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TRIPOLI, BEL SUOL DI RICATTI! – NELLA MEMORIA DIFENSIVA CHE PALAZZO CHIGI HA CONSEGNATO ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE SUL CASO ALMASRI C’È ANCHE UNA LETTERA DELL’AMBASCIATORE LIBICO A TAJANI CHE DOCUMENTA LE PRESSIONI DEGLI “AMICI” LIBICI PER NON CONSEGNARE IL TORTURATORE ALLA CPI E RIMANDARLO INVECE NEL SUO PAESE (COSA CHE È PUNTALMENTE ACCADUTA): “AL FINE DI CONTRIBUIRE AL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI COMUNI...”. QUALI SONO QUESTI OBIETTIVI COMUNI? – COME DAGO DIXIT, È LA CONFERMA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA…
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli
«Gentile ministro Antonio Tajani, vogliate trasmettere la questione alle autorità competenti e seguirne l’iter, al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi comuni». Firmato, Younes Muhannad, ambasciatore libico.
Negli atti inviati dall’Italia alla Corte penale internazionale per difendersi dall’accusa di aver tradito il trattato di Roma c’è una lettera che racconta molto di quanto accaduto dal 19 al 21 gennaio, da quando cioè il presunto assassino e torturatore libico Najeem Osema Almasri viene arrestato a quando è rilasciato e rimpatriato, con un volo di Stato, nel suo Paese.
Allegato agli atti c’è un carteggio, infatti, tra il governo libico e quello italiano che documenta le pressioni che il nostro esecutivo ha ricevuto dagli amici libici per non consegnare Almasri alla Corte penale e rimandarlo invece nel suo Paese.
Da Tripoli inviano una lettera di tre pagine alla Corte di appello di Roma che da lì a qualche ora dovranno esprimersi: i magistrati della Capitale riterranno, com’è noto, che esiste un vizio procedurale (la mancata trasmissione degli atti dell’arresto da parte del ministero della Giustizia) che via Arenula non ritiene di sanare, di fatto costringendo i magistrati alla scarcerazione.
Nella lettera i magistrati libici contestano invece la legittimità del provvedimento d’arresto della Corte penale sostenendo che esistano una serie di vizi di forma e di sostanza. E soprattutto dicendo che Almasri non può essere consegnato alla Cpi ma che, invece, deve essere estradato in Libia dove esiste un procedimento penale a suo carico. [...]
Dalla lettera inviata all Cpi si capisce però come il governo libico abbia fatto pressione anche su quello italiano spostando il livello su un piano politico. «Caro ministro – si legge – è per me un piacere rivolgerle i miei più sinceri saluti augurandovi un continuo successo e prosperità».
«Esprimo – continuano – il nostro profondo apprezzamento per le solide relazioni bilaterali che uniscono i nostri Paesi, che rappresentano un modello esemplare di cooperazione tra i nostri popoli». Per questo motivo, spiega il governo libico, invia alla Farnesina la lettera «indirizzata al procuratore generale presso la Corte di appello di Roma, relativa alla richiesta di estradizione di un cittadino libico».
«Esprimendo la nostra sincera gratitudine» scrive ancora l’ambasciatore al ministro degli Esteri, «confidiamo nella vostra eccellenza affinché vogliate trasmettere alle autorità competenti e seguirne l’iter, al fine di contribuire al raggiungimento degli obiettivi comuni». Quali sono questi obiettivi comuni?
INFORMATIVA DI MATTEO PIANTEDOSI E CARLO NORDIO ALLA CAMERA SUL CASO ALMASRI - FOTO LAPRESSE
È una domanda che in queste ore si stanno facendo all’Aia dove stanno analizzando la documentazione inviata dall’Italia nella quale si ricostruisce quanto avvenuto in quelle ore e si spiega, dal punto di vista del nostro governo, il perché aver rimpatriato Almasri non significhi non aver rispettato la Carta di Roma.
Il governo lo ha motivato citando precedenti e segnalando una serie di incongruenze nel mandato di cattura arrivato dalla Cpi. Molti dei documenti sono stati ritenuti “classificati” e, dunque, almeno per il momento non divulgabili. Anche perché sono oggetto dell’inchiesta della procura di Roma sulla premier Giorgia Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri degli Interni e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio.
Il procuratore Francesco Lo Voi - dopo un primo giro di acquisizione di documenti, e dopo aver ricevuto le memorie di alcuni degli indagati, tra cui la premier Giorgia Meloni - ha chiesto nuovi accertamenti al tribunale dei ministri che sta compiendo in queste ore. Tra gli altri è stato ascoltato, come testimone, il capo della Polizia, Vittorio Pisani [...]
GIORGIA MELONI E IL CASO ALMASRI - MEME BY FAWOLLO
Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli
Almasri Osama Najeen.
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ALMAASTRICHT - MEME BY EMILIANO CARLI
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