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TENSIONE ALLE STELLE TRA BEPPE SALA E ELLY SCHLEIN! IL SINDACO: “DOPO IL "SALVA MILANO" IL SILENZIO, IO CHIEDO SOLO CHIAREZZA” – LA SEGRETARIA DEM HA PERSO LE STAFFE PER L’INSISTENZA DI BEPPE SALA SUL SALVA MILANO (SU CUI SIBILA: “SI TROVERA’ UNA SINTESI”), SUL TERZO MANDATO E SULLA MANCATA APERTURA DEM AL CETO PRODUTTIVO: "LA VERITÀ È CHE IL PD NELLE 7 REGIONI SOPRA L’APPENNINO PRENDE LEGNATE" - IL SINDACO PUNGE ELLY: “OLTRE ALLE BATTAGLIE GIUSTE SERVONO I RISULTATI”

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Articolo di Maurizio Giannattasio e Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera" - Estratti

 

Due mesi di silenzio.

beppe sala elly schlein

Esattamente da quando il Salva Milano è sbarcato in Senato provocando mal di pancia in molti senatori dem.

 

È allora che Elly Schlein interrompe bruscamente le comunicazioni con Beppe Sala.

 

Si limita a una battuta sul disegno di legge fermo a Palazzo Madama: «Troveremo una sintesi». Ma le tensioni su quel provvedimento rappresentano la punta dell’iceberg. Le ragioni dei non idilliaci rapporti tra il sindaco e la segretaria sono più profonde.

 

Schlein, la cui la tendenza è troncare (la polemica) e sopire, ha difficoltà a nascondere la propria irritazione per l’insistenza di Sala sul Salva Milano («Non c’è bisogno di agitarsi, si troverà una sintesi»), sul terzo mandato e sulla mancata apertura dem al ceto produttivo («Lui dice così, ma noi abbiamo ridato un’identità al Pd»).

 

sala schlein

Il sindaco di Milano, che dice di non essersi candidato alla presidenza della Lombardia, vorrebbe dai dem maggiore concretezza. Lo ha ripetuto e lo ripete ogni volta che può: «Vorrei chiarezza, bisogna prendere delle posizioni». E in questo senso il caso del Salva Milano per lui è esplicativo. Il Pd alla Camera ha votato a favore di quel provvedimento, ma a Palazzo Madama ha cambiato idea e si è fermato. Ora la linea dem è: «Nelle prossime settimane valuteremo cosa fare, ma non possiamo certo votare il testo della Camera».

 

Sala non vuole dare l’assalto al Nazareno. Gli è ben chiaro che il Pd è il suo azionista di riferimento. Però è arrabbiato.

Si accontentano di stare dalla parte giusta, di fare le anime belle, senza interessarsi dei risultati, senza puntare a vincere e governare, è lo sfogo che il sindaco va ripetendo da giorni ai suoi. E non approvare quel testo, per il sindaco, ma non solo per lui nel centrosinistra, equivarrebbe a porre le condizioni per perdere le prossime elezioni nel capoluogo lombardo.

beppe sala

 

Dunque per Sala il Salva-Milano è paradigmatico della linea di un Pd che non riesce a decidere. Secondo il sindaco, continuare a pensare di cavarsela ripetendo in ogni circostanza sempre la stessa identica frase, «lavoriamo per trovare una sintesi», come è stato fatto anche sul contestato provvedimento, è un escamotage del politichese, che peraltro la gente non capisce.

 

Altro terreno, il Nord: «La verità è che il Pd nelle 7 regioni sopra l’Appennino non tocca palla e prende legnate». E questo perché, invece di concentrarsi solo sul salario minimo, dovrebbe aprirsi anche al mondo produttivo. Che «non è fatto solo dalle grandi imprese ma anche da tanti piccoli imprenditori, artigiani, commercianti», e che del Nord rappresenta una parte importante, è il ragionamento del sindaco.

 

«Secondo Sala se la sinistra non parla al ceto produttivo continuerà a prendere legnate? Noi in due anni abbiamo ridato un’identità a questo partito ripartendo dai fondamentali che si erano persi, dalla battaglia per la sanità pubblica al salario minimo», è la replica di Schlein.

elly schlein intervento alla camera

 

C’è un terzo terreno di scontro: secondo il sindaco i dem devono «decidersi a parlare a quei moderati e conservatori che non vogliono stare con il centrodestra». Perché l’altra strada, quella che il Pd sta imboccando, lo porta solo a farsi condizionare dai 5 Stelle. E quindi a candidarsi a perdere pure le prossime Politiche.

 

Del resto, a chiedere al sindaco di occuparsi in prima persona dei rapporti con i moderati è stata la stessa Schlein.

(…)

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