DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”
«Ho fatto il giornalista per ventisei anni, so che d' estate vi viene voglia di dualismo, che vi appassionate alle sfide».
In che senso?
«Coppi-Bartali, Carrà-Gemelle Kessler, Rivera-Mazzola… Però vi avverto. Non ci sarà alcun dualismo Toti-Parisi».
È la sfida per la leadership di Forza Italia, lo ammetta.
«Non c' è nessuna sfida per la leadership perché la ricerca di un nuovo leader non è affatto all' ordine del giorno. Venerdì siamo stati convocati dal nostro leader, che è Silvio Berlusconi».
Forza Italia sta per rivoluzionarsi?
«Forza Italia non deve rivoluzionarsi. Deve solo adattare, come tutti i partiti di centrodestra, la sua offerta politica ai tempi che corrono, alla sfida a Renzi, alla costruzione del dopo-Renzi. Di leadership e premiership è prematuro parlare».
Parisi sarà l' amministratore delegato di Forza Italia?
«Forza Italia non ha amministratori delegati per il semplice fatto che è un partito politico e non un' azienda. Un partito politico ha un presidente, e ce l' abbiamo, più un gruppo dirigente e delle persone che vogliono dare un contributo».
fedele confalonieri marina berlusconi
Parisi di quale categoria fa parte?
«Tutto il nostro gruppo dirigente è aperto a ogni contributo, ovviamente anche a quello che vorrà dare Stefano Parisi. Che si è conquistato un ruolo accettando la candidatura a Milano, dove con la squadra ha ottenuto un ottimo risultato, pur perdendo. Ci auguriamo che una risorsa come lui aderisca a Forza Italia».
Lo farà?
«Questo deve chiederlo a Parisi, non a me».
Giovanni Toti, governatore della Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi è ad Arezzo, ha appena partecipato ad un' iniziativa del "Fronte del No" ad Arezzo.
Scusi Toti secondo lei non è tempo di decidere né leader né candidato premier, insomma.
«Le priorità di questo Paese francamente sono altre. Troppa povertà, troppa insicurezza, troppa immigrazione. È tempo di darsi da fare per la battaglia referendaria che può mandare a casa Renzi. Il referendum sulla Costituzione è un appuntamento che noi dobbiamo sfruttare anche per costruire un' alternativa valida al renzismo».
Come?
«Partendo da quello che c' è, e cioè dall' alleanza tra Forza Italia, Lega e Fratelli d' Italia. E provando ad allargarlo agli amici di Ncd-Area Popolare, alle esperienze del civismo».
Alfano vi ha detto: «Scaricate prima Salvini».
«Ripeto, non possiamo costruire quello che verrà se distruggiamo quello che già abbiamo».
Questo vuol dire chiudere le porte ai centristi?
«Non direi. Non possiamo pretendere oggi da Alfano o dagli amici di Area popolare che sconfessino al referendum quello che hanno contribuito ad approvare in Parlamento.
Però...».
Però?
«Un minuto dopo la chiusura delle urne, quando il No avrà vinto, dobbiamo metterci tutti attorno a un tavolo e capire chi vuole far parte di una coalizione che può battere sia la cattiva politica di Renzi che l' antipolitica di Grillo».
Alfano secondo lei ci starà?
«Non lo so, non ci ho parlato. Ma le riflessioni in tal senso in quell' area politica mi sembrano molto autorevoli».
Se il voto del referendum portasse alla caduta del governo Renzi, FI collaborerebbe a un esecutivo d' emergenza?
«Se succedesse tutto questo, e con la vittoria del No secondo me succederà, l' Italia si troverebbe con una legge elettorale valida per la sola Camera e col Senato nel pieno delle sue funzioni. Senza entrare nel merito dei modelli, perché ora non avrebbe senso, tutte le forze politiche dovrebbero mettersi responsabilmente attorno a un tavolo per trovare una riforma elettorale che garantisca stabilità e rappresentanza».
E l' adesione a un governo d' emergenza?
«Non è possibile sapere cosa pensa il presidente Mattarella rispetto a uno scenario che è ancora troppo lontano nel tempo. Si può ragionare di tutto. Ma a una condizione.
Noi, la Lega e Fratelli d' Italia non possiamo muoverci in ordine sparso».
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