DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Fabio Tonacci per "La Repubblica"
«Attenzione, siamo stati informati l'aereo è stato dirottato». Erano da poco passate le nove di sera del 31 maggio quando il pilota dell'aereo austriaco che stava riportando Alma e Alua ad Astana riceve dalla base a Vienna questo messaggio di allarme.
«Ero appena entrato nello spazio aereo russo - mette a verbale il 3 giugno Joerg Mayerbrock, il pilota della Avcon Jet - risposi che non mi risultava e che non avevo notato niente di anomalo sul velivolo. Fu in quel momento che il segretario del console kazako mi disse chi avevo a bordo: la famiglia di un criminale ricercato in tutto il mondo. Disse proprio così. E aggiunse che la donna era entrata in Italia con un passaporto falso del Centrafrica».
Chi aveva chiamato il quartier generale della compagnia austriaca per annunciare il dirottamento dell'aereo? E perché? Il giallo viene fuori dalle carte dell'inchiesta aperta a Vienna sull'utilizzo del volo charter per l'estradizione della Shalabayeva. Indagini che, aveva anticipato qualche giorno fa il ministro degli Esteri Emma Bonino, «si concentreranno sulla proprietà e sulle attività dell'aereo». Il pilota è stato raggiunto il 3 giugno mentre era all'aeroporto di Ciampino e sentito a Roma dall'ufficiale di collegamento del ministero dell'Interno austriaco.
Secondo gli investigatori potrebbe essere stato lo stesso Mukthar Ablyazov, o un suo uomo, a fare la telefonata alla compagnia aerea. Sono stati presumibilmente analizzati anche i tabulati delle chiamate in entrata. Quella sera l'allarme, ancorché senza fondamento, fu preso molto sul serio. «Ricevetti l'ordine dalla mia base - racconta Mayerbrock - di tenere l'aereo in volo e di non continuare sulla rotta prestabilita.
Ero già in Russia, avevo appena lasciato la Turchia ed ero a pochi chilometri dallo spazio aereo del Kazaksthan. Informai i due diplomatici a bordo, il console e il suo segretario, su cosa stava accadendo e loro mi sono sembrati non spaventati». Alcuni minuti di ansia, per il pilota. «Poco dopo però comunicai in conference call con i miei a Vienna, li rassicurai che tutto era a posto e ricevetti l'ordine di continuare normalmente il viaggio».
Viaggio che lo stesso pilota descrive così. «I quattro passeggeri erano molto calmi. Durante il volo andai a vedere come stavano: la donna era seduta con l'aria seria, il segretario sedeva dall'altro lato dell'aereo e il console era dietro di lui. La bambina giocava con il telefonino del console». Una situazione normale, dice Mayerbrock. Salvo poi aggiungere: «Solo dopo l'atterraggio, dopo che i quattro scesero, mi fu detto che quello era un possibile rapimento».
Shalabayeva alma MUKTHAR ABLYAZOV E LA FIGLIA ALUA E LA MOGLIE ALMA SHALABAYEVAshalabayeva kaza big
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