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GAZA-LAND: DIETRO LA PROVOCAZIONE DI TRUMP – MASSOLO: “L’IDEA DI STABILIZZARE IL MEDIO ORIENTE IN NOME DI UNA PROSPERITA' CONDIVISA TRA ARABI E ISRAELIANI, OFFRENDO AI PALESTINESI BENESSERE IN CAMBIO DELLA STRISCIA, HA MESSO IN EVIDENZA DUE FATTI: I PAESI ARABI NON DANNO PIÙ PRIORITÀ ALLA CAUSA PALESTINESE; CON GAZA DISTRUTTA E CISGIORDANIA OCCUPATA, LA SOLUZIONE DEI DUE STATI RISULTA IMPRATICABILE” – NON SOLO: ''IL PROGETTO ATTENUA LA PRESSIONE SU NETANYAHU, CHE NON È IN GRADO ORA DI RITIRARSI DA GAZA IN CAMBIO DEGLI OSTAGGI RIMASTI. IL SUO GOVERNO CADREBBE APRENDO UN VUOTO DESTABILIZZANTE: IL CONTRARIO DEI PROPOSITI DI TRUMP..."

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Estratto dell’articolo di Giampiero Massolo per il “Corriere della Sera”

 

Trasformare la Striscia di Gaza in un investimento immobiliare e dislocarne gli abitanti. Discutibile sul piano etico, umanitario e politico. Che ci creda davvero o no, tuttavia, per Trump non è solo una provocazione. [...]

 

il ritorno a nord degli abitanti della striscia di gaza foto lapresse 4

La provocazione del presidente americano sta nel mettere a nudo due nervi sensibili per i Paesi arabi: che i loro regimi — così rapidi ad innalzare muri contro ogni ipotesi di accogliere gli sfollati dalla Striscia — non danno più priorità alla causa palestinese; che la situazione sul terreno, con Gaza distrutta e la Cisgiordania in molta parte occupata dagli insediamenti israeliani, vanifica in concreto la soluzione dei due Stati al di là delle formule di rito.

 

DONALD TRUMP RE ABDULLAH DI GIORDANIA

Il messaggio di Trump è che occorre d’ora in poi tenere esplicitamente conto di queste due realtà. Quanto ai convincimenti di fondo: rispondono alla logica trumpiana degli accordi di Abramo. Che cioè si possa stabilizzare il Medio Oriente in nome di una prosperità condivisa tra arabi e israeliani, deideologizzando il conflitto e offrendo ai palestinesi benessere in cambio dei territori.

 

Per quanto lo scempio del 7 ottobre abbia mostrato la vulnerabilità di questo disegno a fronte del jihadismo, l’obiettivo resta in piedi. Assieme al tentativo di estenderlo all’Arabia Saudita. Evidenziare i nervi scoperti toglie alibi agli arabi ed è dunque funzionale al negoziato.

 

DONALD TRUMP BENJAMIN NETANYAHU

Gli aspetti contingenti, infine. Spostare l’attenzione sul futuro di Gaza attenua la pressione su Netanyahu: che non è in grado ora di ritirarsi e di lasciare la Striscia ad Hamas in cambio degli ostaggi rimasti, come prevede la seconda fase del cessate il fuoco.

 

Il suo governo cadrebbe aprendo un vuoto destabilizzante: il contrario dei propositi di Trump. Mettere in discussione la territorialità palestinese a Gaza come in Cisgiordania tiene a bada la destra integralista di Israele.

 

[...] Donald, dicono in America, non va preso alla lettera, ma certamente sul serio.

palestinesi sfollati tornano al nord della striscia di gaza 15striscia di gaza il controesodo dal sud al nord della striscia foto lapresse 10DONALD TRUMP RE ABDULLAH DI GIORDANIA