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TAJANI VUOLE SMINARE L'UCRAINA? AUGURI! – AL MOMENTO GLI ORDIGNI ESPLOSIVI INFESTANO 139 MILA CHILOMETRI QUADRATI DEL TERRITORIO UCRAINO, UNA SUPERFICIE PARI A METÀ DEL NOSTRO PAESE - AL TERMINE DEL CONFLITTO TRA KIEV E MOSCA, CI VORRANNO ANNI E ALMENO 30 MILIARDI DI DOLLARI PRIMA CHE I TERRITORI POSSANO TORNARE SICURI - IL MINISTRO DEGLI ESTERI ITALIANO HA PROMESSO A ZELENSKY L'AIUTO DELLE TRUPPE ITALIANE – LA FOLGORE E LE FORZE SPECIALI ITALIANE HANNO ESPERIENZA DI SMINAMENTO IN LIBANO E A NASSIRYA...

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Estratto dell'articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

zelensky tajani

Il ruolo dell'Italia nella bonifica dell'eredità di ordigni letali che condiziona il futuro dell'Ucraina, annunciato due giorni fa dal ministro Antonio Tajani, è già stato formalizzato nelle discussioni sulle garanzie di sicurezza promesse al presidente Zelensky: un contributo concreto al consolidamento del percorso di pace.

 

Ha un grande elemento di incognita: per ripulire i campi di battaglia bisogna essere sul terreno, seppur senza armamenti, e quindi fare parte dei boots on the ground che Mosca attualmente non è disposta ad accettare.

 

Per il resto, i nostri militari hanno competenze, personale e mezzi per affrontare una missione che si presenta impegnativa, lunga e non priva di pericoli.

 

Oggi l'Ucraina è una terra desolata, con mine, proiettili e cluster bomb seminate su un quarto del Paese mentre altre barriere di trappole esplosive vengono impiantate ogni giorno durante i combattimenti. Ben 139 mila chilometri quadrati sono infestati di ordigni: una superficie pari a metà di quella dell'Italia, isole comprese.

antonio tajani accoglie volodymyr zelensky all aeroporto di roma ciampino

 

Il governo di Kiev non ha perso tempo, soprattutto per far ripartire le coltivazioni di cereali, ma le squadre allestite con organismi internazionali e ong finora hanno sanato 35mila chilometri quadrati e ne rimangono da pulire altri 100mila: un'impresa titanica, che secondo l'Onu verrà a costare quasi trenta miliardi di dollari.

 

Le zone critiche sono la pianura di Kherson, tutte le sponde del fiume Dnipro, Kharkiv e Sumy: aree dove vivono milioni di persone.

 

«Negli ultimi venticinque anni le capacità dell'Esercito e di tutta la Difesa in questo settore sono state incrementate moltissimo attraverso il confronto con le realtà in cui siamo intervenuti», sottolinea il generale Maurizio Fioravanti, ex comandante della Folgore e delle forze speciali:

UCRAINA - MINE ANTI UOMO

 

«Già a Nassiriya abbiamo dovuto misurarci con gli Ied, gli ordigni nascosti lungo le strade che poi i terroristi hanno impiegato pure in Afghanistan. Ci sono state innovazioni nei mezzi e nelle tecnologie, con l'uso di sistemi telecomandati, ed è ulteriormente migliorata la preparazione del personale.

 

In Libano, dove ho guidato il contingente operativo, c'è un'attività che prosegue dal 2006 per mettere in sicurezza la fascia a ridosso dalla frontiera israeliana». [...]

 

Pure nel Mar Nero lo scenario non va sottovalutato, tra le vecchie sfere esplosive "a riccio" irte di inneschi e gli ordigni sofisticati annidati sui fondali, che dispongono di sensori acustici, sonar e di pressione in modo da scoppiare solo al passaggio di determinate navi. La Marina schiera una squadra di cacciamine in vetroresina, la classe Gaeta, così validi da essere stati acquistati pure dall'Us Navy: localizzano le mine con i sonar, poi un minuscolo sottomarino filoguidato – il Pluto Gigas – le distrugge con una bomba a orologeria.

 

presunte mine antiuomo italiane disinnescate in ucraina

Strumentazioni interamente di costruzione nazionale, con equipaggi abituati agli standard Nato che permettono di lavorare assieme ad altre flotte.

 

Pure Ankara si è candidata alla bonifica delle acque di Odessa e da anni ufficiali italiani e turchi si alternano al vertice del gruppo atlantico di cacciamine destinati a operare nel Mediterraneo: il comando attualmente è sul pattugliatore Foscari.

 

Sul terreno e sui fondali, le dotazioni stanno venendo rapidamente aggiornate con l'inserimento di droni d'ogni tipo, i nuovi signori della guerra, che promettono efficienza superiore e rischi minori. [...] 

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