DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"
L'inchiesta su Finmeccanica «deve essere trasferita a Busto Arsizio, sede legale di Agusta Westland». L'amministratore delegato Giuseppe Orsi dichiara guerra ai magistrati di Napoli e chiede alla Corte di Cassazione di stabilire la loro incompetenza. Dopo aver ricevuto un avviso di proroga, dunque la conferma di essere indagato per corruzione internazionale e riciclaggio, il manager cerca di sottrarsi agli accertamenti svolti dai pubblici ministeri Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio.
E lo fa dopo aver scoperto che allegati agli atti di indagine ci sarebbero centinaia di conversazioni telefoniche e ambientali intercettate negli ultimi mesi con numerosi interlocutori, primo fra tutti l'ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi interrogato più volte dopo aver manifestato la propria disponibilità a collaborare con gli inquirenti.
Le verifiche disposte dai sostituti procuratori riguardano la vendita di 12 elicotteri al governo indiano avvenuta nel 2010, quando Orsi era al vertice di Agusta Westland. Per aggiudicarsi la commessa internazionale - questa è la contestazione - sarebbero state versate tangenti alle autorità di Nuova Delhi. à il filone principale, non è l'unico.
Ulteriori controlli riguardano quanto dichiarato da Lorenzo Borgogni, l'ex responsabile delle Relazioni Istituzionali di Finmeccanica che dopo essere stato coinvolto nelle inchieste sul Gruppo ha cominciato a collaborare con svariate procure. E ai magistrati napoletani ha raccontato: «Per quell'affare in India furono accantonati dieci milioni di euro destinati alla Lega». Accusa smentita sia da Orsi, sia dai leader del Carroccio, ma gli accertamenti proseguono e si concentrano sul ruolo di due mediatori d'affari internazionali che sarebbero stati utilizzati proprio per mascherare i finanziamenti illeciti.
Il coinvolgimento di Orsi ha certamente indebolito la sua posizione al vertice della holding e anche su questo aspetto si stanno concentrando le indagini. I colloqui con alcuni interlocutori avrebbero infatti svelato l'esistenza di una «sistema» in grado di orientare nomine e affari.
Un gruppo di persone inserite in posti chiave di istituzioni e aziende che in questo caso si sarebbero adoperate affinché Orsi restasse in sella, tra le quali spicca Ignazio Moncada, amministratore delegato di «Fata spa», una delle società del Gruppo specializzato in sistemi di difesa. L'ufficio e l'abitazione del manager sono stati perquisiti dai carabinieri del Noe agli inizi di luglio e il provvedimento firmato dai pubblici ministeri svela quale sarebbe il suo ruolo.
«Il sistema ti protegge», diceva Gotti a Orsi in una conversazione registrata il 23 maggio scorso, dopo avergli raccontato di aver incontrato Moncada e aver ricevuto rassicurazioni sulla possibilità che non venisse sfiduciato nonostante il coinvolgimento nell'inchiesta.
I magistrati hanno disposto ulteriori accertamenti e poi ordinato la perquisizione perché «vi è fondato motivo di ritenere che presso i luoghi in uso a Moncada possano trovare elementi di prova (appunti, relazioni, schemi, rubriche, elenchi) circa i rapporti intrattenuti tra lo stesso e altre persone non identificate, costituenti, secondo le riferite parole di Gotti Tedeschi, parte di un "sistema" più ampio e informale che parrebbe condizionare non solo le scelte aziendali del gruppo Finmeccanica da adottarsi in conseguenza delle indagini in corso condotte da questa autorità giudiziaria, ma che potrebbe anche aver svolto un ruolo sulla gestione di provviste illecite formatesi all'estero e facenti capo al predetto gruppo industriale». Dopo qualche giorno Orsi è passato al contrattacco.
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