DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA…
Ettore Livini per “la Repubblica”
Alexis Tsipras studia il rimpasto di governo, prova a ridurre i danni della rivolta di Syriza e tenta (con l’aiuto di Mario Draghi) di dare un primo segno di ritorno alla normalità alla Grecia: il ministero delle Finanze ha messo a punto un piano per riaprire la banche da lunedì, senza togliere però controlli di capitali e limite di 60 euro al giorno. E nelle prossime ore, se non ci saranno sorprese, il premier darà il via libera alla fine dopo quasi 20 giorni di chiusura. Lo strappo del voto di venerdì nelle file del partito è ancora doloroso.
varoufakis in parlamento contro l accordo firmato da tsipras
E pare molto probabile a questo punto che Atene, - dopo aver votato il nuovo memorandum e firmato il terzo piano di salvataggio con i creditori - torni alle urne per elezioni anticipate, con ogni probabilità in autunno. «Gli sviluppi della situazione in queste ultime ore ci obbligano tutti a fare una serie di riflessioni – ha detto il ministro degli Interni Nikos Voutsis, uno dei fedelissimi del premier - . Ed è probabile che si vada a un voto anticipato tra settembre e ottobre». Forse, secondo alcune fonti, a ridosso di quelle elezioni spagnole dove una possibile vittoria di Podemos potrebbe cambiare gli equilibri in Europa.
Si vedrà. La priorità – come ripete a tutti Tsipras in queste ore – è portare a casa l’accordo con Ue, Bce e Fmi e ricevere i soldi necessari a evitare il default. I sette miliardi promessi dall’Eurogruppo dovrebbero consentire di rimborsare senza problemi lunedì mattina Bce e Fmi.
Ma da qui a fine anno esistono altre pesanti scadenze e la Grecia deve per forza firmare il compromesso per avere i finanziamenti necessari a onorarle. Le prime mosse del leader di Syriza confermano le indiscrezioni dei giorni scorsi: cercherà di far passare le riforme chieste dalla ex Troika in Parlamento con la stessa maggioranza (ormai inesistente viste le defezioni dei radicali) Syriza-Anel. Facendo conto sui voti dell’opposizione.
Le 39 defezioni dell’altro ieri non sono destinate a rientrare e il governo conta oggi in Parlamento 127 voti su 300. In teoria il Comitato centrale di Syriza potrebbe riunirsi e “licenziare” i ribelli obbligandoli a restituire il seggio alle “colombe”: il presidente del Consiglio aveva fatto firmare a tutti prima delle elezioni un codice di condotta che obbligava alla disciplina di partito. Difficile però che scatti l’operazione.
Mercoledì pomeriggio, alla vigila del dibattito in aula, 107 dei 201 membri del massimo organo della formazione hanno scritto a Tsipras contestando il compromesso con la Ue. Un documento che non è riuscito a far deragliare il risultato ma che vale come segnale al premier: la minoranza controlla il Comitato centrale. Ergo: di epurazioni non si parla. E anche il rimpasto allo studio ieri è rallentato dalle resistenze dei ministri dell’ala radicale, riottosi a rinunciare alla poltrona.
Le probabili elezioni in autunno sono figlie di questa situazione. E’ difficile che il governo di minoranza possa durare più di un paio di mesi. Farne uno di unità nazionale, come vorrebbero a Bruxelles, è impossibile. Tsipras non sarebbe disponibile e con lui nemmeno Syriza che in aula ha 149 seggi su 300.
Proprio per questo il presidente del Consiglio sta provando a tenere unito il partito: l’idea è di ripresentarsi tutti assieme alle urne, cercando di lasciare meno impronte digitali possibile sul memorandum. Grazie ai bizantinismi della legge elettorale ellenica, il primo ministro potrebbe tra l’altro scegliere direttamente i candidati, un arma potentissima da usare con i dissidenti. La speranza è che alla prova dei fatti valgano ancora gli ultimi sondaggi che davano il partito al 38%. Probabile che a quel punto le opposizioni – sollecitate dalla Ue – si uniscano in un cartello pre-elettorale pro-Europa per provare a soffiare alla sinistra il premio di maggioranza e arrivare al ribaltone.
protesta contro l accordo che schiaccia la grecia 1
Per ora i greci, anche ieri in fila ordinata per ore davanti ai bancomat, tifano perché riaprano le banche. Lunedì sarà il D- Day ma l’operatività sarebbe ridotta all’osso per evitare assalti agli sportelli a ritirare i soldi: l’unica novità dovrebbe essere la possibilità di accumulare i prelievi mancati. Se per due giorni non si va allo sportello, per capire, si possono ritirare 180 euro. Una soluzione per ridurre i disagi.
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