A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA…
TOTÒ CUFFARO, CHI? LA LEGA PRENDE DISTANZE DALL’EX GOVERNATORE SICILIANO, PER CUI I PM CHIEDONO L’ARRESTO IN UN’INCHIESTA LEGATA AD APPALTI NELLA SANITA’. EPPURE SOLO UN MESE FA IL CARROCCIO AVEVA SIGLATO UN’INTESA CON LA NUOVA DC GUIDATA DA TOTÒ “VASA VASA”, IN VISTA DELLE ELEZIONI DEL 2027 – L’INVERSIONE A U DEL SOTTOSEGRETARIO DURIGON, CHE AVEVA “BENEDETTO” IL PATTO ELETTORALE (“È L'INIZIO DI UN PERCORSO INSIEME”) E ORA SOSTIENE CHE “NON C’È NESSUNA ACCORDO” – I FEDELISSIMI DI ZAIA RILANCIANO: “IL GOVERNATORE HA RAGIONE A PROPORRE UNA LEGA DEL SUD E UNA DEL NORD SUL MODELLO TEDESCO CDU/CSU"
1. LEGA IN IMBARAZZO RINNEGA IL PATTO CON LA DC
Estratto dell’articolo di Serena Riformato e Giusi Spica per “la Repubblica”
La Festa dell amicizia con Claudio Durigon Toto Cuffaro e Roberto Formigoni
Totò Cuffaro chi? Per il sottosegretario Claudio Durigon «non c'è nessun accordo». Poco male che sia passato appena un mese dalla Festa dell'amicizia di Ribera, nell'Agrigentino, dove lui stesso aveva benedetto un patto elettorale tra il Carroccio e la Nuova Dc.
L'obiettivo dichiarato: liste congiunte alle Politiche 2027. «È l'inizio di un percorso insieme», aveva detto il colonnello leghista a La Sicilia. Un percorso presto rinnegato: «Niente di scritto, ora non è il momento di parlare di alleanze», si smarca il commissario regionale Nino Germanà.
[…] A disconoscere il legame è persino l'entourage di Matteo Salvini, che pure ha impostato la sua segreteria sulla crescita di consenso al Sud: «Non è un tema che interessa il vertice nazionale». Fine del dibattito.
MATTEO SALVINI - LUCA ZAIA - FOTO LAPRESSE
Il fronte settentrionale, invece, si chiude in un silenzio imbarazzato. I fedelissimi di Luca Zaia, a taccuini chiusi, si concedono una sola riflessione: «A quanto pare il governatore ha ragione a proporre una Lega del Sud e una Lega del Nord sul modello tedesco Cdu/Csu».
Del resto, all'interno della forza politica il sentiment sembra già quello, soprattutto tra quanti vogliono recuperare il radicamento territoriale delle origini: un Nord che poco vuole sapere dei colleghi del Sud.
E allora le dichiarazioni si somigliano tutte. Prendi il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo: «Io sono il segretario regionale in Lombardia e mi occupo dei lombardi, non so niente di questa storia, chiedete ai siciliani». Subito dopo l'omologo alla Camera Riccardo Molinari: «Io sono il segretario in Piemonte, non ho niente da dire su questa vicenda». […]
Un solo filo rosso: la Lega in Sicilia, questa sconosciuta. Ma è stato sconsiderato siglare un'alleanza con Cuffaro? «E lo chiede a me? Io sono lombardo», è il turno dell'ex sottosegretario Stefano Candiani. […]
2. CUFFARO E IL BACIO FATALE DELLA POLITICA L’ETERNA TENTAZIONE E L’INTESA CON SALVINI
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”
Totò che visse due volte, tre, quattro… Nella infinita parabola di se stesso, peccatore e redento, la biografia di Salvatore Cuffaro, detto Totò, si può scrivere attingendo a tutto il materiale cristologico che dai Vangeli finisce alla dissacrazione di Daniele Ciprì e Franco Maresco, apologo cinematografico apocalittico e blasfemo di quella tragedia mai seria che è la Sicilia, dove l'eterno ritorno è la misura del tempo che passa riproponendo maschere, carretti, putti, cose loro, animali, cannoli.
Qui si sfiora ancora una volta la blasfemia e non si fa cronaca giudiziaria. Totò ritorna sulla croce da cui era sceso come Barabba più che come Gesù: associazione a delinquere, corruzione, turbativa d'asta, ancora una inchiesta a Palermo, ancora una richiesta di arresto, affari e sanità intrecciati a clientele, mentre tesse nuove tele, nuove alleanze.
[…] Si cerca di tratteggiare una personalità di questo sessantasettenne, e le ragioni che lo hanno mosso lungo la strada tracciata da una passione, che è pulsione, attrazione, il bacio fatale della politica.
Sette anni di condanna definitiva, per favoreggiamento alla mafia e rivelazione del segreto d'ufficio, quasi cinque anni di carcere: la terza (o quarta) vita di Totò comincia nel 2015, quando torna in libertà e dichiara: «Basta con la politica. La politica attiva, elettorale e dei partiti è un ricordo bellissimo che non farà parte della mia nuova vita».
Fuori da Rebibbia, rilascia la sua prima intervista a Tv2000, la rete dei vescovi. Racconta il calvario – così lo definiscono amici e parenti - e la resurrezione. La vita nuova sono le terre da coltivare, l'Africa, il Burundi, il volontariato, la missione tra gli affamati.
Era stato deputato regionale, il paffuto democristiano che una sera di straordinaria televisione del settembre 1991 osò sfidare Giovanni Falcone, Michele Santoro, Maurizio Costanzo, in difesa della sicilianità dell'onore violato della Democrazia Cristiana. Era stato governatore, "Vasa Vasa", nel gesto biblico che non concepisce i Giuda, ma solo fratelli, compari, soci […]
Dal carcere esce smunto, dimagrito di trenta chili, in faccia la goliardia di un tempo spenta tra le rughe che raccolgono riflessione e penitenza. Ma la promessa a se stesso, ai figli, al pubblico, dura poco.
Il tempo di attraversare lo stretto sotto il cielo che rivede intero e gli appare come il manto della Madonna (parole sue in una straordinaria intervista rilasciata a Claudio Sabelli Fioretti qualche mese fa). Il demone morde e sbrana dentro, chiama, è l'antica tentazione: la politica. […]
matteo salvini saluta claudio durigon foto di bacco (3)
Rifonda "la" Dc, o meglio "una", tra le varie della litigiosa diaspora, la sua, sicilianissima come quella di Don Sturzo, con lo stesso simbolo e le stesse ambizioni nazionali. Lo slogan è: "la Dc è tornata, torna anche tu". In realtà vuole dire "Totò è tornato", chili compresi: perché il potere logorerà pure ma di certo gonfia mentre ti consuma, ti eccita, ti ridà vita, senso e orizzonte.
Quando conta i voti gli brillano gli occhi come di fronte a una slot machine. La Nuova Dc diventa il primo partito di Palermo, quinta città d'Italia. Ha in mano la Regione, fa e disfa dietro l'apparente governo di Renato Schifani.
Si propone agli assetati della Lega, in crisi di consensi. Fino a siglare un patto per le elezioni nazionali del 2027 con Matteo Salvini, il quale, se non cambia la legge elettorale, avrà da combattere per i seggi del Sud. È storia di un mese fa.
Celebrata con l'emissario del Carroccio nel Mezzogiorno, Claudio Durigon, a Ribera, nell'Agrigentino, alla Festa dell'Amicizia, altra reinvenzione, altra eredità diccì.
Cuffaro mette sullo stesso palco due governatori pregiudicati, il lombardo Roberto Formigoni e il calabrese Giuseppe Scopelliti, anni di carcere sulle spalle come lui, e un terzo, Rosario Crocetta, imputato per corruzione, suo successore e vecchio avversario. […]
matteo salvini claudio durigon (2)
Nella melassa barocca dei partiti sempre con le porte aperte, trova nuovi fedeli, o li ritrova, come Carlo Autieri, deputato regionale costretto a lasciare Fratelli d'Italia per una vicenda di contributi pubblici che sarebbero finiti a due società riconducibili a suoi familiari.
Nella stessa inchiesta con richiesta di arresto pendente c'è anche Saverio Romano, ex ministro, deputato di Noi Moderati. «Il mio allievo» lo definisce tutt'oggi. I discepoli tornano a lui, adepti di un culto che ha coniato e di cui ha poi cambiato il senso.
«Prima c'era il "cuffarismo": rapporto di scambio, la gente voleva qualcosa da me – dice nell'intervista a Sabelli Fioretti - Oggi c'è il "cuffaresimo": amore, affetto. Quando la gente mi riconosce, vengo accolto con sorriso e lacrime». E baci. Quelli, nella macchina del tempo, sono rimasti gli stessi. Come i voti.
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