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TRUMP VUOLE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE DROGATA. IL GUAIO È CHE L’EUROPA, IMBELLE, GLIELE DARÀ ENTRAMBE – A POCHI GIORNI DALLA SCADENZA DELLO STOP AI DAZI, IL 9 LUGLIO, GLI STATI UNITI MINACCIANO NUOVE TARIFFE DEL 17% SUI PRODOTTI AGRICOLI EUROPEI. TRUMP PRETENDE CHE BRUXELLES CONCEDA ESENZIONI PARTICOLARI ALLE AZIENDE AMERICANE, E CHE COMPRA GAS E PETROLIO (A CARO PREZZO) DAGLI STATES – GLI STATI UE SPACCATI TRA CHI VUOLE CEDERE SUBITO (MERZ E MELONI) PUR DI NON INDISPETTIRE IL TYCOON E CHI INVECE È DISPOSTO A RITORSIONI PESANTI (MACRON E SCHOLZ), COME QUELLE ATTUATE DALLA CINA. CHE POI HA TROVATO UN’INTESA DECENTE CON WASHINGTON…
DONALD TRUMP MOSTRA LA TABELLA CON I NUOVI DAZI
TRUMP, FIRMATE 12 LETTERE PER I DAZI, PARTIRANNO LUNEDÌ
(ANSA) - Donald Trump ha firmato 12 lettere relative ai dazi a diversi Paesi, che saranno inviate lunedì. Lo ha detto il presidente, secondo quanto riferito dall'agenzia Bloomberg. Trump ha spiegato che le missive hanno diversi importi sulle tariffe e non ha specificato a quali Paesi saranno inviate.
DAZI, PESSIMISMO SULL’ACCORDO USA-UE: IPOTESI NO DEAL. FT:“MINACCIA DEL 17% SUI PRODOTTI AGRICOLI”
Estratto da www.lastampa.it
guerra commerciale tra usa e ue
Gli Stati Uniti hanno minacciato di colpire le esportazioni agricole dell'Ue con tariffe del 17% in una drammatica escalation del loro conflitto commerciale con Bruxelles.
Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti. La richiesta dell'ultima ora arriva a pochi giorni dalla scadenza del 9 luglio. Donald Trump vuole che Bruxelles conceda alle aziende americane esenzioni dalle regole e riduca il suo surplus commerciale con gli Stati Uniti.
[…] La mossa, spiega il Financial Times, è arrivata prima della scadenza del 9 luglio per concordare un accordo commerciale, dopo la quale gli Stati Uniti hanno dichiarato che imporranno tariffe del 20% su tutti i beni dell'Ue se non verrà raggiunto un accordo.
DONALD TRUMP CON IL CARTELLONE DEI DAZI
Il presidente Donald Trump vuole che Bruxelles conceda alle aziende statunitensi ampie esenzioni dai regolamenti e che riduca il suo surplus commerciale con gli Usa.
[…] E' quanto emerge dalle discussioni avute nella riunione degli ambasciatori Ue, dove sembra che il pessimismo si stia diffondendo in vista della scadenza del 9 luglio. «Siamo esattamente dove eravamo la settimana scorsa. Non c'è mai stato un senso di ottimismo. Tutti, fin dall'inizio, dicevano che sarebbe stato difficile», ha riferito all'AGI una fonte diplomatica.
URSULA VON DER LEYEN PRESENTA LA NUOVA COMMISSIONE EUROPEA
«Non c'è un accordo chiaro, tutte le opzioni rimangono sul tavolo», ha confermato una seconda fonte. L'obiettivo rimane comunque di arrivare a un accordo di principio entro il 9 luglio per evitare che tornino i dazi al 20%. I colloqui - a quanto si apprende - andranno avanti anche nel weekend. […]
DAZI, MURO USA ALLE RICHIESTE UE TRATTATIVE A OLTRANZA FINO A LUNEDÌ
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin e Alberto Simoni per “La Stampa”
Gli americani si sono irrigiditi e stanno alzando la posta. È questo, in sintesi, il messaggio che il capo di gabinetto di Ursula von der Leyen ha trasmesso ai rappresentanti dei 27 governi ieri, durante una riunione dedicata a fare il punto delle trattative dei giorni scorsi tra il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, e le sue controparti americane.
DONALD TRUMP - DAZI COMMERCIALI
Gli esponenti dell'amministrazione Usa non soltanto non sembrano disposti ad accettare le richieste europee di esentare determinati settori dai dazi, avanzate per «digerire» il mantenimento del livello-base al 10%, ma insistono con la domanda di abbattere alcune barriere non tariffarie e addirittura hanno minacciato di introdurre dazi al 17% sull'export dei prodotti agroalimentari, andando a colpire un settore politicamente molto sensibile in Europa.
Proprio ieri c'è stata una telefonata tra Giorgia Meloni e il presidente americano Donald Trump. Per parlare soprattutto di Ucraina, ma anche di dazi.
URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI - VERTICE SUL PIANO MATTEI PER L AFRICA - FOTO LAPRESSE
«Non posso dire cosa accadrà – ha messo le mani avanti la premier – perché la competenza è della Commissione. Da parte italiana, abbiamo lavorato per fare in modo che il rapporto con gli Usa fosse franco e costante, teso a cercare di risolvere insieme i problemi. Dobbiamo essere soddisfatti per essere riusciti a ricostruire un dialogo, vedremo nei prossimi giorni». Durante la missione negli Stati Uniti del commissario Sefcovic non c'è stata alcuna schiarita.
[…]
L'impressione – spiegano fonti Ue qualificate – è che tutto sia nelle mani di Trump. Lunedì sarà il 7 luglio e in assenza di un'intesa il 9 scadrà la pausa «concessa» dal presidente americano. Un accordo di principio entro quella data consentirebbe di evitare l'aumento dei dazi, rinviandolo per dare spazio ai negoziati di secondo livello. Diversamente da mercoledì scatterebbe l'aumento: Trump aveva minacciato il 50%, ma l'aspettativa è che in una prima fase dovrebbero salire al 20%.
DONALD TRUMP CONTRO L EUROPA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
A quel punto l'Ue non potrà non rispondere […]. E su questo punto si riaprirebbe il dilemma che minaccia di rompere la compattezza Ue: accettare un accordo non ottimale pur di evitare una guerra commerciale oppure mostrare i muscoli e far scattare la rappresaglia?
Le contromisure sono sul tavolo, ma solo una piccola parte è già stata approvata e dunque al momento le armi europee sono spuntate. Per questo la prima linea sembra essere prevalente, ma fonti diplomatiche avvertono: «Prima di decidere, vogliamo avere un quadro chiaro. E questo quadro ancora non c'è».
Trump gioca con il tempo, visto che la scadenza del 9 luglio è dietro l'angolo e i tentativi di posticipare l'innesco delle tariffe per 170 Paesi non hanno sin qui prodotto grandi risultati. Parlando dall'Iowa giovedì sera, il capo della Casa Bianca aveva annunciato per il giorno successivo l'invio di lettere a dieci Paesi alla volta per comunicare il livello di dazi cui il loro export verso gli Usa sarà soggetto.
GIORGIA MELONI PONTIERA BY ELLEKAPPA
È una mossa che evidenzia l'impossibilità di negoziare e chiudere intese con tutti i Paesi coinvolti nei dazi reciproci. Dopo aver sbandierato il 2 aprile che l'America era pronta a discutere con chiunque e aver lanciato lo slogan, «90 accordi in 90 giorni», il presidente ha riposto nel cassetto l'ambizione: «Ci sono oltre 170 Paesi, e quanti accordi possiamo fare? È troppo complicato», ha commentato.
Il caso delle discussioni con l'Unione europea è evidente. Ma pure con il Giappone ci sono nodi che all'inizio sembravano superabili e che poi – complici anche le imminenti elezioni legislative – si sono ulteriormente ingarbugliati. [….]
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