DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Francesco Bonazzi per “la Verità”
Meno gloria, ma più soldi e più potere. Tradotto, meglio una bella authority, un arbitrato miliardario o un incarico commissariale, di tanti posti magari più in vista, ma meno remunerati, o dove non si entra nei «giri giusti» delle grandi aziende pubbliche o private.
Luca Lanzalone, l' avvocato vicino ai 5 stelle arrestato all' inizio dell' estate per lo scandalo Parnasi-stadio della Roma, lo teorizzava con i suoi colleghi di studio, intercettato dai carabinieri. Ma non è certo l' unico a pensarla così. Anzi.
INCROCI PERICOLOSI
Per dire, Mario Nava, costretto a lasciare la presidenza della Consob più che per spoil system, per aver voluto preservare la tassazione al 7% da dipendente Ue, abbandona il pallino in partite delicate come lo scontro tra Silvio Berlusconi e Vincent Bolloré in Mediaset, la faida tra la Vivendi dello stesso Bolloré e il fondo Elliott in Telecom Italia, il duello all' ultima delega per il controllo di Carige tra Vittorio Malacalza e il duo Raffaele Mincione-Gabriele Volpi (con Giampiero Fiorani sullo sfondo).
E mentre l' interim tocca ad Anna Genovese, ecco che Luigi Di Maio e Beppe Grillo hanno già prenotato la poltrona di presidente della Consob per Marcello Minenna, economista che firma sul Financial Times ed ex dirigente della Commissione di controllo sulla Borsa, dove ha combattuto duramente la gestione di Giuseppe Vegas, tentando invano di far adottare quegli scenari probabilistici che avrebbero limitare assai il bagno di sangue dei derivati.
USATO SICURO
La Lega promuoverebbe volentieri un commissario Consob attuale, Giuseppe Maria Berruti, che sul petto si è appuntato la medaglia di una scarsa collaborazione con la meteora Nava. Ma se vuole portare a casa l' Antitrust, deve cedere il passo all' alleato grillino.
E appunto al posto di Giovanni Pitruzzella, che a ottobre vola con qualche settimana d' anticipo a Strasburgo come giudice, sembra ormai sicuro che andrà un giurista vicino al Carroccio, visto che Salvini dispone di vari avvocati tenuti come carte coperte.
Per Consob, va detto, gira ancora il nome del procuratore capo di Milano, Francesco Greco, che già ai tempi di Giulio Tremonti ministro del Tesoro aveva sfiorato l' ambita poltrona, e poi quello dell' ex Bankitalia Paolo Ciocca, che però nel curriculum non ha la conoscenza del mercato.
Nel 2011, Silvio Berlusconi e Gianni Letta bloccarono Greco sostenendo che un pm in quel posto avrebbe mandato un brutto segnale ai mercati, e agli operatori stranieri, del tipo: «Qui siamo tutti ladri».
Anche se questo governo ha messo un generale della Finanza alla guida dell' Agenzia delle entrate, Antonino Maggiore, sembra che la scelta di un magistrato alla Consob sia ritenuta tuttora un po' troppo severa.
Di sicuro, visto che Antitrust, Consob e AgCom sono nomine che vanno a toccare Mediaset, se Berlusconi darà il via libera alla Lega per Marcello Foa come presidente Rai, non potrà essere poi ripagato da Matteo Salvini con nomine ostili alle authority.
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA…
FLASH – IL GOVERNO VUOLE IMPUGNARE LA LEGGE REGIONALE DELLA CAMPANIA CHE PERMETTE IL TERZO MANDATO…
FLASH – IERI A FORTE BRASCHI, SEDE DELL’AISE, LA TRADIZIONALE BICCHIERATA PRE-NATALIZIA È SERVITA…
DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…