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Amedeo La Mattina per "la Stampa"
«Catarsi, ripartenza»: sono le parole usate da La Russa dopo la lunga riunione del vertice Pdl a Palazzo Grazioli con Berlusconi. Una "purificazione" che dovrebbe essere l' effetto dello scandalo alla Regione Lazio che ha travolto la giunta Polverini. Ma concretamente cosa farà il Popolo della libertà ?
Intanto il Cavaliere ha dato il via libera al ddl anti-corruzione nonostante da parte dei senatori azzurri si continuino a proporre emendamenti che tuttavia saranno soft tanto che il ministro della Giustizia Severino pensa di accoglierli se saranno «migliorativi e non soppressivi».
La strada comunque sembra spianata. Del resto Berlusconi non è più in grado di fare resistenza di fronte al pressing del capo dello Stato e alla minaccia del governo di mettere la fiducia, come hanno sollecitato ieri Bersani e Casini all'unisono. Il punto più rilevante però rimane il finanziamento pubblico ai partiti: come prosciugare o quantomeno limitare il fiume di denaro che si riversa nelle casse delle forze politiche e dei gruppi parlamentari e regionali.
L'ex premier, sull'onda dell'indignazione popolare, ha lanciato una sorta di crociata. Ha detto basta ai soldi ai partiti, ma le sue parole rischiano di rimanere lettera morta, un escamotage da campagna elettorale. Almeno finora, non c'è traccia di proposte il tal senso, né alla Camera né al Senato. E ieri all'incontro che si è svolto a Palazzo Grazioli non se n'é proprio parlato. Si è invece parlato molto di altro.
Si è parlato certo di selezione di una nuova classe dirigente, dei criteri per eleggere i coordinatori regionali e i candidati alle cariche elettive: le primarie chieste a gran voce da esponenti del partito come Alemanno, Meloni, Rampelli e Augello non trovano una particolare attenzione al vertice del Popolo della libertà .
Sicuramente ora ci sarà una maggiore determinazione da parte del segretario Angelino Alfano ad applicare regole e sanzioni a chi sbaglia, cosa che finora non è stata fatta. L'altra ideaprovocazione che Alfano ha lanciato agli altri partiti è di non ricandidare i consiglieri uscenti, ma è caduta nel vuoto.
A Palazzo Grazioli si è molto parlato di come sopravvive allo tsunami dello scandalo del Lazio. Come far convivere le anime del partito e di legge elettorale. «Non abbiamo mai usato la parola scissione - spiega La Russa - ma del modo migliore per vincere e non sopravvivere, se il modo migliore è stare uniti a testuggine oppure formare falangi separate per colpire uniti».
La terminologia militare dell'ex ministro della Difesa nasconde le preoccupazioni degli ex An di cosa abbia in testa il Cavaliere. Si candida, non si candida? Vuole rifare Forza Italia scaricando il resto del partito? Era girata la voce di un accordo segreto tra Berlusconi e Montezemolo, prontamente smentita da ItaliaFutura. Certo è che l'ex premier preferirebbe trovare una candidato alla premiership che possa mettere insieme i moderati, e in questo caso farebbe un passo indietro.
Ma questo outsider non c'è e allora toccherebbe sempre a lui fare il «sacrificio» di ricandidarsi. Una volontà che sembra scemare ogni giorno che passa. Tutto dipende dalla legge elettorale, anche la prospettiva di rimanere tutti nello stesso partito o costituire liste diverse: se nella nuova legge ci sarà il premio di maggioranza alla coalizione oppure rimane il Porcellum, che questo tipo di premio già prevede, conviene dividersi e federarsi per moltiplicare i voti; se il premio andrà al partito che vince sarà necessario inglobare in un'unica lista anche altri soggetti politici come la Destra di Storace. Berlusconi è rimasto sul vago. Ha chiesto ai big del Pdl di non litigare, di fare pulizia nel partito, ma non ha sciolto tutti i dubbi .
Il Pdl rimane in un limbo, ma Berlusconi ha un obiettivo se non riesce a riagganciare Casini e Montezemolo: crearsi una sponda nel Pd e introdurre nella legge elettorale una soglia dell'8%.
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