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“HANNO FATTO ANCHE UNO STICKER CON LA MIA FOTO NUDA, DA CONDIVIDERE SU WHATSAPP" – TORNA A PARLARE MARTA, LA RAGAZZA ROMANA VITTIMA DI REVENGE PORN: A 13 ANNI HA INVIATO DELLE FOTO DI NUDO AL FIDANZATO, CHE LE HA DIFFUSE IN RETE. SONO PASSATI TRE ANNI E ANCORA QUELLE IMMAGINE SONO ONLINE: “SU TELEGRAM È PIENO, MA SONO UVUNQUE. QUEI MATERIALI ALL’INIZIO CIRCOLANO TRA I NOSTRI COETANE, POI FINISCONO ANCHE NEI GRUPPI DI ADULTI” – “ORMAI I MASCHI DELLA MIA GENERAZIONE PENSANO SOLO AL SESSO GLI INTERESSA SOLO QUELLO. È COMPLICATO INSTAURARE UNA VERA RELAZIONE AFFETTIVA. IO NON CI RIESCO PIÙ…”

Luca Monaco e Andrea Ossino per www.repubblica.it

 

"Dopo dieci giorni da quella maledetta sera in cui ho mandato le foto e un video del mio corpo al mio fidanzato, un amico mi ha mandato uno screenshot di un gruppo Telegram per avvisarmi che quelle immagini stavano circolando sui social. Oltre al mio video ce n'erano altri: a Roma almeno altre 20 ragazze stanno vivendo il mio stesso dramma".

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È il febbraio del 2019 quando Marta, allora appena 13enne, invia delle sue foto di nudo al fidanzatino dell'epoca. Da quel giorno la ragazza non vive più. Oggi racconta a Repubblica come funziona e cosa significa finire nel tritacarne del revenge porn organizzato tra minorenni.

 

Perché Marta ha visto con i suoi occhi, in Rete, i video e le foto di altre adolescenti, nude. "Su Telegram è pieno - afferma - sul primo gruppo nel quale erano finite le mie foto, che ormai sono ovunque, c'erano anche i video di altre ragazze della mia stessa età. Io credo che all'inizio quei materiali circolino tra i nostri coetanei, poi però finiscono anche nei gruppi frequentati solo dagli adulti".

 

La 16enne è riuscita a raccontare il suo dramma ai genitori solo dopo tre mesi, quando a maggio 2019 il preside l'ha convocata insieme alla madre per parlare del problema e lei si è trovata costretta a cambiare scuola.

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Con precisione, "io mi ero fatta tre foto e un video - aggiunge - li ho spediti al mio fidanzato dell'epoca. Non li ho inviati a nessun altro". Perché sono diventati virali? "Il mio ex - ricostruisce Marta, che ora studia Turismo - dice che il suo migliore amico gli ha preso il telefono e ha condiviso tutto con altri. Non so come sia andata veramente la cosa, so solo che non si è mai scusato".

 

Forse perché tra una parte dei nuovi nativi digitali, che oscillano tra i social e la realtà, la pratica di scambiarsi le foto di nudo sembra essere diventata più diffusa di quanto non si creda. "Purtroppo è così - conferma la studentessa - io ho sbagliato per ingenuità, non lo rifarei. Ma mi ero ripresa solo il corpo, sopra e sotto, in intimo. Ma vi assicuro che ci sono altre mie coetanee che inviano video mentre si toccano o addirittura mentre usano i sex toys".

 

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Se le si domanda se siano i ragazzi a pretenderlo, Marta annuisce convinta. "Ormai i maschi della mia generazione pensano solo al sesso - ragiona - gli interessa solo quello. È complicato instaurare una vera relazione affettiva. Io non ci riesco più. Dopo quello che mi è successo non mi fido più di nessuno".

 

La reputazione da latin lover, o da bulli, per chi fa parte delle due baby gang 17 (Roma Nord) e 18 (Roma Sud), che si affrontano in città senza esclusione di colpi, nasce e si rinforza sul web. "Mostrando le foto delle loro ragazze nude agli amici si sentono importanti. Grandi, fighi". Lo scambio dei materiali funziona così.

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"Creano dei gruppi appositi su Telegram. Io li ho visti - assicura - Lì sopra c'è chi entra e scrive, "Avete le foto di Marta, Maria...", indicando il nome preciso. Chi le ha le condivide con gli altri, che poi si toccano con quelle immagini".

 

Il video di Marta "ancora circola - osserva - Hanno fatto anche uno sticker con la mia foto nuda, da condividere su WhatsApp". Adesso la 16enne invoca: "Voglio dire a chi mi insulta che non le faccio circolare io le mie foto. È una cosa che non riesco a fermare. Vi prego smettetela, lasciatemi in pace".