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TOH, TRUMP RICICCIA LA STORIELLA DELLE MAIL DI HILLARY CLINTON (COME ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA PER IL CASO EPSTEIN) – LA PROCURATRICE GENERALE, PAM BONDI ANNUNCIA CHE IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA HA RILASCIATO DOCUMENTI RELATIVI ALL’INDAGINE DELL’FBI SULL’USO DI UN SERVER PRIVATO DA PARTE DELLA MOGLIE DI BILL, QUANDO ERA SEGRETARIO DI STATO. È LA VECCHIA STORIA CHE TRUMP USÒ DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL 2016. ORA, LA RISPOLVERA DAL CASSETTO MENTRE È NEL MIRINO DEI SUOI STESSI SOSTENITORI: AVEVA PROMESSO LA VERITÀ SULLA “LISTA” DEL FINANZIERE PEDOFILO, MA HA IMPROVVISAMENTE RINCULATO…

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Traduzione di un estratto dell’articolo di Amanda Castro per https://www.newsweek.com/

 

pam bondi alla prigione di alcatraz 1

Il procuratore generale Pam Bondi ha annunciato lunedì che il Dipartimento di Giustizia ha rilasciato documenti relativi all’indagine dell’FBI sull’uso di un server di posta elettronica privato da parte di Hillary Clinton.

 

Bondi ha annunciato lunedì che il Dipartimento di Giustizia ha pubblicato documenti legati all’indagine dell’FBI sull’utilizzo, da parte di Hillary Clinton, di un server email privato durante il suo mandato come Segretario di Stato. La decisione arriva in risposta a una richiesta di lunga data del presidente della Commissione Giustizia del Senato, Chuck Grassley, che da tempo chiede maggiore trasparenza sull’inchiesta.

 

terzo di battito tra hillary clinton e donald trump 9

Bondi ha lodato l’impegno di Grassley, definendo la sua ricerca di responsabilità «incrollabile», e ha ribadito l’impegno del Dipartimento nel sostenere la supervisione del Congresso. Il rilascio include materiali relativi alla gestione dell’inchiesta da parte dell’ex direttore dell’FBI James Comey, che secondo i critici non avrebbe esaminato in modo approfondito prove fondamentali.

 

La […]  divulgazione arriva mentre Bondi è sottoposta a una crescente pressione per la gestione da parte del suo ufficio dei fascicoli legati a Epstein, aumentando ulteriormente le tensioni sull’approccio del Dipartimento alla gestione dei casi politicamente sensibili.

 

Qual era la controversia sulle email di Hillary Clinton?

HILLARY CLINTON TRUMP

La controversia riguarda l’uso da parte di Hillary Clinton di un server di posta elettronica privato per comunicazioni ufficiali durante il suo mandato come Segretario di Stato degli Stati Uniti dal 2009 al 2013.

 

Invece di utilizzare un account governativo con dominio state.gov, Clinton si è affidata esclusivamente a un indirizzo email personale ospitato su un server situato nella sua abitazione a Chappaqua, New York—una scelta che ha sollevato preoccupazioni in merito a trasparenza, sicurezza e rispetto delle leggi federali sulla conservazione dei documenti.

PAM BONDI VERY YOUNG

 

Clinton ha giustificato la scelta con motivi di comodità, ma i critici hanno sostenuto che in questo modo potesse controllare l’accesso alla sua corrispondenza ed evitare il controllo pubblico. Le indagini del Dipartimento di Stato e dell’FBI hanno concluso che il sistema email di Clinton violava le politiche interne e che informazioni classificate erano state trasmesse attraverso canali non sicuri.

 

Tuttavia, l’FBI concluse nel 2016 che Clinton era stata «estremamente negligente» ma non aveva agito con intento criminale, e non vennero presentate accuse. La questione è diventata uno dei temi più controversi durante le elezioni presidenziali del 2016 e continua ad essere citata nei dibattiti sulla responsabilità del governo e la sicurezza delle informazioni.

 

La decisione del Dipartimento di Giustizia di non pubblicare ulteriori documenti relativi a Jeffrey Epstein ha suscitato proteste trasversali, specialmente tra i sostenitori di Trump, che avevano creduto che l’amministrazione avrebbe rivelato completamente i fascicoli del caso.

HILLARY CLINTON EMAIL

Un memorandum non firmato pubblicato il 7 luglio ha dichiarato che non esiste alcuna «lista clienti» e che la maggior parte dei materiali è sigillata per proteggere le vittime e perché contiene contenuti sensibili, tra cui prove di sfruttamento minorile.

 

In precedenza Bondi aveva promesso trasparenza e affermato che i fascicoli erano «sulla mia scrivania», ma il Dipartimento ha poi fatto marcia indietro su queste dichiarazioni, citando vincoli legali ed etici. I critici, tra cui l’ex conduttore di Fox News Tucker Carlson e il fondatore di Turning Point USA Charlie Kirk, hanno espresso frustrazione, mentre altri, come Dinesh D’Souza, hanno invitato i conservatori a voltare pagina.

 

INSEDIAMENTO DI DONALD TRUMP 2025 - BILL E HILLARY CLINTON - FOTO LAPRESSE

Nonostante i legami passati di Trump con Epstein, non esistono prove documentate pubblicamente che lo colleghino ai crimini di Epstein. La retromarcia dell’amministrazione ha alimentato speculazioni e teorie del complotto, ma i funzionari sostengono che ulteriori divulgazioni non sarebbero né appropriate né giustificate.

 

[…]

 

Nonostante le richieste pubbliche di trasparenza, il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che non esiste alcuna «lista clienti» incriminante e che ulteriori divulgazioni sono improbabili. L’eredità di Epstein resta segnata da domande senza risposta, battaglie legali e un duraturo senso di sfiducia da parte dell’opinione pubblica.

 

HILLARY CLINTON SERVER EMAIL

[…]  Pam Bondi, in una dichiarazione condivisa lunedì dal Dipartimento di Giustizia, ha affermato:

 

«Oggi, il Dipartimento di Giustizia ha onorato la richiesta del presidente Grassley di rilasciare informazioni relative al fallimento dell’inchiesta condotta dall’ex direttore dell’FBI James Comey sulla gestione negligente da parte di Hillary Clinton di informazioni altamente classificate durante il suo mandato come Segretario di Stato.

 

Rendo omaggio al presidente Grassley per il suo incrollabile impegno, durato anni, nel far emergere la verità e chiedere conto a chi ha cercato di nasconderla. Questo Dipartimento di Giustizia è pienamente impegnato nella trasparenza e continuerà a sostenere gli sforzi in buona fede del Congresso per garantire responsabilità all’interno del governo federale.»

 

[…]

La pubblicazione da parte del Dipartimento di Giustizia dei documenti relativi a Clinton potrebbe spingere il Congresso ad avviare ulteriori indagini.

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