COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
VIDEO: INCONTRO EDI RAMA-DI MAIO A BERGAMO
Fabio Paravisi per www.corriere.it
luigi di maio giorgio gori edi rama
«Un’operazione di contrabbando di vaccini fatta da due ministri»: è il racconto che il primo ministro albanese Edi Rama ha fatto stamattina a Bergamo nel corso del suo intervento a «La Cultura salverà il mondo», tre giorni organizzata da «Semi - Storie di Eccellenza, Merito e Innovazione».
Rama si riferiva al ministro degli Esteri Luigi Di Maio che era seduto in prima fila nell’aula Magna dell’Università di Bergamo in quella che è stata una delle sue primissime uscite pubbliche dopo la sconfitta alla elezioni. E che non ha voluto commentare, rifiutandosi di rispondere alle domande dei giornalisti ma limitandosi a cinque minuti di intervento nel corso del quale ha ricordato l’importanza della «diplomazia cultura», e della cultura per l’Italia, «Paese con 58 siti Unesco» e la creazione della direzione degli istituti esteri, che coordina gli istituti di cultura, che fanno un lavoro fondamentale anche per l’export italiano oltre che per la divulgazione della lingua italiana». Oltre alle borse di studio della Fondazione Farnesina che crea una nuova classe dirigente in una generazione trasversale».
Nel suo intervento successivo, Rama ha parlato della situazione politica albanese e del suo rapporto con l’Italia fin dai tempi della dittatura quando i ragazzi come lui andavano a Valona non per il mare ma per seguire i programmi tv italiani. «Racconto oggi una cosa che nessuno sa — ha continuato Rama—. Io sono un albanese-italiano, Di Maio è un napoletano-albanese, abbiamo fatto insieme un’operazione di contrabbando. Che italiano o albanese sei, se resti sempre in linea con la legge?».
Rama è tornato al periodo in cui il Covid colpiva duramente l'Albania: «La gente aveva paura di morire come pesci fuori dall’acqua ma non potevamo avere il vaccino. Ho chiesto a Luigi: ci potete dare delle dosi almeno per medici e infermieri? Pfizer aveva con i governi un contratto molto capitalista: io do i vaccini a te ma tu non li puoi dare a nessuno. Una cosa tutt’altro che cristiana. Luigi ha detto: sarebbe una cosa gravissima.
Ma l’abbiamo fatta con i servizi segreti: due ministri che si passavano merci di contrabbando per salvare delle persone. Poi non potevamo nascondere i vaccini, dovevamo pure somministrarli. Gli avvocati di Pfizer minacciavano cause e volevano sapere come li avevamo avuti ma noi dicevamo solo : da un Paese amico. Io ho detto che avevamo imparato dai napoletani che non bisogna mai mollare un amico davanti alla polizia». Rama ha infine rassicurato Di Maio in merito a eventuali polemiche: «Luigi, ormai sei un uomo libero».
Rama ha definito il suo Paese «un’Italia più incasinata» e ha detto che non pensa che ci saranno problemi con il prossimo governo italiano: «Non abbiamo mai avuto problemi in passato con nessun tipo di governo, sia con la sinistra che con la destra perché apparteniamo alla stessa storia: Berlusconi sarebbe stato un buon socialista se non ci fosse già stato il posto occupato da quella parte». A proposito di elezioni italiane Rama ha scherzato con il sindaco pd di Bergamo Giorgio Gori: «Fa parte dei perdenti più incredibili della storia degli ultimi trent’anni: non so come avete fatto a perdere ma siete riusciti a infliggervi una sconfitta come nessun avversario avrebbe potuto».
Rama si è detto ottimista sull’ingresso dell’Albania nell’Unione europea: «Ci abbiamo provato tante volte ma è come organizzare un matrimonio e la sposa non si presenta. Tanti anni di dittatura ci hanno reso il paese più lontano dalla Russia (non dobbiamo fare sanzioni, lo facciamo dal 1990) e il più vicino all’Europa e agli Stati Uniti: siamo più filoamericani di un texano. Per la Ue adesso siamo più tranquilli perché ci sono già state le elezioni in Paesi come la Francia e l’Olanda: un ministro prima e dopo le elezioni sono due persone diverse, l’atteggiamento è diverso».
Bergamo, con Brescia, si avvicina ad essere nel 2023 Capitale della Cultura. «È motivo di orgoglio — ha detto Di Maio—: in questo momento storico è una grande occasione per costruire ponti e scoprire che nel mondo siamo più vicini di quanto si pensi». Edi Rama ha sottolineato che l’invito a Bergamo è uno dei pochi che ha accettato: «Vi avevo già mandato trenta infermieri durante la pandemia e oggi ho portato un artista in persona, cioè io. Bergamo è una realtà spettacolare, dovete sentirvi graziati da Dio che ha deciso di farvi nascere a Bergamo».
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