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CON LA TENTATA SVOLTA AUTORITARIA SULL’ANTI-CORRUZIONE, ZELENSKY VOLEVA PRENDERE DUE PICCIONI CON UNA FAVA: DA UN LATO ACCENTRARE IL POTERE SU DI SÉ E SUL SUO FEDELISSIMO, ANDRIY YERMAK, DALL’ALTRO FACENDO UN FAVORE A TRUMP - GLI ENTI CHE AVREBBE COMMISSARIATO SONO STATI FORAGGIATI DALL'AMBASCIATA AMERICANA IN EPOCA BIDEN - A GUIDARLA C'ERA L'AMBASCIATRICE BRIDGET BRINK CHE ORA È CANDIDATA PER I DEMOCRATICI A UN SEGGIO IN MICHIGAN - DELEGITTIMARE IL LAVORO DI BRINK PUO' SERVIRE AI "MAGA" DI TRUMP PER BATTERLA ALLE ELEZIONI. UN FAVORE DOPPIO PERCHE' IL TYCOON ALLE MID-TERM RISCHIA DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO...
Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
volodymyr zelensky in polo alla casa bianca con donald trump
Nel 2019 il rapporto fra Volodymyr Zelensky e Donald Trump finì su un binario morto, quando il leader ucraino si rifiutò di aiutare il collega americano.
Trump gli aveva chiesto di far aprire un’indagine sulle attività in Ucraina del figlio del suo avversario elettorale di allora, Joe Biden, mettendo sul tavolo la possibilità di sbloccare in cambio aiuti militari per 250 milioni di dollari.
Zelensky, attirandosi il rancore del tycoon, lasciò cadere l’offerta. Ma quella vicenda oggi getta un po’ di luce sul terremoto politico in corso a Kiev in questi giorni.
Perché dietro la legge che riporta le due agenzie anticorruzione Nabu e Sapo sotto il controllo del governo, così come dietro le inchieste contro l’attivista civico Vitaliy Shabunin, non ci sono solo gli sviluppi interni al potere in Ucraina.
Non c’è solo la progressiva presa di controllo sul governo da parte di Andriy Yermak, il potente braccio destro del presidente — un ex manager dello spettacolo quando Zelensky faceva il comico — che ha appena fatto nominare come primo ministro la sua alleata Yulia Svyrydenko e allontanato dal governo l’altra vicepremier Olga Stephanyshyna, da lui più indipendente.
Né c’è solo l’ansia di Zelensky e Yermak di tenere al riparo delle inchieste alcuni componenti della loro cerchia, ora che Trump insiste perché in Ucraina si tengano nuove elezioni presidenziali entro l’anno malgrado la guerra.
bridget brink. con volodymyr zelensky
Certo tutto questo conta, benché il leader ucraino non abbia ancora deciso se convocare comunque il voto mentre la Russia attacca e bombarda.
Sulle sue mosse di questi giorni, per Zelensky, sembra esserci anche il ricordo di quell’incidente con Trump sei anni fa. Oggi il leader ucraino non intende più rischiare di perdere il sostegno degli Stati Uniti […]. Dunque è disposto ad aiutare la parte politica dell’inquilino della Casa Bianca, se ciò serve a salvare le forniture di armi.
C’è in particolare un punto in comune fra l’Ufficio nazionale anticorruzione (Nabu), l’Ufficio del procuratore anticorruzione (Sapo) e Shabunin, fondatore di un’organizzazione chiamata Centro d’azione anticorruzione. […]
bridget brink accoglie joe biden a kiev
Tutti e tre negli anni scorsi hanno ricevuto (legalmente) il sostegno finanziario dall’ambasciata americana, quando a guidarla era Bridget Brink. L’ambasciatrice era stata nominata nel suo posto a Kiev da Joe Biden e si è dimessa in aprile scorso, in polemica con Trump. Ora Bridget Brink si sta candidando alla Camera dei rappresentanti con il partito democratico, per un seggio nel Michigan oggi occupato dal repubblicano Maga Tom Barrett.
Quella battaglia per il Congresso è fondamentale per Trump. Alle ultime elezioni Barrett ha vinto per pochi voti e oggi i repubblicani alla Camera contano su una risicata maggioranza di appena sette rappresentanti. Un successo dell’ex ambasciatrice Brink avvicinerebbe per i repubblicani il rischio di perdere la Camera, aprendo una seconda metà del mandato di Trump da anatra zoppa.
Qui è l’incastro con l’inchiesta a Kiev contro Shabunin e la stretta sulle agenzie anti-corruzione finanziate a suo tempo da Bridget Brink. Secondo vari osservatori, Zelensky stavolta potrebbe davvero far fornire ai repubblicani elementi — magari infondati — con cui accusare l’ex ambasciatrice per la sua gestione degli aiuti agli enti anti-corruzione di Kiev. E i repubblicani userebbero quel materiale in campagna elettorale contro di lei.
Per Zelensky, è una partita ad alto rischio. Colpire i guardiani contro il malaffare è inaccettabile per l’opinione pubblica dei soli Paesi europei che oggi sostengono Kiev con fondi e non solo a parole: scandinavi, britannici, Olanda e Germania soprattutto. Dunque potrebbe rendere più difficile per quei governi continuare ad aiutare Kiev, ora che Trump riduce il sostegno. Nota la deputata ucraina Yulia Sirko: «Zelensky sta segando l’albero su cui è seduto».
DISARMANTE E DISARMATO - TRUMP E ZELENSKY - VIGNETTA BY GIANNELLI
Bridget Brink
Vitaliy Shabunin
Bridget Brink
bridget brink
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