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Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”
arrivano i giovani grillo e casaleggio e zucconi si arrende
La parola d’ordine che parte dalla Casaleggio Associati dopo la scoperta del sito Grilloleaks è: «Understatement ». Non rispondere, non rilanciare, non mettere ulteriormente in circolo una notizia che imbarazza il Movimento. Perché arriva alla vigilia di un evento considerato fondamentale, la marcia Perugia-Assisi per il reddito di cittadinanza alla quale - oggi - prenderanno parte in tanti, capitanati da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.
E perché svela un meccanismo paranoico che si è impossessato di parlamentari e uomini della comunicazione a 5 stelle fin dal loro ingresso nelle istituzioni: registrarsi a vicenda, dimostrare di essere migliori e più onesti degli altri, denunciare le malefatte altrui a Grillo e Casaleggio o agli attivisti in cerca di purezza con prove audio o video da usare alla bisogna.
Sono gli strumenti usati contro i dissidenti, tanto a livello nazionale che a livello locale. E che stavolta, chi ha ideato il sito Grilloleaks ha rivoltato contro il leader: pubblicandone una conversazione privata con i deputati andati a protestare davanti alla villa di Bibbona per l’espulsione di Massimo Artini. E minacciando nuovi audio in arrivo per gli esponenti del direttorio e i parlamentari più ortodossi.
Quel sito ieri è stato oscurato dalla polizia postale, perché - pur decidendo di non far troppo rumore - i 5 stelle hanno comunque sporto denuncia. Su quelle pagine c’erano i loro numeri di telefono privati. «Hanno pubblicato il mio numero, ma non mi ha telefonato nessuno», ha detto Beppe Grillo a chi gli chiedeva un commento, prima di partire da Roma per Perugia.
«O è l’indifferenza totale o comincio a preoccuparmi», ha detto ironico. L’unica a rompere la consegna del silenzio, nel direttorio, è Carla Ruocco, che twitta: «Già finito #Grillo-Leaks? Sospeso il sito? Proprio ora che ci stavamo divertendo... vabbè, dai. Prossimo giro di fango?». E poi linkando la pagina di registrazione del dominio: «Te lo do io il #Grillo-Leaks! Ora andiamo alla Polizina Postalina per vedere che percorsi ha fatto il simpatichino ».
In realtà, dopo l’articolo di Repubblica si sono tutti precipitati a cercare il sito: hanno ascoltato Beppe Grillo che - il 27 novembre scorso - rintuzzava le richieste di ascolto da parte dei deputati Massimo Artini (che era appena stato cacciato), Marco Baldassarre (poi uscito con Alternativa Libera), Tatiana Basilio e Silvia Benedetti (ancora dentro il Movimento). Hanno ascoltato tirare in ballo altri parlamentari, come Riccardo Nuti, Alessandro Di Battista, Laura Castelli.
Le frasi in cui Grillo rivendica a sé e Casaleggio la scelta di cacciare Artini e Pinna, o quella di espellere il consigliere emiliano Andrea Defranceschi («L’ho deciso io!»). La sua rabbia nei confronti dei parlamentari che in Emilia Romagna avevano raccolto le firme per difendere proprio Defranceschi: «Si sono messi contro il loro Movimento, è per questo che le elezioni sono andate come sono andate!».
Chi ha parlato con i vertici se la prende con la scelta di rendere noto quel sito (che pure era accessibile a chiunque). Ma sa che al centro di tutto c’è un problema politico: quello di parlamentari che vanno a parlare con il loro leader con un registratore acceso. «È un problema che al 90 per cento abbiamo risolto», dice uno dei deputati più vicini a Grillo e Casaleggio. Il resto è no comment. Almeno fino alla marcia di oggi, o alla prova delle regionali.
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