DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1- BOSSI CHI?
Elsa Muschella per il "Corriere della Sera"
Domenica sera avevano tutti altro da fare, è chiaro. Però in passato lui era l'impegno - l'unico - di qualsiasi quadro militante in ogni afosa serata leghista di zanzare e salamelle: disertare il tavolo del Capo? Neanche a pensarci. Eppure.
Prima dei faldoni in Procura, delle note spese di sodali e figli, prima degli appunti del tesoriere rinnegato e dell'ascesa di un segretario 2.0, Bossi c'era e c'erano i Bossiani. Ora no. Trescore Cremasco, 9 luglio 2011-15 luglio 2012: due fotografie, un anno e sei giorni di inesorabile rivoluzione, la Lega che è stata e quella che non è più. Il Senatur in canottiera accompagnato da Giorgetti, Gibelli e Stucchi, circondato da amici e dirigenti, impegnato a misurarsi nella solita sfida a braccio di ferro.
Tuonava contro i militari italiani in Libia, comunicava date di scadenza solo a «quelli che nel partito sono troppo sensibili ai soldi» e restava inchiodato al suo posto, girando di festa in festa: «Credo sia chiaro chi è il leader, è uno solo, e di successione se ne parlerà tra cent'anni». Due sere fa il leader è rimasto solo, in questo luglio di appuntamenti pubblici ridotti al lumicino. Sì, i militanti non mancavano, lo hanno abbracciato, gli hanno chiesto di firmare le magliette, le ragazze di Miss Padania hanno accettato un bacio e lui le ha rassicurate su una kermesse che non morirà . Per il resto, il deserto.
Se n'è accorto, eccome, l'Umberto: «La gente mi ha voltato le spalle, non è venuto nessuno». Agli uomini della scorta che fanno notare la differenza con l'anno scorso, quando dovevano difendere il suo tavolo a spintoni, spiega: «à giusto così, capirò chi sono i leccaculo e chi veramente mi segue». Sorride, ma gela le signorine in monospalla nero e lanterna in mano pronte a sfilare sul palco: «Madonna, siete già venute al mio funerale?».
à l'estate dell'amarezza, anche se a casa un motivo per essere contenti c'è: «Ho paura che i magistrati mi rompano le palle ad agosto, si stanno dando da fare pure sulle quote latte. Se insistono andiamo coi trattori davanti ai tribunali. Sapete che mio figlio Roberto Libertà sta crescendo bene? Ora ha una fattoria vicino a Gemonio, con due asini e quattro maiali. Ogni mattina è lì, gli piacciono i campi». Maroni? «Ci vogliono far litigare a tutti i costi, io sono contento che ha incontrato i vigili del fuoco nelle zone del terremoto e che ha dato un milione di euro al nostro sindaco di Bondeno. Malgrado tutto, nella Lega sono sempre io a decidere chi espellere e chi far tornare».
2- BOSSI PASSA DAL CERCHIO MAGICO AL VUOTO PNEUMATICO
Francesco Borgonovo per "Libero"
Magari si tratta di uno scatto costruito ad arte, un tocco di genio del fotografo così lesto da approfittare dell'unico momento in cui il Capo se ne stava in poltrona da solo. Magari i commensali se n'erano andati via per pochi secondi e non di più, chi in bagno, chi a fumare una sigaretta, chi a telefonare alla fidanzata. Sarà quello che volete, però l'immagine di Umberto Bossi pubblicata ieri dal Corriere della Sera è lo spietato dipinto del momento storico della Lega Nord.
Un uomo solo, abbandonato su una seggiolina blu. Attorno a lui, il deserto. Una copia della Padania, qualche lattina, bottiglie d'acqua ancora chiuse. Negli altri tavoli, persone indifferenti: nessuno che rivolga lo sguardo all'anziano leader. Tanti che mangiano dandogli le spalle, incuranti. L'ambientazione è quella di Trescore Cremasco, dove il Senatur avrebbe dovuto tenere un comizio domenica sera. Prima del discorso era prevista una cena con gli esponenti di spicco del partito locale: stando a quanto riporta il Corriere, non se n'è presentato manco mezzo.
E l'Umberto è rimasto lì, spaesato. Dall'inclinazione della testa possiamo immaginare che si stia guardando intorno, alla ricerca di un volto amico, di un militante che venga a complimentarsi o a battergli una pacca sulla spalla. Invece c'è appena la solitudine desolante, il quadro perfido di un declino. Quest'immagine di Bossi è, appunto, una produzione artistica. Una piccola opera d'arte. Non importa che risponda alla realtà della cronaca: è comunque rappresentativa.
à il crudele emblema della situazione Lumbard, con il vecchio Capo che abbiamo separarsi in lacrime dal potere, tentare di aggrapparsi via intervista agli scampoli residui di autorità , mentre le scope sognanti e maroniane spazzavano via ciò che restava attorno a lui. Questa foto è il mondo del Carroccio rovesciato. à un'ulti - ma cena leonardesca, ma al contrario. La Guida per investitura divina (del Dio Po, nello specifico) sta assisa al centro della tavola. Alla destra e alla sinistra, però, non ci sono apostoli. E nemmeno traditori, a dirla tutta.
Nessuno che intinga il pane nel piatto covando qualche trama, anche perché Bossi, negli anni, si è premurato di sbarazzarsi di quanti contrastavano la sua linea. Ora la politica feroce e ingrata gli rende la pariglia grazie a un rullino. Il Partito comunista, quando procedeva alla damnatio memoriae, cancellava dalle foto i caduti in disgrazia. Qua, per farla un pochetto più sporca, si lascia il caduto e si volatilizzano gli altri, i quali forse temono - con comprensibile sotterfugio politico e un po' difettosa umanità - di compromettersi con gli sconfitti, di apparire legati a un tempo ormai superato, fuori tempo massimo per aggrapparsi ai treni futuri.
L'ultima cena al contrario, dicevamo. E il ribaltamento del passato. Intorno al Capo, al posto del cerchio magico, il vuoto pneumatico. E dove prima s'affollavano adulatori e servi, nemmeno compare un cameriere.
BOSSI CENA SOLO - FOTO DI STEFANO CAVICCHIROBERTO MARONI E UMBERTO BOSSI SI STRINGONO LA MANO CALDEROLI RENZO UMBERTO BOSSI ROSY MAURO TREMONTI A GEMONIO UMBERTO BOSSI CON I SUOI Umberto BossiUMBERTO BOSSI A VARESE UMBERTO BOSSI MOSTRA L'AMPOLLA ALLA SORGENTE DEL PO.jpbTremonti Maroni Bossi Calderoli
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