DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI –…
Sono soprattutto gli stranieri a chiedere aiuto ai Centri di ascolto della Caritas ma, per la prima volta, al Sud la percentuale degli italiani ha superato di gran lunga quella degli immigrati. È una delle novità del Rapporto 2016 della Caritas sulla povertà, elaborato sui dati del 2015. Se a livello nazionale il peso degli stranieri continua a essere maggioritario (57,2%), nel Mezzogiorno gli italiani hanno fatto il 'sorpasso' e sono al 66,6%. I centri Caritas sono 1.649, dislocati su 173 diocesi.
Parità di genere. Rispetto al genere, il nuovo dossier della Caritas segna un importante cambio di tendenza: per la prima volta risulta esserci una sostanziale parità di presenze tra uomini (49,9%) e donne (50,1%), a fronte di una lunga e consolidata prevalenza del genere femminile.
Età media e titolo di studio. L'età media delle persone che si sono rivolte ai Centri Caritas è 44 anni. Tra i beneficiari dell'ascolto e dell'accompagnamento prevalgono le persone coniugate (47,8%), seguite dai celibi o nubili (26,9%). Il titolo di studio più diffuso è la licenza media inferiore (41,4%); a seguire, la licenza elementare (16,8%) e la licenza di scuola media superiore (16,5%). I disoccupati e inoccupati insieme rappresentano il 60,8% del totale.
Povertà e disoccupazione. I bisogni più frequenti che hanno spinto a chiedere aiuto sono perlopiù di ordine materiale: spiccano i casi di povertà economica (76,9%) e di disagio occupazionale (57,2%), ma non sono trascurabili anche i problemi abitativi (25,0%) e familiari (13,0%). E sono frequenti le situazioni in cui si cumulano due o più ambiti problematici.
Profughi e richiedenti asilo. Sono 7.770 i profughi e richiedenti asilo che si sono rivolti ai Centri di ascolto della Caritas nel corso del 2015. Si tratta per lo più di uomini (92,4%), con un'età compresa tra i 18 e i 34 anni (79,2%), provenienti soprattutto da Stati africani e dell'Asia centro-meridionale.
Queste persone, sottolinea il dossier, sono spesso analfabeti (26,0%) o di modesta scolarità (licenza elementare 16,5%, licenza di scuola media inferiore 22,8%). In termini di bisogno prevalgono le situazioni di povertà economica (61,2%), ma è alto anche il disagio abitativo, sperimentato da oltre la metà dei profughi intercettati (55,8%).
Tra loro è proprio la "mancanza di casa" la necessità più comune; seguono le situazioni di precarietà o inadeguatezza abitativa e di sovraffollamento. In terza posizione i problemi di istruzione, che si traducono per lo più in difficoltà linguistice e di analfabetismo. Le loro richieste di aiuto riguardano soprattutto beni e servizi materiali (pasti alle mense, vestiario, prodotti per l'igiene) ma anche alloggio.
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