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Michelangelo Borrillo per il “Corriere della Sera”
Processo alle banche negli Stati Uniti. Per vecchie e nuove questioni. Da una parte, infatti, gli strascichi della crisi finanziaria iniziata nel 2007 - e resa famosa negli ultimi mesi dal film La grande scommessa che ne ha spiegato le cause anche al grande pubblico - non si esauriscono e Goldman Sachs dovrà pagarne, in modo salato, le conseguenze. Dall' altra, invece, si profila una class action contro Deutsche Bank, ancora una volta di matrice statunitense.
Sul primo fronte Goldman Sachs ha raggiunto un accordo da 5,1 miliardi di dollari con il dipartimento di Giustizia e una serie di altre autorità di regolamentazione statali e federali per archiviare le accuse legate alla vendita di obbligazioni garantite da mutui. La banca ha fatto sapere che le spese legali incideranno in negativo sull' utile del quarto trimestre 2015 per 1,5 miliardi di dollari, al netto delle tasse.
E l' amministratore delegato Lloyd Blankfein ha sottolineato come la banca sia «lieta di avere raggiunto un accordo di massima per risolvere queste questioni». Le multe sono relative alla vendita di Mbs (Mortgage backed securities, titoli garantiti da mutui) creati e venduti tra il 2005 e il 2007, prima del collasso del mercato immobiliare che ha innescato la cosidetta crisi dei «subprime», la peggiore dell' ultimo secolo.
Nel dettaglio, il patteggiamento comprende 2,385 miliardi di dollari di sanzioni civili da versare al dipartimento di Giustizia per risolvere la disputa sugli Mbs, un pagamento in contanti fino a 875 milioni di dollari alle autorità statali e federali coinvolte e il versamento di 1,8 miliardi di dollari di risarcimenti ai consumatori.
Goldman nel 2014 aveva patteggiato per 1,2 miliardi di dollari con la Federal Housing Finance Agency per archiviare l' accusa di non avere adeguatamente spiegato agli investitori i rischi dei bond legati a mutui che aveva venduto. Nel 2010 aveva trovato un accordo da 550 milioni di dollari con la Sec, la Consob americana, sempre per violazioni collegate ai mutui.
Sul secondo fronte, quello di Deutsche Bank, l' istituto tedesco deve far fronte all' accusa di aver incorporato all' interno della sua piattaforma Autobahn per gli scambi di valuta un software in grado di danneggiare i clienti e arricchire la banca. L' accusa, secondo quanto riportato da Der Spiegel , è alla base di una class action presentata dallo studio legale Hausfeld prima di Natale in un tribunale di New York.
La piattaforma sarebbe stata programmata in modo tale da ritardare gli ordini dei clienti e da rifiutarli nel caso in cui il mercato avesse preso una direzione sfavorevole all' istituto tedesco.
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