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TAJANI, MA ‘NDO VAI SE IL QUID NON CE L’HAI? IL MINISTRO MAGGIORDOMO DI CASA MELONI PROVA A BLINDARE LA SUA LEADERSHIP IN FORZA ITALIA CON UNA MODIFICA AL REGOLAMENTO SUL TESSERAMENTO: PER POTER VOTARE IL PROSSIMO SEGRETARIO SERVIRANNO ALMENO DUE ANNI DI ISCRIZIONE CONTINUATIVA – L’OBIETTIVO E’ QUELLO DI RENDERE IL PARTITO NON SCALABILE, AL FINE DI EVITARE COLPI DI MANO DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI – COME DAGO DIXIT, PIER SILVIO SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027 (IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON LUI LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA) – LA BATTUTA DI BARELLI PER LIQUIDARE LE VOCI SU UN CAMBIO DI LEADERSHIP FORZISTA: “ADESSO CHIEDO A PREVOST SE VUOLE FARE IL SEGRETARIO...”
Articolo da ilgiornaleditalia.it
ANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE
Una blindatura “soft”, ma studiata nei dettagli. Antonio Tajani si prepara a mettere mano alle regole interne di Forza Italia per blindare la sua leadership, rafforzarsi contro i malumori interni e, soprattutto, mettere una distanza di sicurezza tra il partito e la famiglia Berlusconi.
Il consiglio nazionale, convocato per venerdì prossimo alla Camera, avrà all’ordine del giorno anche un tema solo in apparenza tecnico: il regolamento sul tesseramento. Dietro le quinte, raccontano più d’uno, la mossa serve a spegnere sul nascere i sogni di chi, in casa Berlusconi, potrebbe nutrire ambizioni politiche.
Il cuore della modifica è semplice: per poter votare il prossimo segretario serviranno almeno due anni di iscrizione continuativa. Una piccola clausola che, in pratica, impedirà a chiunque – Marina o Pier Silvio compresi – di “scalare” Forza Italia all’ultimo momento, portando in dote pacchetti di tessere nuove di zecca. Così il congresso nazionale del 2027, salvo sorprese, si trasformerà in una passerella per confermare Tajani alla guida del partito. «Un partito non scalabile», sintetizza un deputato azzurro vicino al segretario.
Ufficialmente, dal cerchio magico negano qualsiasi manovra. «Una riunione di routine», spiegano, «serve solo a definire le regole per il tesseramento». Ma tra i parlamentari, le voci si rincorrono: qualcuno parla apertamente di “congresso anticipato”, anche se al momento l’ipotesi appare remota. «Non avrebbe senso, Tajani ha già pieni poteri», taglia corto un big. Tuttavia, tra i più maliziosi, c’è chi legge nell’anticipo del congresso una mossa per chiudere la partita prima del 2027, anno in cui si voterà anche per le Politiche. «Fare adesso significherebbe risparmiarsi un possibile assalto della famiglia e garantirsi la mano libera sulle liste», osserva un ex ministro.
ANTONIO TAJANI - FOTO LAPRESSE
Il clima non è dei più sereni. Il partito ha incassato il cosiddetto “colpetto” di Pier Silvio Berlusconi, che negli scorsi giorni, pur senza scendere in campo, ha fatto capire di voler contare di più. Marina, dicono, continua a restare alla finestra, fedele alla convinzione che la politica sia stata la vera rovina del padre. Ma nessuno, in Forza Italia, si sente tranquillo. «Il nome Berlusconi pesa ancora», ammette un senatore azzurro, «e se Pier Silvio dovesse decidersi, cambierebbe tutto». Per questo Tajani, raccontano, vuole farsi trovare pronto.
Al consiglio nazionale, oltre al tema del tesseramento, si discuterà anche della quota obbligatoria di iscritti e di eletti. In pratica, tutti – parlamentari, consiglieri regionali e comunali – dovranno pagare per due anni la tessera, non solo per l’anno in corso. Una mossa che, secondo chi la sostiene, garantirà “fedeltà organizzativa” e numeri certi al congresso. «Meglio pochi, ma sicuri», sintetizza un dirigente vicino al segretario.
LA PARTITA DEL CUORE NEL CENTRODESTRA - MEME BY SARX88
Ufficialmente, la narrativa resta quella del partito che cresce: i 150 mila iscritti del 2024, spiegano dal quartier generale, sono un segnale positivo. Ma è altrettanto chiaro che l’obiettivo vero è controllare chi potrà davvero votare nel congresso decisivo. Perché i numeri contano, e contano soprattutto nei momenti in cui può scattare l’assalto.
E non è solo la famiglia a preoccupare. Nelle ultime settimane sono circolati – anche se deboli – i nomi di outsider interni pronti a mettersi in gioco. «Sì, certo, adesso chiedo a Prevost se vuole fare il segretario», scherza il capogruppo Paolo Barelli, liquidando le voci. Ma il segnale che qualcosa si muove c’è. E Tajani, che ha costruito la sua carriera sulla pazienza e sulla tessitura silenziosa, preferisce giocare d’anticipo.
A Palazzo Chigi, la partita viene seguita con attenzione. Giorgia Meloni sa bene che un Tajani saldo alla guida di Forza Italia conviene a tutto il centrodestra: garantisce continuità, rassicura i moderati e tiene lontani avventurismi. Ma nel frattempo, anche a Cologno Monzese, qualcuno osserva con interesse. Nicolò Querci, il consigliere fidato di Pier Silvio, sarebbe il primo a spingere per una discesa in campo. «Se lui scende in politica, Querci diventa il nuovo Confalonieri», sospira un dirigente Mediaset.
Per ora restano solo retroscena, sospetti e qualche nervosismo di troppo. Ma la strategia è chiara: Tajani vuole chiudere la porta a qualunque sorpresa. «Alla fine – dice un deputato azzurro – il partito ha ancora bisogno del nome Berlusconi, ma non del rischio di essere comandato da fuori».
silvio berlusconi con marina e pier silvio
barbara pier silvio marina berlusconi
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