ABLYAZOV “PRIGIONIERO” DEI BRITANNICI - L'ALTA CORTE DI LONDRA GLI CONGELA 3,5 MILIARDI PER APPROPRIAZIONE INDEBITA

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Anna Zafesova per "la Stampa"

Non si sa dove sia Mukhtar Ablyazov e non si sa nemmeno quanto gli sia ormai rimasto della sua astronomica ricchezza (si stimava che avesse maneggiato asset per 10 miliardi di dollari). L'Alta Corte di Londra ha infatti congelato 3,5 miliardi di proprietà del miliardario kazako, ritenendo valide le accuse sull'appropriazione indebita. Il Kazakistan incrimina l'ex pupillo di Nazarbaev di aver dirottato oltre 6 miliardi dalla banca Bta, peraltro una volta sua proprietà conquistata durante le privatizzazioni degli anni '90.

La giustizia di Sua Maestà - pur avendo concesso ad Ablyazov l'asilo in quanto perseguitato dal regime kazako - non ha creduto alla sua tesi che gli uomini di Nazarbaev gliel'avessero sottratta con pressioni.

Del resto, la controparte non ha badato ai mezzi: i legali londinesi della Bta passata di mano hanno ottenuto dal giudice l'accesso alla posta elettronica del cognato dell'oligarca, condannato in contumacia a 18 mesi di prigione per aver dato una mano a nascondere il denaro, mentre Ablyazov correrebbe il rischio di 22 mesi per aver mentito alla corte. Secondo fonti citate dall'Ansa invece ci sarebbe già la condanna. ,

L'ex prodigio della fisica - che aveva comunque ottenuto l'asilo in Inghilterra - convertitosi agli affari appena è arrivato il capitalismo nel suo Paese, ha avuto una carriera piena di alti e bassi: è stato capo dell'ente energetico, ministro dell'Energia e Industria, per poi venire arrestato e condannato a 6 anni, ma graziato da Nazarbaev (anche per le pressioni di Amnesty). Ricostruisce il suo impero - banche, edilizia, grandi opere - e nel 2009 finisce di nuovo sotto processo.

Un'altalena che gli fa pagare ora quello che era stato il suo privilegio, l'essere stato uno di quelli che potevano ignorare la legge o riscriverla a proprio piacimento, comprare asset inaccessibili altri, venire promossi da un giorno all'altro. In altre parole, essere un oligarca. Il connubio di soldi e potere, brevettato in Russia ma tutt'altro che una sua esclusiva, permette a chi è dentro quasi tutto, ma glielo fa pagare.

Si dice che Nazarbaev nel 2006 avesse graziato Ablyazov con la condizione che si sarebbe limitato al business stando fuori dalla politica, e che si sia sentito "tradito" quando l'oligarca ha cominciato a spendere milioni per il suo partito d'opposizione e i media critici del presidente.

La stessa condizione posta a suo tempo da Vladimir Putin agli oligarchi ereditati dall'epoca eltsiniana. Chi ha disobbedito o è morto in esilio, come Boris Berezovsky, o sta scontando una condanna in un Gulag, come Mikhail Khodorkovsky. E come tanti altri, meno famosi e carismatici. Tutti perseguiti in base a accuse vere, o verosimili, con gli stessi tribunali che assecondavano gli oligarchi quando era il loro turno di prendere scorciatoie o disfarsi dei concorrenti, mostrano altrettanta spregiudicatezza nel macellarli.

Per chi non è più parte della cerchia degli "amici" l'impunità non c'è, anzi, è la volta che il regime può dare in pasto all'opinione pubblica uno degli odiati ricconi, e la giustificazione «ma lo facevano tutti» non fa che peggiorare le cose. I resti dell'oligarca diventato dissidente diventano il premio per i leali.

Nella detronizzazione di Khodorkovsky da uomo più ricco della Russia a addetto alla sartoria della prigione l'odio per un concorrente politico era inestricabilmente legato all'ambizione di nazionalizzare il suo impero, per darlo in mano ai fedelissimi del Kgb che non avevano partecipato alla spartizione della torta degli anni '90.

Ablyazov faceva parte di quelli, giovani e pragmatici, che pensavano che, finita l'epoca dell'accumulazione primitiva, si potesse anche diventare più civili ed europei, lasciandosi alle spalle i propri padrini. Ma ha dimenticato troppi scheletri nell'armadio di Nazarbaev.

 

ablyazovMUKTHAR ABLYAZOV E LA FIGLIA ALUA E LA MOGLIE ALMA SHALABAYEVATONY BLAIR NAZARBAYEV David Cameron in Kazakistan da Nazarbayev Khodorkovsky dietro le sbarre