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Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”
christopher furlong centinaia di migranti al confine tra ungheria e austria
Prima di Natale la decisione del Parlamento danese di chiedere un contributo ai profughi che arrivano nel Paese ha suscitato un' ondata di indignazione. Ma ora si scopre che in Svizzera una regola simile vale da tempo. Un profugo siriano ha denunciato in una trasmissione della tv pubblica elvetica Sef che la polizia gli ha chiesto quanti soldi avesse con sé, non appena arrivato a Zurigo. Lui ha dichiarato 2.400 franchi (circa 2.100 euro), le autorità ne hanno incassato più della metà e gliene hanno lasciati poco più di mille (poco più di 900 euro).
migranti cercano di attraversare la manica
«Avrei avuto bisogno di quei soldi per comprare vestiti per i miei tre figli - abbiamo solo i vestiti che indossavamo durante la fuga», ha dichiarato il profugo. La Svizzera gli dà soldi, «ma sono pochi, servono per mangiare, per lo stretto necessario», ha aggiunto.
La legge svizzera sul diritto di asilo recita testualmente: «Se si arriva nella Confederazione elvetica con più di mille franchi si è obbligati a consegnarli alle autorità dietro ottenimento di una ricevuta».
Il resto, al netto di alcune spese, viene sostanzialmente sequestrato e restituito solamente se il richiedente asilo lascia il Paese entro sette mesi. Una portavoce dell' Ufficio per l' immigrazione, Lea Wertheimer, ha spiegato al SRF che «chi chiede asilo produce dei costi». Va detto anche, tuttavia, che nel 2015 sono stati solamente 112 i casi di profughi arrivati in Svizzera cui sono stati chiesti soldi e beni.
La Confederazione prende soldi dai profughi anche quando riescono a trovare un lavoro: il 10 per cento della busta paga per un massimo di 15mila franchi va alle autorità elvetiche. Lo ha spiegato il sottosegretario all' Immigrazione, precisando che i rifugiati devono restituire «il più possibile» delle spese che lo Stato assume per loro. Le organizzazioni dei diritti umani definiscono la legge «disumana». Stefan Frey dell' organizzazione svizzera per i rifugiati la ritiene una legge «contro la dignità».
Una «scelta legittima» in una situazione «non paragonabile» alla Shoah. Così il direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme Efraim Zuroff ha commentato la legge elvetica. L' anno scorso i 112 casi in cui le autorità hanno ritenuto di trattenere soldi e beni dai profughi hanno garantito un incasso di 210mila franchi (circa 190mila euro). Noccioline per la ricca Svizzera, riserve preziose per le famiglie, spesso diseredate di tutto e in fuga da guerre, che cercano riparo in Europa.
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