DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
"Meglio un giorno da leone che 100 anni da pecora". Uno dei più celebri slogan partoriti dalla fertile retorica di Benito Mussolini finiscono nella campagna di Donald Trump per le primarie repubblicane per la Casa Bianca. Il miliardario lo infila in un Tweet, consapevole, ma non si sa fino a che punto, di innescare un grande dibattito e tanti retropensieri.
Msnbc lo intervista e chi gliede spiegazioni. Trump non si sottrae. "Voglio essere associato a buone citazioni. Sapevo di citare Mussolini. E' una bella citazione, è interessante, mi piace come suona.
Che differenza fa se è Mussolini o un altro? Alla domanda se, con quel tweet, volesse alimentare un paragone con Mussolini, se volesse essere "associato con un fascista", Donald tiene il punto: "Voglio essere associato a belle citazioni".
Poi, questa volta su Cnn, Trump evita anche di prendere le distanze dal Ku Klux Klan. Gli chiedono di condannare David Duke e di affermare esplicitamente di non volere il voto dei suprematisti bianchi. Al che Trump risponde: "Non so niente su David Duke. Non so quello che mi sta chiedendo sulla supremazia bianca e sui suprematisti bianchi. Mi sta facendo una domanda per la quale dovrei parlare di persone di cui non so nulla".
Il tweet sulle "belle parole" di Mussolini ha il potere di rimettere in moto la macchina della memoria dei media americani. Ed ecco spuntare dagli archivi un articolo pubblicato su Vanity Fair nel settembre 1990. Un pezzo in cui l'allora moglie del miliardario rivelava come il suo Donald amasse tenere sul comodino un libro con la raccolta dei discorsi tenuti da Adolf Hitler sul comodino.
Nell'articolo, inoltre, si sottolineava, citando ancora i colloqui con l'entourage di Ivana, come Trump prendesse seriamente "gli aspetti delle sue origini tedesche: John Walters lavora per la Trump Organization e quando visita l'ufficio di Donald, saluta con 'Heil Hitler', probabilmente un gioco di famiglia. Ivana Trump ha detto al suo avvocato Michael Kennedy che ogni tanto il marito leggeva un libro con i discorsi di Hitler, 'My New Order'", aggiungeva Vanity Fair.
Il tweet viene inevitabilmente impugnato dai rivali di Trump nella corsa alla candidatura del Gop per la Casa Bianca. Il più diretto, Ted Cruz, ha avvertito via Cnn: "Il treno di Donald Trump potrebbe diventare inarrestabile" se non verrà arginato al "Super Tuesday" del primo marzo, in cui si esprimerà complessivamente quasi un quarto dei delegati repubblicani.
Tra l'altro, Cruz ha definito Trump una "copia carbone" della democratica Hillary Clinton e ha aggiunto: "Lui non sa nemmeno cosa vorrebbe fare da presidente" degli Stati Uniti e la sua nomina tra i repubblicani avrebbe "conseguenze catastrofiche".
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