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Pietrangelo Buttafuoco per "Il Foglio.it"
E' successo tutto il 29 ottobre scorso, quasi una nemesi: si chiudevano le urne in Sicilia e nelle stanze di via del Plebiscito, a Palazzo Grazioli, arrivava la mesta pioggerellina dei risultati elettorali palermitani. Tutto precipitava verso il baratro e Silvio Berlusconi, scacciando come si fa con le mosche i suoi fedelissimi, si chiudeva nella camera del lettone di Putin con un ospite. E' Aurelio De Laurentiis, produttore cinematografico, arrivato di buon'ora.
"Che occhiaie grandi che hai ma che combini la notte?". Così il Cavaliere, non senza un sorriso sornione, interroga De Laurentiis che, in quel mentre, trattiene uno sbotto d'aria covato in petto e taglia corto: "Tu sei il nuovo De Sica". Tutto comincia in una notte di ottobre senza sonno. Come sempre, ormai. Aurelio De Laurentiis, produttore cinematografico, non ha mai riposo. Se ne resta pencolante nel suo letto di contenimento. Non di pazzie, per carità , è una specie di altana fatta costruire apposta per digerire e meglio far scivolare i rigurgiti dallo sterno al tubo.
"E' il nuovo De Sica". Ed è proprio l'uovo di Colombo, questo, per De Laurentiis, per risolvere "il problema". Con due film non suoi già in programmazione - "Il peggior Natale della mia vita" di Alessandro Genovesi e "Una famiglia perfetta" di Paolo Genovese con Sergio Castellitto - con seicento sale già prenotate per le festività , De Laurentiis contempla con orrore la possibilità di mancare l'appuntamento col cinepanettone e partorisce finalmente l'idea delle idee: fare recitare lui e solo lui.
Ancora due giorni, e si parte. Tutto pronto per chiudere con il montaggio. Il Foglio è in grado di ricostruire quello che, senza esagerazione, si può definire la più inaspettata trovata del Cavaliere. E' un'impresa cinematografica che ha già fatto ballare Berlino, per i suoi Orsi, Cannes, per la sua Palma e Venezia dove, assicurano gli addetti ai lavori, non solo attraverserà il red carpet conquistando quel pubblico di cinefili in altri tempi a lui ostili ma anche - è ormai certo - non mancherà di conquistare la Coppa Volpi.
"E' stato facile convincerlo", ha detto De Laurentiis agli amici interpellati con discrezione dal Foglio, "ha detto sì per divertimento e ha posto solo una condizione: âNon prendo un soldo ma dammi Edinson Cavani'. Lui, capite, deve risolvere il problema di Pato...".
I due - due presidenti di due importanti club del calcio, De Laurentiis del Napoli e Berlusconi del Milan - hanno trovato un'intesa suggellata dalla stretta di mano proprio in tema di calcio e questo accordo, senza avvocati intorno, ha già portato a dei risultati. Alfonso Signorini, direttore di Chi, ha già fatto uscire una copertina dedicata all'attaccante della squadra partenopea mentre l'offerta di un escalator sugli incassi - oltre i venticinque milioni, un premio - pare che sia stata declinata da Berlusconi chiedendo, piuttosto, altri calciatori per il suo Milan.
Un argomento, questo del calcio, che torna sempre in Berlusconi. Quando, infatti, la mattina del 29 ottobre chiamano al telefono il regista Neri Parenti, a questi, dopo i saluti e i complimenti, Berlusconi raccomanda di mettere una buona parola con Diego Della Valle e convincerlo a cedere Vincenzo Montella, il mister della Fiorentina. Il regista, sollecitato da De Laurentiis, incoraggiato dallo stesso Berlusconi, prenota un cast "neorealista". Tutte personalità - da Flavio Briatore a Daniela Santanchè, da Gianpiero Samorì al ragionier Giuseppe Spinelli - immediatamente contattate e subito messe sotto contratto, fatta eccezione per Bruno Vespa - una partecipazione gratuita la sua - che ha però chiesto un cambio merce in pubblicità per il suo nuovo libro, "Il Palazzo e la Piazza", edizioni Mondadori, continuamente messo in primo piano nelle riprese.
Ancora due giorni, si parte con la pubblicità ma, nel frattempo, qualcosa è cambiato. Così nella pellicola, come nella vita di Silvio Berlusconi. In venti giornate di lavorazione si dovrà fare tutto. Chi lo ha visto, in queste ore, incontra un Cav. trasformato. Proprio il caso di dire, "la magia del cinema". Qualcuno parla, senza esitazione, di "redenzione". Seicento sale, a dicembre, sono pronte ad accogliere il nuovo film con il nuovo Christian De Sica: "Natale a Malindi".
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