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"ANDRÒ SICURAMENTE IN EGITTO, FORSE ANCHE A GAZA. NEI PROSSIMI GIORNI VISITERÒ ISRAELE E POTREI RIVOLGERMI ALLA KNESSET” – TRUMP, DOPO L’ACCORDO TRA ISRAELE E HAMAS, SI PREPARA A UN TOUR IN MEDIO ORIENTE – IL RUOLO GIOCATO NELLA MEDIAZIONE DAL GENERO KUSHNER E DALL’INVIATO SPECIALE WITKOFF, IL BIGLIETTINO RICEVUTO DAL SEGRETARIO DI STATO RUBIO E LA TELEFONATA CON NETANYAHU ("MI HA DETTO: ‘NON CI POSSO CREDERE’. E IO HO RISPOSTO: ‘ISRAELE NON PUÒ COMBATTERE TUTTO IL MONDO, BIBI”) – IL PRESIDENTE USA TEMEVA CHE L'IRAN FACESSE SALTARE LA TRATTATIVA DI PACE COSI' DA EVITARE L’ALLARGAMENTO DEGLI ACCORDI DI ABRAMO A TUTTI GLI ARABI SUNNITI CON L’ISOLAMENTO COMPLETO DI TEHERAN - VIDEO
Trump non esclude di andare a Gaza domenica
(ANSA) - "Andrò sicuramente in Egitto, forse a anche Gaza". Lo ha detto Donald Trump durante una tavola rotonda sul gruppo 'Antifa' sul suo viaggio in Medio Oriente di domenica.
TRUMP ACCETTA, PARLERÒ ALLA KNESSET
(repubblica.it) "Probabilmente nei prossimi giorni visiterò Israele e potrei rivolgermi alla Knesset. Vogliono che tenga un discorso alla Knesset e, se lo desiderano, lo farò sicuramente. Per raggiungere questo accordo si sono uniti gli sforzi di tutto il mondo, compresi i Paesi ostili, e questo è un grande risultato. La mia chiamata con Netanyahu è stata fantastica, lui è molto contento e dovrebbe esserlo anche lui".
Lo ha affermato il Presidente degli Stati Uniti, Domald Trump, in un colloquio con 'Axios'.
Telefonata Trump-Netanyahu: “Emozionante”
L'ufficio del primo ministro israeliano riferisce che Benyamin Netanyahu ha appena parlato con il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. "I due leader hanno avuto una conversazione molto emozionante e calorosa, e si sono congratulati a vicenda per lo storico risultato ottenuto con la firma dell'accordo per la liberazione di tutti gli ostaggi. Netanyahu ha ringraziato Trump per tutti i suoi sforzi e per la sua leadership a livello globale, il presidente ha elogiato il premier per la sua guida determinata e per le azioni che ha intrapreso".
IL FOGLIETTO DI RUBIO
Paolo Mastrolilli per repubblica.it - Estratti
La svolta è arrivata mentre Donald Trump teneva una tavola rotonda alla Casa Bianca, per denunciare il movimento antifa e spiegare come lo combatterà, dopo averlo classificato come un gruppo terroristico. Il segretario di Stato Marco Rubio si è avvicinato al presidente, e gli ha sussurrato in un orecchio: "Siamo molto vicini all’accordo su Gaza. Questo sarebbe il testo dell’annuncio, in modo che possa essere il primo a darlo".
Poco dopo, verso le sette della sera di Washington, quel messaggio è diventato pubblico sul social Truth: "Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi sottoscritto la prima fase del nostro Piano di Pace". Così Trump ha dichiarato il successo della sua mediazione.
"Ciò - ha aggiunto - significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, duratura e perenne. Tutte le parti saranno trattate equamente! Questo è un grande Giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d'America, e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo Evento Storico e Senza Precedenti. Benedetti i costruttori di pace!".
trump legge il bigliettino che gli ha consegnato rubio
Trump aveva fretta, per varie ragioni. Il sogno del Nobel per la Pace che vorrebbe ricevere domani, certo, ma soprattutto la possibilità di cambiare il paradigma del Medio Oriente nel lungo termine. Fretta perché il momento di chiudere è questo; perché teme che l’Iran torni ad inserirsi nella trattativa per farla saltare, in modo da evitare l’allargamento degli Accordi di Abramo a tutti gli arabi sunniti con l’isolamento completo di Teheran; perché ha bisogno di un successo in politica internazionale da rigiocarsi sul fronte ucraino.
Ha fretta, infine, perché il consenso scricchiola nel suo stesso mondo Maga, dove dal defunto Charlie Kirk agli attivissimi Candace Owens e Tucker Carlson, aumentano le voci critiche nei confronti di Netanyahu. Owens ha pubblicato uno scambio di messaggi con Kirk, che due giorni prima di morire minacciava di abbandonare la causa israeliana perché i finanziatori ebrei lo bullizzavano.
Perciò ha richiamato dalla pensione il genero Jared Kushner, architetto degli Accordi di Abramo nel primo mandato, affiancandolo all’inviato speciale Steve Witkoff. Martedì li ha riuniti alla Casa Bianca col vice JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e la capo di gabinetto Susie Wiles per definire la strategia: "Bibi ha fatto un grande lavoro usando la forza militare per mettere pressione su Hamas, ma ora deve capire che è venuto il momento di accettare la tregua".
trump nobel per la pace vignetta ellekappa
Kushner e Witkoff sono arrivati a Sharm el Sheikh per l’ultima offensiva e chiudere il negoziato. L’Onu stima che ci vorranno 52 miliardi di dollari per rialzarla, ma che diventi o meno la "Riviera" del Mediterraneo accompagnata dall’ex premier britannico Tony Blair, sarebbe comunque uno sforzo quasi insignificante, se paragonato alle opportunità economiche e geopolitiche che offrirebbe in cambio.
L’attivismo personale di Trump era evidente da settimane. Secondo il sito Politico, avrebbe scritto lui stesso il testo delle scuse al Qatar per il bombardamento di Doha, che Netanyahu era stato costretto a leggere nella chiamata all’emiro al Thani fatta durante la visita del 29 settembre alla Casa Bianca. Bibi ha smentito, e non poteva fare altrimenti, ma nessuno dubita che in un modo o nell’altro Donald lo abbia "aiutato" a fare questa concessione, anche perché glielo ha detto pubblicamente: "Non capisco perché sei sempre così negativo. E’ una vittoria, coglila!".
Trump vuole passare alla storia e capisce che questa è la sua grande occasione. L’Arabia Saudita gli ha lanciato un segnale, convincendo l’Opec ad aumentare la produzione di petrolio, in modo da aiutarlo anche a combattere l’inflazione risorgente a causa dei suoi dazi, favore negato a Biden.
Ciò basta a dare un’idea di quali enormi vantaggi potrebbero seguire, se la pace a Gaza aprisse la strada all’allargamento degli Accordi di Abramo all’intera regione, in cambio della creazione di un sentiero realistico per iniziare il cammino verso la soluzione dei due stati. Lo stesso capo della Casa Bianca è arrivato ad immaginare l’ingresso negli Accordi dell’Iran sunnita, che comunque verrebbe posto davanti ad una scelta definitiva: abbandonare le proprie mire espansionistiche da potenza dominante del Medio Oriente, in cambio dei vantaggi offerti dalla collaborazione regionale, oppure continuare la sua sfida nel completo isolamento.
Il diavolo ora sta nei dettagli, perché l’intesa annunciata riguarda la prima fase dell’accordo, ossia la liberazione degli ostaggi da parte di Hamas, il rilascio di molti detenuti palestinesi da parte di Israele e l’inizio del ritiro. Se questi impegni verranno rispettati, poi si potrà passare a ragionare sulle soluzioni di lungo termine per l’intera regione.
(…)
Il presidente ha raccontato di aver parlato con Netanyahu al telefono: "Mi ha detto: ‘Non ci posso credere’. E io ho risposto: ‘Israele non può combattere tutto il mondo, Bibi. Non possono combattere il mondo e lui lo capisce molto bene".
la festa a tel aviv all annuncio accordo israele hamas
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la festa dei palestinesi per accordo israele hamas
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