DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
donald trump con jared kushner e mark fields sergio marchionne
Incentivi attraenti: taglio delle imposte e meno vincoli burocratici per chi rimane e crea posti di lavoro. Svantaggi al limite dell' intimidazione: dazio doganale pari al 35% sul valore delle vetture costruite altrove. Donald Trump si presenta così agli amministratori delegati delle tre grandi case automobilistiche Usa, invitati ieri mattina alla Casa Bianca: Mary Barra di General Motors, Mark Fields di Ford e Sergio Marchionne di Fiat Chrysler.
Trump non entra nel dettaglio: solo quanto basta per allettare i manager, come si vede dai commenti rilasciati alla fine. Marchionne: «Apprezzo il focus del presidente per rendere gli Stati Uniti un luogo per concludere affari. Non vediamo l' ora di lavorare con lui per rafforzare l' industria manifatturiera americana». Fields (Ford): «Siamo molto incoraggiati dalle politiche economiche del presidente. Possiamo dare vita al Rinascimento nella manifattura americana».
Infine Barra (General Motors): «C'è una grande opportunità di lavorare con il governo per migliorare le condizioni ambientali, la sicurezza e la creazione di posti di lavoro».
Le industrie hanno già cominciato ad adattarsi. C'è, però, almeno un problema di filiera industriale: in media il 51% dei componenti degli ultimi modelli di Gm, Ford e Fca proviene dal Messico. Spostarne la produzione negli Stati Uniti significherebbe aumentare in modo consistente i prezzi delle macchine.
donald trump oleodotto keystone
Trump ha poi aggiunto una frase che deve essere piaciuta in particolare a Marchionne: «Anch'io sono un ambientalista. Ma qui le regole sono fuori controllo». Il 12 gennaio scorso l'Epa, Environmental protection agency, aveva notificato a Fiat Chrysler la violazione delle norme sulle emissioni di gas per alcune vetture diesel. E proprio mentre il presidente spiega agli ospiti la sua visione ecologista, i funzionari dell' amministrazione impongono il black out mediatico all' Epa: niente comunicati o dichiarazioni pubbliche. Tutto fermo, dunque, in attesa dell'arrivo del nuovo direttore, Scott Pruitt, appoggiato dai petrolieri.
PROTESTE CONTRO L'OLEODOTTO KEYSTONE
Intanto le notizie spingono Goldman Sachs a inserire le azioni Fca nella lista di quelle consigliate per gli acquisti. Anche la Borsa di Milano premia il titolo. Susanna Camusso, segretaria della Cgil, interviene con una battuta: «Marchionne ha una passione per i presidenti americani». Come dire: era entusiasta ai tempi del piano auto di Obama, lo è oggi con il neo protezionismo di Trump.
Sempre ieri il nuovo leader ha firmato un ordine esecutivo per riprendere la costruzione degli oleodotti Keystone XL e, soprattutto, il Dakota Access, bloccato da Barack Obama dopo la lunga protesta della tribù dei Sioux. Le tubature collegano i giacimenti di Bakken, nel North Dakota, alla centrale di stoccaggio di Patoka nell' Illinois, attraversando la riserva dei nativi americani, con il rischio di contaminarne le risorse idriche. I Sioux, appoggiati dai movimenti ecologisti, preparano altre manifestazioni. Una costante in questi primi giorni dell' era Trump.
L'OLEODOTTO KEYSTONEPROTESTE CONTRO L'OLEODOTTO KEYSTONEPROTESTE CONTRO L'OLEODOTTO KEYSTONE
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN…
DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI…
DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA…