amir e mohammed nella moschea di gaza

E’ “TIME” DI FINIRLA COL MASSACRO – STRAZIANTE REPORTAGE SUI CIVILI UCCISI A GAZA - DALL’8 LUGLIO SONO MORTI 479 PALESTINESI, TRA CUI 121 BAMBINI – E NESSUNO SA COME USCIRE DALLA GUERRA CONTINUA TRA I DUE POPOLI

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Da http://lightbox.time.com

 

suhar elasem al funerale dei suoi due bambinisuhar elasem al funerale dei suoi due bambini

Il fotografo italiano Alessio Romenzi non nutre l’illusione che i suoi scatti ai civili morti (molti sono bambini) nella striscia di Gaza, durante il conflitto fra Israele e Hamas, possano avere un impatto sulla guerra. Ma non è un buon motivo per non documentare la storia.

 

Romenzi, 40 anni, vive da cinque anni fra Israele e Palestina e spiega: «Non credo che le due parti sappiano come uscire da questa situazione. Ognuno è determinato a continuare a lottare».

 

shifa hospital a gazashifa hospital a gaza

Dall’ 8 luglio sono morti 27 israeliani e 479 palestinesi, tra cui 121 bambini. Da quando sono stati uccisi i tre ragazzi israeliani - fatto che, insieme all’assassinio dell’adolescente palestinese, ha in parte dato avvio alle ostilità - non sono più morti bambini israeliani. Le operazioni di guerra hanno ovviamente traumatizzato bambini di entrambe le parti. C’è chi critica Israele perché il suo esercito, invece che Hamas, sta colpendo troppi civili. Israele risponde che è Hamas a farsi scudo con i civili. Chi non ha colpe, resta vittima nel mezzo. Continua Romenzi: «A volte la gente muore perché si trova nel luogo sbagliato al momento sbagliato, vicino a un bersaglio. Ma nessuno sa esattamente dove siano i bersagli e perché siano ritenuti bersagli».

quattro ragazzi morti nella famiglia bakrquattro ragazzi morti nella famiglia bakr

 

profughi palestinesi a beit lahiyaprofughi palestinesi a beit lahiyapalestinesi scappano da gazapalestinesi scappano da gazapalestinesi scappano dalle casepalestinesi scappano dalle caselo cielo sopra gazalo cielo sopra gazagaza city distruttagaza city distruttaparenti delle vittime all obitorio dello shifa hospital a gazaparenti delle vittime all obitorio dello shifa hospital a gazaprofughi palestinesi nella scuola di beit lahiyaprofughi palestinesi nella scuola di beit lahiya

Il fotografo era in Libia nel 2011 e in Siria nel 2012 e ogni volta ha scelto di concentrarsi sui civili: «I bambini non dovrebbero mai essere toccati dalla guerra» dice «Ogni giorno le persone mi fermano e mi chiedono perché il mondo non interviene. Si parla molto, ma non si concretizza nulla». Il problema è che queste foto, così atroci, non fanno più effetto: «Le abbiamo già viste eppure ci troviamo nella stessa situazione. Noi fotografi lo facciamo per il futuro».