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Con 59 missili Tomahawk lanciati da due portaerei al largo del Mediterraneo Donald Trump dà una svolta alla sua presidenza e a sei anni di guerra in Siria. La reazione americana per la strage di Khan Sheikhoun in cui martedì mattina sono morte più di 80 persone, fra cui 28 bambini, è arrivata poco dopo le 8.30 ora di New York, quando nel Mediterraneo era notte (le 2.30 in Italia).
Gli americani hanno preso di mira la base di Al Shayrat da cui, secondo le loro informazioni, erano partiti gli aerei con le armi chimiche. Prima di colpire, riferiscono fonti del Pentagono ai media Usa, i russi sarebbero stato avvertiti, ma non c'è una conferma ufficiale. E l'attacco porterà "danni considerevoli" alle relazioni tra Russia e Stati Uniti, si legge nella nota del Cremlino.
L'attacco "viola la legge internazionale. Washington ha compiuto un atto di aggressione contro uno Stato sovrano", ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, secondo i media russi.
Poco dopo che la notizia del bombardamento è diventata ufficiale, da Mar-a -Lago, residenza in Florida dove si trova per il vertice con l'omologo cinese Xi Jin Ping ha parlato il presidente americano, che ha dato l'ordine di attacco direttamente, senza l'approvazione del Congresso: "Martedì - ha detto - il dittatore della Siria, Bashar al-Assad, ha lanciato un terribile attacco con armi chimiche contro civili innocenti, uccidendo uomini, donne e bambini. Per molti di loro è stata una morte lenta e dolorosa. Anche bambini piccoli e bellissimi sono stati crudelmente uccisi in questo barbaro attacco. Nessun bambino dovrebbe mai soffrire tale orrore".
Poi l'annuncio: "Questa sera ho ordinato un attacco mirato contro la base da cui è partito l'attacco chimico. È un interesse vitale degli Stati Uniti prevenire e fermare la diffusione e l'uso di armi chimiche mortali", ha detto. La Siria, ha aggiunto, "ha ignorato gli avvertimenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu" perché "non si possono discutere le responsabilità della Siria nell'uso delle armi chimiche". E si è poi rivolto "a tutte le nazioni civilizzate" per chiedere di interrompere il bagno di sangue in corso: "Il mondo - ha detto Trump - si unisca agli Usa per mettere fine al flagello del
terrorismo".
Dura la reazione della televisione di stato siriana che definisce il raid missilistico "un'aggressione" da parte degli Stati Uniti. I missili avrebbero colpito piste, velivoli e zone di rifornimento. Sarebbero rimasti uccisi 5 militari siriani, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh), ong che si basa sulle testimonianze dirette dalle varie regioni siriane.
Il governo russo ha annunciato la richiesta della riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Trump è invece appoggiato dal premier israeliano Netanyahu ("Messaggio Usa forte e chiaro, siamo con loro") e della premier inglese May che parla di "risposta appropriata".
Già in precedenza, nel corso della giornata di ieri, era trapelata notizia che il Pentagono stesse studiando i piani per un intervento militare in Siria. L'opzione scelta da Trump - attacco mirato da una portaerei - è secondo gli esperti Usa la più restrittiva fra quelle che gli aveva messo sul tavolo il segretario alla Difesa Jim Mattis. Il Pentagono temeva che l'uso di aerei avrebbe fatto scattare la contraerea e l'aviazione russa.
Ma è destinata comunque a scatenare polemiche: Trump è intervenuto senza chiedere l'autorizzazione del Congresso, come lo autorizzano a fare le leggi approvate dopo l'11 settembre, ma come aveva scelto di non fare il suo predecessore, Barack Obama. Che nel 2013 fermò all'ultimo minuto un attacco militare contro la Siria - che pure aveva usato armi chimiche contro la popolazione civile - giustificando la sua scelta con la contrarietà del Congresso.
L'operazione sarebbe scattate alle 2.45, ora italiana. I missili, lanciati da due navi americane presenti nel Mediterraneo, avrebbero colpito piste, velivoli e zone di rifornimento. Secondo fonti militari siriane e esplosionoi avrebbero causato vittime.
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