STRAGE DI BOSTON - LA CATTURA HI-TECH DEL TERRORISTA FERITO

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Maurizio Molinari per La Stampa

Un software fotografico, l'uso del web, un lettore termico e l'abilità di un agente veterano sono le armi con cui l'Fbi in meno di cinque giorni ha risolto il caso dell'attentato alla maratona, giovandosi anche della collaborazione di media e gente comune.

Il software è quello usato dall'«Operational Technologies Division» per esaminare centinaia di video e immagini, comparandoli in tempo reale. Ha consentito, subito dopo l'attentato, di individuare i volti dei due sospetti grazie alla sovrapposizione fra i video girati dalle telecamere di «Lord & Taylor» e le immagini fornite da tv e cittadini.

A quel punto però si è verificato un corto circuito perché non è stato possibile attivare la banca dati in cui l'Fbi conserva oltre 12 milioni di foto perché l'avveniristico sistema «Next Generation Identification» - già costato oltre 1 miliardo di dollari - opera al momento solo in Michigan, Hawaii, Maryland e Oregon, peraltro con alcune limitazioni tecniche.

L'Fbi non ha potuto così verificare se i volti dei due sospetti corrispondevano a immagini di individui che già possedeva e di conseguenza, dopo un'esitazione di 24 ore, ha scelto di renderli pubblici, chiedendo aiuto alla popolazione.

A questo punto è entrato in funzione il web, adoperato - come i numeri verde - per raccogliere informazioni. I terroristi, sentitisi braccati, hanno commesso l'errore di darsi alla fuga rubando un'auto e ingaggiando un violento conflitto con la polizia a Watertown, dove Tamerlan Tsarnaev è morto.

In questa cittadina a 12 chilometri da Boston il web è stato adoperato dalla polizia per comunicare, via twitter, con i residenti e i media: ordinando ai primi di barricarsi in casa e spegnere i cellulari per evitare di attivare possibili bombe - e chiedendo ai secondi di non dire in diretta quali case venivano perquisite per evitare di allertare Dzhokhar Tsarnaev, il terrorista sopravvissuto.

La ricerca di Dzhokhar ha avuto una svolta quando il proprietario della casa al civico 67 di Franklin Street ha chiamato gli agenti affermando di aver trovato tracce di sangue nei pressi della barca tenuta sul retro. La task force Fbi-polizia ha deciso a questo punto di affidarsi ad un elicottero con il «Forward Looking Infrared Device» ovvero un lettore termico da alta quota.

Sono stati i raggi infrarossi, puntati sulla barca coperta, a confermare che dentro c'era un essere umano, rilevando anche una difficoltà di respirazione attribuita alle ferite. Poco dopo il tramonto di venerdì l'Fbi sapeva dunque dove era il terrorista mancante, senza mai essersi avvicinata a lui.

L'ultimo problema si è rivelato il più difficile perché il ceceno era ferito e si temeva potesse morire dissanguato mentre gli ordini ricevuti erano di prenderlo vivo, al fine di poter fare piena luce sull'attacco alla maratona.

La missione è stata affidata a un veterano della base di Quantico, in Virginia, il cui nome è destinato a rimanere top secret, membro dell'«Hostage Rescue Team» ovvero dell'unità che salva gli ostaggi negoziando con sequestratori. All'inizio ha fatto sfogare il terrorista: ha esploso alcuni colpi ai quali il ceceno ha risposto sparando a volontà. Poi il veterano ha iniziato a parlare con lui. Le uniche frasi risuonate a distanza sono state «sappiamo che sei lì, arrenditi come vuoi, esci con le mani alzate».

Ma in realtà si tratta solo della fine di un dialogo prolungato che ha convinto il terrorista a gettare l'arma e uscire con le sue gambe dalla barca. Consegnando alla task force di Boston un successo destinato a fare scuola nella gestione delle emergenze dovute ai «lupi solitari».

 

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