LO STADIO DEI MISTERI - LA STORIACCIA DEL TERRENO DISSESTATO DEL SAN PAOLO VISTO IN NAPOLI-FIORENTINA NON SAREBBE SOLO CONSEGUENZA DEL “FUSARIUM”, UN FUNGO CHE ATTACCA IL MANTO ERBOSO - DIETRO C’È UNO STRANO INTRECCIO TRA DITTE DI MANUTENZIONE CAMBIATE ALL’IMPROVVISO, ERRORI GROSSOLANI E INTERVENTI TARDIVI - A INFITTIRE IL GIALLO PRIMA LE SCUSE DELLA SOCIETÀ DI DE LAURENTIIS SBUGIARDATE DAGLI ESPERTI E POI IL SILENZIO TOMBALE DEI BOYS DI AURELIONE…

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Carlo Tarallo per Dagospia

Il giallo dell'erba del San Paolo è fitto, che più fitto non si può. Ieri sera l'Italia intera ha visto in che condizioni fosse il manto erboso del San Paolo: tragiche. Si sapeva, si temeva, ed è successo: figuraccia internazionale di una intera città, con i calciatori del Napoli e della Fiorentina completamente insabbiati. "Abbiamo giocato a beach soccer", il commento più ironico. E meno male che gli azzurri si sono dimostrati più forti non solo della Fiorentina, ma anche del terreno di gioco sabbioso e quasi interamente distrutto. La manutenzione, è bene ribadirlo, non spetta al Comune di Napoli ma alla società.

"I giocatori rischiano infortuni, bisogna fare qualcosa in fretta", ha detto in tv, inviperito, l'allenatore del Napoli Walter Mazzarri. Un "fungo" e il caldo eccezionale: queste, per la società, le cause del disastro. Imprevedibili? Dagospia ha interpellato diversi esperti del settore, ed ecco che qualcosa, almeno stando a sentire le (univoche) testimonianze di chi ha curato e cura la manutenzione di altri campi di serie A, inizia ad essere più chiaro.

Il sospettato numero uno è il Fusarium (che provoca la fusariosi). Questo funghetto maledetto, che produce disastri come quello visto ieri a Napoli, non è però una piaga divina; la sua pericolosità è ben nota a chi si occupa di manutenzione di impianti di gioco.

Può essere prevenuto, secondo gli esperti, attraverso l'utilizzo di appositi prodotti nei mesi di maggio e giugno. Domanda: perché non si è provveduto in tempo, considerato che il pericolo derivante da questo fungo è straconosciuto da tutti gli esperti? Non si sa.
Ancora più "debole" l'altra spiegazione fornita dalla società: il "gran caldo". Ma fa caldo dappertutto! Giusto otto giorni fa il Napoli ha giocato a Palermo, e il terreno di gioco era pressoché perfetto. Dunque, la scusa non regge. Non solo...

Stando sempre ai diversi esperti consultati da Dagospia, stendere tutta quella sabbia durante la semina "straordinaria" effettuata per tentare di evitare la figuraccia, sarebbe stato controproducente, poiché la sabbia stessa aumenta la temperatura del terreno e contribuirebbe a bruciare i semi. E c'è anche un altro "dettaglio".

La ditta che si occupa della manutenzione è cambiata a gennaio: non si sa per quali motivi. Negli anni scorsi, con lo stesso caldo, i problemi non c'erano stati. Perché? Cosa è successo? E perché ancora pochi giorni fa l'astro nascente della società azzurra, Alessandro Formisano, dichiarava: "La situazione del manto erboso è migliorata"?
Domande destinate a restare senza risposte, poiché il nostro tentativo di ottenerle da chi sarebbe incaricato di fornirle (l'ufficio stampa contattato la scorsa settimana, quando ci arrivarono spifferi sulla figuraccia incombente) non ha ritenuto di farlo...

 

 

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