
FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO"…
SULL’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI, IL CAMPO LARGO MOSTRA LE SUE DIVISIONI, IL GOVERNO PROVA A MASCHERARLE – RESPINTE TUTTE E 5 LE MOZIONI CRITICHE DELL’OPPOSIZIONE. LA MAGGIORANZA RINUNCIA A PRESENTARE UN TESTO PER EVITARE SPACCATURE (FORZA ITALIA E FDI A FAVORE E LA LEGA FERMA NEL SUO NO) – VELENI NEL PD, CON IL RIFORMISTA LORENZO GUERINI CHE INCALZA LA SEGRETARIA SCHLEIN: "TRE MESI PER ARRIVARE CON CINQUE MOZIONI DIVERSE. È UNA GESTIONE DIFFICILE DA COMPRENDERE. POI QUALCUNO MI SPIEGHERÀ CHE UTILITÀ HA AVUTO PER IL CENTROSINISTRA LA PRESENTAZIONE DI QUESTE MOZIONI”
Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera” - Estratti
Sono state tutte bocciate le cinque mozioni sull’aumento delle spese militari per la Nato presentate ieri pomeriggio alla Camera dalle opposizioni. Pd, M5S, Avs, Azione e Iv sono giunti all’appuntamento in ordine sparso.
Uniti solo dalla polemica contro il governo che ha deciso di rinunciare a un proprio testo per non spaccare la maggioranza. «L’esecutivo — ha denunciato Elly Schlein intervistata a Tagadà su La7 — è diviso e questo rischia di danneggiare il nostro Paese.
Potevano fare chiarezza presentando una loro mozione e non sono riusciti a farlo».
Ma le divisioni sono anche nel campo del centrosinistra.
fratoianni schlein conte bonelli al monk
E proprio per evitare di mettere in evidenza le differenze, nell’assemblea dei deputati del Pd che ha preceduto la seduta, la capogruppo Chiara Braga, su mandato della leader Schlein, ha proposto di astenersi sui testi delle altre forze di opposizione e di votare no al documento di Azione, perché «ricalca le posizioni della maggioranza aderendo all’aumento della spesa militare fino al 5%».
«Siamo riusciti a fare l’alleanza per le Regionali, non possiamo farla saltare su questo», è stato il ragionamento della segretaria.
Lorenzo Guerini ha proposto di votare per parti separate le mozioni delle altre forze del centrosinistra. Ma Braga non ha cambiato idea. «Secondo me — ha detto il presidente del Copasir agli altri colleghi riformisti — hanno sbagliato perché così saremmo arrivati a un voto condiviso tra di noi». Così non è stato.
antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
In Aula, Guerini, Lia Quartapelle e Marianna Madia si sono espressi contro i testi di 5 Stelle e Avs. Tutti e tre poi non hanno seguito le indicazioni del Pd sulla mozione di Azione e hanno preferito non partecipare a quel voto. Madia, infine, ha detto sì alla mozione di Italia viva. Piero Fassino, che non era presente all’assemblea perché è a Parigi, ha fatto sapere ai tre di condividere le loro posizioni.
«Tutto è avvenuto senza polemiche, ma nella chiarezza delle posizioni», ha precisato Guerini, che durante la riunione aveva criticato la gestione parlamentare della vicenda: «Tre mesi per arrivare con cinque mozioni diverse.
È una gestione un po’ difficile da comprendere». Con i suoi, il presidente del Copasir è stato più esplicito: «Poi qualcuno forse mi spiegherà che utilità ha avuto per il centrosinistra la presentazione di queste mozioni».
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