“O’ GUAGLIONE” E VALTERINO, BERLUSCONI LI FA E POI LI ACCOPPIA - “FU LAVITOLA CHE ACCREDITÒ DE GREGORIO PRESSO BERLUSCONI E INSIEME GESTIRONO IL PASSAGGIO DI PARLAMENTARI DAL CENTROSINISTRA AL CENTRODESTRA IN CAMBIO DI SOLDI” - RAPPORTI CON CARABINIERI, FINANZIERI E 007 - FINMECCANICA, ORSI E QUELLA TANGENTE “VOLANTE” DI UN ELICOTTERO AL PRESIDENTE MARTINELLI PER AGGIUDICARSI LE FORNITURE A PANAMA…

Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

Sarebbero stati Valter Lavitola e Sergio De Gregorio a gestire il passaggio di parlamentari dal centrosinistra al centrodestra in cambio di soldi. A dichiararlo è uno dei testimoni chiave dell'inchiesta napoletana sugli affari illeciti gestiti dal faccendiere con il senatore. Si tratta di Andrea Vetromile, per circa sedici anni ragioniere del gruppo di aziende che fa capo al parlamentare, che ha deciso di collaborare con i magistrati di Napoli Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio.

I dettagli di questa «operazione» svelata un mese e mezzo fa, sono stati coperti da «omissis» perché le verifiche sono tuttora in corso. E non sono le uniche. Gli accertamenti delegati dai pubblici ministeri ai poliziotti della Digos e alla Guardia di Finanza riguardano l'identificazione di alcune «talpe» che avrebbero anticipato agli indagati notizie sui fascicoli giudiziari. Ma anche l'approfondimento degli interessi di Finmeccanica in Centroamerica e le tangenti che sarebbero state versate per ottenere appalti e commesse.

LA COMPRAVENDITA IN PARLAMENTO

È il 29 febbraio scorso, Vetromile risponde alle domande degli inquirenti sui finanziamenti all'editoria e sulla gestione dei soldi. Poi ripercorre le origini del rapporto tra i due indagati. E afferma: «Fu Lavitola che accreditò De Gregorio presso Berlusconi». Racconta la storia politica dell'attuale senatore, i suoi passaggi da un partito all'altro fino all'approdo nell'Idv di Antonio Di Pietro. E poi aggiunge: «Lavitola caldeggiava l'operazione di passaggio di De Gregorio nelle fila del centrodestra. Voglio precisare anche che l'accordo del passaggio di De Gregorio al centrodestra venne così lautamente remunerato».

La cifra è coperta da «omissis», così come i dettagli di quello che il testimone svela subito dopo: «Anche Lavitola, come De Gregorio, doveva "traghettare", in virtù dell'accordo con Berlusconi, quanti più parlamentari e senatori possibili dal centrosinistra al centrodestra».

Dei rapporti tra De Gregorio e Silvio Berlusconi parla anche uno degli imprenditori che il senatore cercò di coinvolgere negli affari, Porcelli. «Ho sentito con le mie orecchie le conversazioni che De Gregorio aveva per telefono con Berlusconi e ho visto De Gregorio andare a Palazzo Grazioli. Ho visto De Gregorio con il presidente del Consiglio di Dubai che è anche presidente del circuito Master Card ed è presente nel cda di American Express, con il quale era in ottimi rapporti. Li ho visti presso l'Albergo Minerva vicino al Pantheon a Roma in un convegno di imprenditori.

Lì De Gregorio si mostrava in ottimi rapporti anche con sceicchi di Abu Dhabi. Addirittura De Gregorio una volta mi promise un grande regalo. Una sorpresa. Che ci fu. E mi abbagliò. Mi convocò ad un evento politico del 2008 al Palapartenope. Io andai e, ad un certo punto, venni convocato sul palco. A quel punto Berlusconi in persona mi premiò come amministratore di una delle più promettenti aziende meridionali. Insomma De Gregorio veramente ha relazioni ad alto livello».

CARABINIERI, FINANZIERI E 007

In queste «relazioni» Porcelli inserisce anche quelle con uomini delle Forze dell'ordine. E spiega: «Più volte l'ho visto con generali di Carabinieri, Finanza, ecc». Altri dettagli li fornisce Patrizia Gazzulli, la segretaria di De Gregorio accusata di aver favorito gli illeciti e per questo finita agli arresti domiciliari. «Mi risulta che De Gregorio aveva rapporti con esponenti di vertice della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Polizia di Stato.

Mi risulta che avesse rapporti molto stretti con il generale Pollari per averli visti alcune volte insieme al Senato e con il generale De Donno dei carabinieri, con il quale poi questi rapporti si ruppero. Questa ultima circostanza mi risulta perché il De Gregorio mandò via dalla sera alla mattina una ragazza che lavorava con lui Eleonora De Simone in precedenza segnalata da De Donno. Mi risulta che adesso lavori alla "G Risk" di via Tagliamento», a Roma.

La «rete» nelle forze dell'ordine viene ritenuta interessante dagli inquirenti per individuare eventuali «talpe» che avrebbero «soffiato» notizie sulle indagini in corso al parlamentare, ma anche a Lavitola. È stata la sorella di quest'ultimo a rivelare come il faccendiere fosse informato sui provvedimenti giudiziari che lo hanno riguardato, compreso l'ordine di perquisizione delle cassette di sicurezza.

E lui stesso - in una telefonata intercettata il 29 agosto scorso - conferma di aver saputo, insieme a Berlusconi, dell'avvio dell'inchiesta sui soldi che Gianpaolo Tarantini avrebbe chiesto all'allora premier per tacere sul reclutamento delle ragazze da portare alle feste di palazzo Grazioli e Villa Certosa. La notizia venne pubblicata da Panorama, il settimanale della famiglia Berlusconi, e Lavitola racconta all'amica che contatta al cellulare di essere all'estero per evitare conseguenze. Effettivamente in questo modo riuscì a sfuggire alla cattura, mentre finirono in carcere lo stesso Tarantini e la moglie Nicla.

FINMECCANICA E L'OK DI ORSI

È un'informativa trasmessa dagli investigatori della Digos di Napoli il 27 dicembre scorso ad evidenziare come «nel capitolo della corruzione internazionale si inquadrano le forniture fatte allo Stato di Panama dalle società Selex, Telespazio Brasile e Agusta Westland (tutte controllate da Finmeccanica), a seguito dell'accordo cosiddetto G. to G. (intergovernativo) siglato a Panama il 30 giugno 2010 dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal presidente panamense Ricardo Martinelli.

Proprio in relazione a tale «affare», nel corso delle intercettazioni, sono state registrate numerose conversazioni che hanno messo in evidenza la centralità della figura di Valter Lavitola che, godendo di stretti rapporti con le massime autorità del paese centroamericano, dei suoi contatti con l'onorevole Berlusconi e con alcuni alti dirigenti della Finmeccanica Spa, ha svolto un ruolo essenziale per la positiva conclusione dell'affare».

Tra questi alti dirigenti c'è sicuramente Paolo Pozzessere, all'epoca responsabile del settore acquisiti che per Lavitola era un punto di riferimento. E infatti è lui, il 21 agosto 2011, ad assicurare al faccendiere la messa a disposizione per Martinelli di un elicottero che, questa è l'accusa, è in realtà una parte della tangente per le commesse ottenute.

Dichiara Pozzessere al telefono: «Guarda che su questa cosa, soprattutto il contratto, soprattutto quello di Selex perché Augusta... Credo che un elicottero glielo possa dare rapidamente, soprattutto se si mette di mezzo lui... il capo dico, quindi quello è un problema che secondo me si può risolvere facilmente, quello. Quello della Selex lo vedo messo male perché siamo in mano ad un'azienda che non ha una guida, lo vedi no? Eh, hanno levato di mezzo l'unico che se ne occupava ... figurati un po'».

Secondo gli inquirenti il «capo» a cui fa riferimento è l'amministratore delegato Giuseppe Orsi, che prima di approdare all'apice della holding era amministratore delegato di Augusta Westland che, come sottolinea il giudice «aveva concluso un contratto di fornitura di elicotteri con il governo di Panama, in forza del memorandum del giugno 2010», vale a dire l'accordo tra governi.

 

 

LAVITOLA PRELEVATO DALLE FORZE DELL'ORDINE - FOTO GENNY MANZOSERGIO DE GREGORIO E VALTER LAVITOLASERGIO DE GREGORIOLavitola appena sbarcato a FiumicinoSERGIO DE GREGORIO - Copyright PizziWOODCOCK E FRANCESCO CURCIOPOZZESSERE PAOLORicardo MartinelliGiuseppe Orsi ELICOTTERO AGUSTA WESTLAND AW