
DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA…
Dal blog di Toni Capuozzo - http://mezzitoni.tgcom24.it
Pubblicato dal "Foglio"
D'accordo, non è a firma del ministro degli Esteri, ma del suo staff. Che ha gestito malamente la piccola valanga di critiche, richieste di chiarimenti, lamentele sul profilo facebook di Emma Bonino, dove per qualche giorno ci sono stati interventi sulla questione dei Marò detenuti in India, e in particolare sul fatto che non sia stata colta l'occasione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite per sollevare l'attenzione sulla vicenda.
Commenti respinti al mittente come off topic, persone bannate, alcuni riammessi: non il massimo per la pagina di un'esponente radicale il cui profilo di combattente per i diritti umani è noto e apprezzato. Fino a una risposta, sempre a firma dello staff del ministro, in cui si dice testualmente: "Non è accertata la colpevolezza, e non è accertata l'innocenza. I processi servono a questo".
Così apprendiamo improvvisamente che la questione del diritto a giudicare i Marò italiani per un incidente avvenuto in acque internazionali, a lungo sola ed esile bandiera delle autorità italiane, viene ammainata definitivamente.
Dovremo adesso attenderci attestati di fiducia e commenti tipo "la giustizia faccia il suo corso", "abbiamo fiducia nella magistratura indiana", "le sentenze si rispettano"? C'è di più: siamo tra quelli che hanno prodotto importanti elementi che portano a confermare le dichiarazioni rese dai due Marò e a smentire la ricostruzione dei fatti a opera degli inquirenti del Kerala.
E ora tutto questo, che dovrebbe costituire una linea difensiva davanti a un tribunale il cui diritto a decidere è comunque in discussione, è accantonato. Pilatescamente, ci si rimette alla Corte speciale indiana. Delle due l'una: o la Farnesina è convinta della colpevolezza dei due Marò, o magari del fatto che i colpevoli della morte dei pescatori sono altri nel team dei Marò a bordo della Lexie, e con un po' di sarcasmo sfida il giudice di Dehli ad arrampicarsi sulle risultanze di un'indagine scadente anche per l'accusa. Oppure l'unica cosa provata è l'incompetenza della Farnesina a occuparsi della vicenda. Ipotesi tristi entrambe.
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