DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
1-SFILATA DI INFLUENCER E STAR DI HOLLYWOOD PARTE LA CACCIA AI VOTI DELLA GENERAZIONE Z
Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “La Stampa”
ABBRACCIO TRA KAMALA HARRIS E JOE BIDEN ALLA CONVENTION NAZIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO A CHICAGO
Al terzo anello dello United Center di Chicago c'è quello che l'organizzazione chiama un "vip box". È uno spazio riservato che offre una delle migliori visuali sul palco della Convention. È lì che hanno posto 200 influencer, per la prima volta invitati a seguire i lavori della kermesse e a essere anche protagonisti.
Il motivo lo spiega Emily Song, una delle portavoce della Dnc: «Creano contenuti che sono veicoli per raggiungere nuovi spettatori». Se 16 anni fa Barack Obama fra microdonazioni sul Web – da 2 dollari – e il ricorso ai social network, allora Facebook, aveva stravolto usi e costumi della comunicazione politica e massimizzato l'efficacia dei nuovi media, l'era di Kamala Harris ricorre agli influencers per raggiungere gli under 30 e confidare che i loro video postati su Tik Tok e su Instagram diventino virali e raccoglitori di consensi (e voti).
joe biden alla convention nazionale del partito democratico a chicago 5
Ieri sera sul palco – lo stesso dove hanno parlato Joe Biden, Hillary Clinton e Jill Biden – è stato calcato da Deja Foxx, 24 anni che sulla sua pagina TikTok parla di diritti riproduttivi. E di questo ha parlato pure ai delegati democratici. Oggi sarà la volta di Nabelia Noor, 11 milioni di follower, musulmana e creatrice di tutorial di make-up. Carlos Eduardo Espina ricorre a cibo e calcio sui social per raggiungere i suoi contatti, posta in spagnolo ma domani sera parlerà in inglese.
CONVENTION DEMOCRATICA A CHICAGO - 1
Olivia Julianna è invece attivista climatica, e si presenta, parole sue, come una «abbondante queer latina originaria del Sudest del Texas». Chiuderà giovedì sera, la stessa dell'intervento di Kamala Harris, John Russell: viene dal West Virginia e nel 2020 lavorò con la senatrice Elizabeth Warren. Insieme questi cinque influencer racimolano oltre 24 milioni di adepti. Soprattutto su Tik Tok. Uno studio recente del Pew Research Center ha rivelato che un terzo degli under 30 si procura le notizie solo tramite TikTok.
ABBRACCIO TRA KAMALA HARRIS E JOE BIDEN ALLA CONVENTION NAZIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO A CHICAGO
Nel 2020 il 22% degli utenti della piattaforma cercava notizie, ora la cifra è salita al 43%. Nessun altro social ha avuto un tale incremento. Se gli elettori potenziali stanno su TikTok quindi è fondamentale raggiungerli. […] I nomi che infiammano social e accendono le fantasie sono quelli di Beyoncé e di Taylor Swift. La prima ha già pubblicizzato il suo endorsement a Kamala Harris concedendo l'uso di Freedom come colonna sonora dei suoi discorsi; è da tempo impegnata al fianco dei leader democratici e nel 2020 sostenne Biden.
Nel 2013 cantò all'inaugurazione di Obama, nel 2016 insieme al marito Jay-Z fece un concerto per Hillary Clinton a Cleveland. Taylor Swift è la preda più ambita. Sino a stasera è a Londra per l'ultimo show dell'Eras Tour. Nel 2020 anche lei sostenne Biden. Quest'anno non si è espressa. A Chicago, comunque, si parla di lei. Nella zona della Convention chiamata DemPalooza – dove ci sono esposizioni e pubblici eventi – gli organizzatori hanno adibito spazi dove delegati e attivisti democratici possono fare i loro braccialetti dell'amicizia, come quelli che i fan di Taylor si scambiano ai concerti. […]
NOTTI MAGICHE AL TRUMP HOTEL DI CHICAGO. ECCITAZIONE, TRANSENNE E DISORGANIZZAZIONE ASPETTANDO KAMALA ALLA CONVENTION DEMOCRATICA
Estratto dell'articolo di Michele Masneri per “Il Foglio”
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Certo la disorganizzazione pare totale, e speriamo che non sia un banco di prova o avvisaglia dell’eventuale prossima Amministrazione Harris. Chicago ieri ha celebrato il primo giorno della Convention democratica che incoronerà la prima donna nera forse presidente d’America, ma intanto sfidante, con un gioioso casino degno dell’organizzazione di un congresso di partito democristiano all’ergife a Roma negli anni Ottanta.
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Il quartier generale del partito, dei delegati, dei volontari, della stampa, insomma di tutti, è in un enorme e sperduto hotel Hyatt a sud, in mezzo a parchi, cavalcavia, casupole per gli studenti, mentre la convention vera e propria sta dall’altra parte della città, nel micidiale United Center, stadio dove giocano i Chicago Bulls. In mezzo sta la città che è percorsa e un poco attonita da cortei – pro Pal e contro tante altre cose – e taxi, Uber, e suvvoni di quelli con le targhe più strambe, da cui saltano giù personaggioni che ignoriamo ma saranno almeno dei deputati o sottosegretari o consiglieri regionali.
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Dei grossi bus fanno la spola col centro Hyatt, sopra “omioddio sono eccitatissimo”, fa un giovane giornalista a una evidente deputata, “eh anch’io”, dice la giovane deputata, mica tanto convinta. Il quartier generale del partito allo Hyatt è transennato e blindato e i bus che arrivano dal centro vengono deviati. Noi giornalisti poracci ci si va a prendere gli accrediti, e per averli abbiamo ricevuto decine, centinaia di email terrorizzanti nei giorni scorsi. “Dovete stampare la mail mandata il 30 luglio alle ore 20.28 ora della Costa Est!, altrimenti i pass verranno stracciati”, mortacci.
Si va lì con la stampata, ci si mette in fila ma poi ti dicono “attenda”, appunto come a Roma, poi ti spediscono di sopra e ti fanno passare una serie di metal detector e poi a prendere un altro accredito. Ma lì: “E’ qui per il caucus?”. No, ma quale caucus, vorrei solo il pass. “Ah, ma allora è nell’altra sala”, e di nuovo metal detector. C’è anche una sezione per “creator”. Finalmente ti danno l’agognato pass, che non è uno ma tre, ognuno ti permette di accedere a certe zone e non alle altre, poi ce n’è uno che dice che hai passato i controlli e contiene una stella, da sceriffo. […]
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[…] Però una volta giunti lì ecco delegati e la variegata massa che affolla questo tipo di eventi – uno con gli stivaloni e i capelli argentati fino a terra, cappello da cowboy, forse è una rockstar, una ragazza con la maglia “Childless cat lady”, che fa il verso a quello che doveva essere un insulto da parte del wannabe vicepresidente della parte avversa, J.D. Vance, insomma gattara senza figli, e che invece è stato subito riconvertito a meme.
Ci sono anche le immancabili magliette verdi “brat” con la scritta “vote” nel carattere simil-helvetica che si rifà alla moda di questa estate che risale alla cantante inglese Charlie XCX, la quale ha pubblicato un nuovo album intitolato proprio “Brat”. […]
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