“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Marco Imarisio per il Corriere della Sera
Le segnalazioni ricevute dagli operatori e dai cittadini vanno condivise. A pagina 12 del manuale che regola l' attività della sala operativa c' è scritto così. L' operatrice della Prefettura che in buona sostanza non ha preso sul serio l' allarme lanciato dal cuoco Quintino Marcella dopo la chiamata ricevuta dal suo amico Giampiero Parete, appena scampato dalla valanga dell' hotel Rigopiano, almeno ha eseguito le istruzioni. Anche se forse non le conosceva.
È una funzionaria di primo livello, da alcuni anni responsabile dell' area economico-finanziaria. Stava facendo un lavoro che non era il suo, chiamata in servizio fin dal mattino, quando il prefetto Francesco Provolo ha deciso di aprire la sala operativa per fare un coordinamento unico dei soccorsi sul territorio.
Anche quella chiamata è stata condivisa. La funzionaria si esprime in modo discutibile, quasi sprezzante. Ma quando replica a Marcella che il crollo è noto da ore e riguarda solo la stalla poco distante dal Rigopiano, si limita a riportare una informazione che le viene data ad alta voce da una terza persona. Nell' audio si sente chiaramente la donna che riferisce ad altri quel che le viene detto dal cuoco, riceve una risposta, e la ripete tale e quale all' interlocutore.
la valanga dell hotel rigopiano
Agli investigatori che l' hanno sentita ieri mattina per conto della Procura interessa soprattutto la ricostruzione delle disfunzioni che avrebbero infine portato a una serie di omissioni da parte della Prefettura, che quella sera aveva avocato a sé il compito di gestire l' emergenza sul territorio. A cominciare dal reclutamento di personale non esattamente esperto di contatti con il pubblico e da un funzionamento delle comunicazioni abbastanza complicato. Prima della telefonata di Quintino Marcella, la sala operativa al secondo piano del palazzo di piazza Italia aveva già ricevuto un allarme, che proveniva proprio dal cuoco superstite del disastro.
Con ordine. Sono le 17.09 quando dopo infiniti tentativi Giampiero Parete riesce a chiamare il 118. Viene agganciato alla cella di Chieti, la più vicina in linea d' aria. Appena sente il nome del Rigopiano, l' operatore chiede di attendere in linea, «un attimo che le passo Pescara». La linea viene girata al centralino che ha sede proprio all' ospedale Santo Spirito, dove verranno portati tutti i sopravvissuti al disastro. La telefonata è concitata, e come potrebbe essere altrimenti, ma chiara.
hotel rigopiano mappe geomorfologiche
«Non so se è un terremoto o una valanga, ma è crollato tutto, ci sono tanti dispersi». L' operatore riattacca e chiama la sala operativa della Prefettura. Non è facile valutare a posteriori il tono di voce e le espressioni usate per riferire il contenuto della conversazione. Gli investigatori hanno l' impressione che l' operatore del 118 si sia mostrato scettico. «Pare sia venuto giù un albergo...».
Alle 17.15 dalla Prefettura chiamano l' unità aerea della Guardia costiera chiedendo se sia possibile effettuare un sorvolo del Rigopiano. La risposta è negativa, il tempo è pessimo. Non succede più nulla per 24 minuti. Alle 17.40 un altro funzionario si ricorda di avere il numero di Bruno Di Tommaso, il direttore del Rigopiano. Si trova a Pescara, al mattino è andato proprio in Prefettura per avere lumi sullo sgombero della strada. Alle 15.44 ha inviato una mail accorata chiedendo aiuto per l' evacuazione degli ospiti. Ma a domanda sul crollo, risponde che non gli risulta, «ci ho parlato poco fa». Nessuno gli chiede quando, l' ora precisa dell' ultimo contatto con il Rigopiano.
Il povero Parete riesce finalmente a contattare Quintino Marcella alle 18.03. L' amico e datore di lavoro contatta nell' ordine il 112, il 118 e infine il 113, che lo ascolta e lo mette in contatto con la sala operativa. La conversazione con la funzionaria dura pochi minuti. Il ristoratore di Silvi Marina vacilla quando l' improvvisata operatrice gli fa balenare l' ipotesi che si tratti di uno scherzo fatto con il telefono dell' amico, ma a sua insaputa.
Capisce comunque di non essere stato creduto. Ripete lo stesso giro di telefonate per due volte. Fino a quando un operatore del 113 si convince e gli chiede il numero di Parete, per contattarlo direttamente. Alle 19.40 chiama di persona la sala operativa della Prefettura. «Guardate che sembra seria, ma davvero...». A posteriori la risposta ha un retrogusto amaro. «Sì, lo sappiamo, ci siamo già attivati».
MAIL INVIATA DALL HOTEL RIGOPIANO
Sono trascorse due ore e 31 minuti dalla prima telefonata di Parete. Ai magistrati il compito di stabilire se quel tempo andato perso tra confusione ed equivoci sarebbe potuto servire per salvare qualche vita umana.
Rigopianohotel rigopiano 3hotel rigopiano prima della slavina
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