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Marco Preve per “la Repubblica”
È «abnorme» la richiesta dell’ apertura di un procedimento disciplinare nei confronti del pm del processo sui fatti della Diaz Enrico Zucca. Lo sostiene Area, una corrente delle toghe, che ieri ha chiesto al Csm di aprire una pratica a tutela di Zucca. Gli esponenti di Area sottolineano di riconoscersi nel magistrato genovese e in tutti i colleghi «che svolgono il loro compito senza timore e nel rispetto delle regole e della Costituzione».
A sollecitare iniziative disciplinari è stato il capo della Polizia Alessandro Pansa di intesa con il ministro dell’Interno, secondo cui le parole pronunciate dal pm in un dibattito , domenica scorsa nel corso di Repubblica delle Idee, sui fatti accaduti durante il G8 di Genova sarebbero «inutili, dannose e offensive dell’immagine della Polizia di Stato».
Per Area invece «dannose e offensive per l’immagine dell’Italia tutta» sono state altre vicende, a cominciare dalla «negazione istituzionale», per 14 anni, di fatti che Amnesty ha definito come «una violazione dei diritti umani di proporzioni mai viste in Europa nella storia più recente». Hanno leso l’immagine del Paese anche «la mancata reazione disciplinare interna, le reazioni politiche nei confronti dei magistrati che hanno indagato e giudicato, la condanna dello Stato Italiano da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per quei fatti».
Il Comitato di presidenza del Csm affronterà nella riunione di questa mattina il caso.
Una vicenda che sta suscitando molte reazioni. Come quella di Roberto Settembre, il giudice, oggi in pensione, che scrisse le motivazioni del processo d’appello relativo alla prigione lager di Bolzaneto, luogo di tortura nel G8 genovese del 2001. Un’esperienza che lo ha spinto a scrivere un libro su quei fatti: “Gridavano e piangevano. La tortura in Italia: ciò che ci insegna Bolzaneto”.
«Se dovesse essere coerente – dice Settembre - il capo della polizia dovrebbe invocare provvedimenti disciplinari anche contro la Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo che ha espresso giudizi così pesanti nei confronti della nostra polizia da macchiarsi delle stesse colpe che vengono addebitate al pm del processo Diaz, Enrico Zucca».
Angelino Alfano e il capo della polizia, Alessandro Pansa
Secondo Settembre i 14 anni trascorsi non hanno insegnato molto: «Nel 2001 accaddero a Genova delle cose terrificanti. Esplose una malattia, un tumore che in questi anni non è stato curato e le metastasi sono ancora in giro. Proprio come gli agenti e i funzionari che picchiarono alla Diaz o falsificarono le prove, o come poliziotti e guardie penitenziarie di Bolzaneto mai individuate che si macchiarono di tecniche di tortura create dalla Gestapo, dal Kgb e affinate ad Abu Ghraib». Ma chi lo dice secondo Pansa offende l’onorabilità della polizia.
«La decisione di Pansa è abnorme e assurda perché evidenzia la volontà di non confrontarsi. I rimedi ci sono e non sono la caccia alle streghe: scuole di formazione e totale adesione del personale di polizia ai valori e allo spirito dei principi costituzionali e delle convenzioni internazionali».
violenze nella caserma di bolzaneto
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