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CON TRUMP GLI AMERICANI RESTANO A TERRA - A CAUSA DELLO SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, ENTRANO IN VIGORE I TAGLI AL TRAFFICO AEREO NEGLI STATI UNITI, CHE DIMINUISCE FINO AL 10% - I 13 MILA CONTROLLORI DI VOLO E 50 MILA ADDETTI ALLA SICUREZZA NON PERCEPISCONO LO STIPENDIO DAL PRIMO OTTOBRE: PER QUESTO, STANNO INIZIANDO A DISERTARE IL POSTO DI LAVORO MANDANDO IN TILT GLI AEROPORTI - PER TRUMP IL MANCATO ACCORDO CON I DEMOCRATICI E' UN BEL PROBLEMA VISTO CHE I DISSERVIZI DELLO SHUTDOWN FANNO INCAZZARE GLI ELETTORI...
Estratto dell'articolo di Massimo Basile per "la Repubblica"
Il rito americano del volo si è incrinato. Da oggi dovrebbero entrare i vigore i tagli progressivi al traffico aereo per ogni giorno di shutdown: prima il 4 per cento, domani il 5, fino ad arrivare al dieci per cento dei voli in quaranta aeroporti.
Lo ha deciso il governo Trump, tornando indietro rispetto a quanto annunciato alla vigilia — aveva parlato di un taglio immediato del dieci per cento — per garantire la sicurezza mentre lo shutdown, il blocco dei servizi federali in mancanza di copertura finanziaria, in vigore da sei settimane, sta mettendo in ginocchio il Paese.
La misura, che porterà alla cancellazione di migliaia di voli e al caos in tutti gli aeroporti americani, è stata decisa perché la situazione dei 13 mila controllori di volo e 50 mila addetti alla sicurezza negli aeroporti sta diventando drammatica.
UN FRAME DEL VIDEO POSTATO DA DONALD TRUMP SULLO SHUTDOWN
Da oltre un mese non vengono pagati, nonostante svolgano un compito delicato. Una volta finito lo shutdown, tutti riceveranno gli arretrati, ma intanto bollette e affitto non aspettano. Lo stress sta portando centinaia di "uomini radar" a darsi malati, mettendo in crisi un sistema considerato già sotto organico. [...]
I media hanno indicato i due principali aeroporti internazionali di New York, il Jfk e LaGuardia, quelli di Washington, Los Angeles, Houston, Chicago, Orlando, Memphis, Minneapolis, Boston, Philadelphia, San Francisco e Miami. Nell'elenco ci sono anche aeroporti di medie dimensioni come quelli di Oakland, Portland e il piccolo hub di Teterboro, New Jersey, a venti chilometri da Manhattan, quello dei jet privati utilizzato da Ceo, top manager di Wall Street, sportivi, politici e artisti.
Non è più solo un'emergenza tecnica. È anche morale, perché non c'è più fiducia nell'efficienza del sistema americano. E pratica, perché sta travolgendo la vita di milioni di persone. Lo shutdown è scattato il primo ottobre, giorno dal quale il governo federale non ha più ricevuto finanziamenti. Da allora 670 mila dipendenti pubblici sono stati mandati a casa senza stipendio, mentre 730 mila lavorano senza venire pagati. I programmi di assistenza alimentare per più di quaranta milioni di persone rischiano l'interruzione.
Secondo le analisi del Congresso, le prime quattro settimane di shutdown hanno ridotto dell'uno per cento la crescita nel quarto trimestre. La perdita economica è tra i 7 e i 14 miliardi di dollari. Nonostante la Casa Bianca, con la portavoce Karoline Leavitt, scarichi la responsabilità sui democratici, accusandoli di non aver garantito i voti necessari per l'approvazione della legge di finanziamento, i sondaggi indicano che gli americani ritengono i repubblicani i maggiori colpevoli. [...]
I democratici, intanto, continuano a resistere alle richieste di tornare ai negoziati: in cambio chiedono il ritiro del provvedimento con cui Trump ha tolto i fondi federali che garantivano la copertura sanitaria a più di quattordici milioni di persone a basso reddito. Il segretario ai Trasporti Sean Duffy parla di possibile "catastrofe dei voli". [...]
Ma dopo martedì la situazione si è rovesciata: i progressisti hanno avuto la riprova che lo shutdown nuoce al governo e vogliono ottenere una vittoria per milioni di americani per i quali un posto in aereo, dopo aver perso la copertura sanitaria, non è la priorità.
DONALD TRUMP VOLEVA ESSERE UN DURO - MEME BY EMAN RUS PER L ESPRESSO
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