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Guglielmo Buccheri per “la Stampa”
L'anno scorso, di questi tempi, Antonio Conte, ct azzurro, era arrivato ad un centimetro dal dire basta, lascio tutto, mi dimetto. Il motivo? La Lega Calcio, l' assemblea delle venti società di serie A, fece melina davanti all' ipotesi di consegnare nelle mani del tecnico azzurro i proprio giocatori se convocati per uno stage in una finestra della stagione, comunque, non dedicata dalla Fifa alle nazionali. Un anno dopo ci risiamo.
Anzi, a cinque mesi dal via agli Europei in Francia, il danno per il tecnico dell' Italia è doppio, come la beffa e, l' inevitabile, rabbia.
TAVECCHIO BEFFATO
Niente stage il prossimo 8, 9 e 10 febbraio e finale di Coppa Italia, chiesta a gran voce da Conte e dalla Federcalcio entro il 15 maggio (fine del campionato), messa in agendo per il 21 dello stesso mese. A far diventare nero, nerissimo l' umore del ct è, soprattutto, la seconda decisione che manda all' aria i piani di Conte verso Euro 2016: l' allenatore azzurro potrebbe essere costretto, così, a rimodellare la fase di preparazione che, nella sua testa, avrebbe dovuto prevedere una settimana di vacanza per gli azzurri dal 15 al 22 e, la notte della domenica, il via al raduno di Coverciano.
Chi ha tradito i patti? Sia per gli stage sia per la data della finale è sempre stata la Figc a dare rassicurazioni a Conte ed ora il cambio di campo di personaggi come il patron della Lazio Claudio Lotito, fedelissimo o, a questo punto, ex fedelissimo di Carlo Tavecchio, numero uno federale, sembra frutto di una campagna elettorale già aperta e lunga un anno.
Lotito aveva dato garanzie sulla doppia richiesta di Conte, ma, ieri, il quadro è cambiato: il via libera allo stage c'è stato, ma senza l'ok delle cinque squadre impegnate in Europa (Juve, Roma, Napoli, Fiorentina e, per l' appunto, la Lazio di Lotito), mentre la discussione su quando far disputare la finale di Coppa Italia non c'è nemmeno stata (in Spagna, Inghilterra, Germania e Francia si gioca il 21, si farà così anche da noi, è stato il ragionamento).
GIÀ IN CAMPAGNA ELETTORALE
Conte avrebbe voluto convocare venticinque giocatori. Non i titolari azzurri, ma quel gruppo che in Nazionale non ci è mai stato o solo di passaggio: fra questi, ad esempio, i bianconeri Rugani o Sturaro, il viola Bernardeschi, il laziale Cataldi. Il ct ha in testa l'Europeo, nessuna intenzione di fare un passo indietro, ma, questa doppia beffa, sembra mettere una pietra tombale sul su futuro. Conte ha capito che cercare anche la pur minima collaborazione è inutile, dopo l' avventura in Francia farà le valigie (probabile il trasloco in Premier). E, Tavecchio? Il presidente si sente tradito: la corsa verso il voto del 2017 è partita.
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