TRAVAGLISMI - CULATELLO CHE ESALTA LA DEMOCRAZIA MA NON VUOLE CHE LA GENTE VADA A VOTARE - IL SERVO ALFANO, CHE FA ARRABBIARE IL PADRONE BANANA E POI CHIEDE SCUSA - L’ARRESTO E L’EVASIONE FARSA DEL TEMERARIO DIFFAMATORE SALLUSTI - L’ALLEGRA BANDA DEL LODEN CHE PER DECRETO BLOCCA IL SEQUESTRO DELL’ILVA E COMBATTE LA CORRUZIONE DELLE ISTITUZIONI PER FINTA…

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Marco Travaglio per "Il Fatto Quotidiano"

Torna a grande richiesta la commedia all'italiana, nel solco della tradizione dei film a episodi con Sordi, Tognazzi, Gassmann, Manfredi, Vianello, Tina Pica e Walter Chiari. La pellicola, ancora in lavorazione, uscirà nelle sale a Natale. Siamo entrati in possesso della sceneggiatura dei primi quattro episodi.

Sballottaggio. Il leader di un partito chiamato Democratico organizza le primarie in linea con la ragione sociale, vince il primo round, esalta "la grande giornata di democrazia" e la strepitosa affluenza, ma poi scatena la guerra atomica per far sì che al ballottaggio voti il minor numero di persone possibile. Chi vuol partecipare deve inventarsi una scusa per l'assenza al primo turno. Quelle usate dai ragazzi a scuola (raffreddore, zia malata, cagnetta in calore, autobus in anticipo, allergia ai quaderni) non sono valide. Meglio optare per quelle dei Blues Brothers: "Avevo una gomma a terra, avevo finito la benzina, non avevo soldi per il taxi, la tintoria non ha portato il vestito, c'era il funerale di mia madre, l'inondazione, e poi le cavallette".

L'onorevole Angelino. Un tizio di nome Angelino, convinto - non si sa bene da chi e perchè - di essere il leader del centrodestra, organizza anche lui le primarie. Fissa date, detta regole, recluta candidati, intreccia alleanze, poi il suo padrone lo richiama all'ordine. Lui si dibatte un po', dice addirittura che non vuole inquisiti, poi riceve una lettera di Dell'Utri in siciliano stretto: "Le tue primarie non servono a una minchia". Vistosi perduto, va a Canossa, cioè ad Arcore, camminando in ginocchio sui ceci. Lo fanno entrare dall'ingresso della servitù, lo lasciano sei ore in anticamera, appoggiato a un panchetto, poi finalmente viene ricevuto. "Scusi Sire, non volevo, sono stato frainteso, non lo faccio più". Il Nano Supremo, magnanimo, gli rimette la livrea a righine, gli restituisce il piumino e gli consente di spolverare.

Il conte di Montecribbio. Il direttore di un coso chiamato Il Giornale, dunque convinto di essere un giornalista, diffama questo e quello, finché si busca una condanna in appello per diffamazione. Vivo stupore dell'interessato. Il diffamato, impietosito, propone di ritirargli la querela in cambio delle scuse e del risarcimento. Ma il diffamatore, per misteriosi motivi, tiene tantissimo ad andare in galera e rincara la dose. La Cassazione conferma la condanna. I giudici, pietosamente, lo mandano ai domiciliari. Lui non sente ragioni e s'incazza: o galera o niente.

Convoca la stampa per denunciare lo scandalo della magistratura politicizzata che rifiuta di arrestarlo. Si barrica in ufficio, pernotta nel cassetto della fotocopiatrice, poi la polizia lo preleva e lo traduce a casa sua. Lui twitta "C'è la faremo", diffamando anche la lingua italiana. Poi, impavido, evade sul pianerottolo. Lo beccano subito: tribunale, processo per direttissima. Lui gongola: finalmente vado in galera. Ma niente da fare: ci vuol altro che un'evasione, in Italia, per finire dentro. Il giudice, inesorabile, lo rispedisce a casa. Lui giura: non evado più. Tanto è inutile.

I ragazzi irresistibili. Un'allegra brigata di vecchietti, convinti di essere dei tecnici, occupano Palazzo Chigi e improvvisano dei consigli dei ministri. Uno si alza e s'inventa un decreto per consentire a un'acciaieria inquinante di continuare ad ammazzare la gente. Un altro propone una legge draconiana per vietare di candidarsi ai condannati sopra i 4 anni.

A nulla vale l'obiezione che 20 dei 21 onorevoli pregiudicati hanno condanne inferiori ai 4 anni (per superare detta soglia occorre mettersi a sparare). Vivo disappunto del gobbo del Quarticciolo, della saponificatrice di Correggio, del Canaro della Magliana e dei mostri di Marcinelle e di Dusseldorf, che resterebbero esclusi per un soffio dalle prossime elezioni. Ottime chances invece per Sallusti, se smette.

 

VIGNETTA BENNY DA LIBERO BERLUSCONI E ALFANO SUL RING L'ARRESTO DI SALLUSTIL'ARRESTO DI SALLUSTIL'ARRESTO DI SALLUSTIL'ARRESTO DI SALLUSTI