avvocati, perizie, viaggi, sequestri e dissequestri ho speso circa 100.000 euro. E soprattutto ho speso gran parte del tempo a difendermi dall'accusa di essere un criminale».

Cinquini, nei giorni scorsi, ha lanciato una raccolta di firme sulla nota piattaforma Change.org per far dichiarare incostituzionale la Fini Giovanardi. In poco tempo ha raccolto 45.000 firme. Ieri, dopo la decisione della Consulta, ha lanciato una nuova campagna: chiede a Fini, Giovanardi e Ciampi (il presidente della Repubblica che firmò la legge) di chiedere pubblicamente scusa per le condizioni in cui hanno gettato migliaia di italiani con una legge incostituzionale. «Ma oggi - dice Cinquini - è una giornata fantastica».

 

 

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