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1. UN FAVORE?
Jena per "La Stampa": E se invece gli avessero fatto un favore?
2. I NEMICI DI SEMPRE NON FESTEGGIANO "ORA SARÃ TUTTO PIÃ DIFFICILE"
- BINDI: "PER ME QUELLO DI IERI NON Ã STATO UN GIORNO POLITICAMENTE FELICE"
Federico Geremicca per "La Stampa"
Ci sono giornate che aspetti per anni, poi quella giornata arriva e tu non sai più bene se è valsa la pena attendere tanto, se hai fatto un affare oppure no. Con qualche approssimazione, è più o meno questo l'umore incerto dei «nemici di sempre» nel giorno in cui Silvio Berlusconi - detto anche il Dottore, il banana, il Caimano e, più gentilmente, il Cavaliere - decade dalla sua carica di senatore. Il Pd si interroga sui rischi e i vantaggi di un tale accadimento e non trova una risposta. O meglio, come da un po' di tempo a questa parte, ne trova due: quella degli amici di Renzi e quella dei nemici di Renzi...
Insomma: è un buon affare, per il governo, una maggioranza senza Berlusconi, anzi con Berlusconi che va all'opposizione affianco a Grillo e si prepara a cannoneggiare Palazzo Chigi un giorno sì e l'altro pure? E sono stati un affare, per il Pd, questi quasi quattro mesi vissuti pericolosamente, con l'obiettivo prioritario di «applicare la legge», di «dare esecuzione a una sentenza», di mettere - insomma - Silvio Berlusconi fuori dal Parlamento?
Enrico Letta - e lo ha detto subito - non ha dubbi, ne è valsa la pena: il governo ora è più forte perché la maggioranza è più coesa. Ma tra i Democratici, in verità - e non solo per faccende congressuali - non sono in molti a pensarla come lui, anche in un giorno tanto atteso come questo.
Non la pensa come lui, per esempio, Sergio Cofferati: «Quella di Letta è un'affermazione che non ha elementi razionali a sostegno». E anche Rosy Bindi - icona antiberlusconiana per antonomasia - non è ottimista: «Per il governo comincia una fase più difficile, non più facile». Paolo Gentiloni, renziano dichiarato, aggiunge: «L'idea che maggioranza e governo siano più forti è tutta da dimostrare: ci vorrebbe almeno una "fase due" dell'esecutivo, con una visibile discontinuità ».
Ma Beppe Fioroni, anti-renziano ugualmente dichiarato, replica: «Il governo è più forte perché a farlo cadere, ora, dovrebbe essere il Pd: e io voglio vedere quale segretario mette la faccia in un'operazione che porta alle dimissioni di Enrico Letta...».
Non è però solo questione di chi fa cadere chi: è anche questione di chi fa cosa e perché. E dunque: cosa può fare Letta con una maggioranza magari più coesa ma certo più ristretta, tanto che - per iniziare - escono dall'agenda quelle riforme costituzionali che pure sono la vera «missione» affidata alle larghe intese dal Capo dello Stato? «Potrà fare poco, immagino - profetizza Rosy Bindi -.
Con Berlusconi che lo attacca dall'opposizione, anche Alfano dovrà alzare la sua asticella. Il Cavaliere dirà "troppe tasse"? Alfano dovrà dire lo stesso, e per Enrico saranno problemi... Vedo all'orizzonte una competizione interna al centrodestra della quale noi del Pd rischiamo di pagare il prezzo».
Non solo: per quanto può contare - e conta molto - c'è anche un problema elettorale e di consenso all'orizzonte: «Per Letta e per il Pd - azzarda Gentiloni - può essere pericolosissimo farsi "testare", come si dice, alle prossime Europee: sono per antonomasia elezioni con voti "in libera uscita", si svolgono con metodo proporzionale e Berlusconi e Grillo le giocheranno tutte in chiave anti-euro e anti-Europa, come i movimenti populisti che vanno radicandosi in tutto il Vecchio Continente. In due parole: rischiamo di rimetterci le penne».
Dunque sono un guaio la decadenza di Berlusconi e il passaggio di Forza Italia all'opposizione? «Possono diventarlo - annota Rosy Bindi -. Per me quello di ieri non è stato un giorno politicamente felice, e non maramaldeggio sulle vicende di Berlusconi. Tolte le riforme costituzionali, che vedo svanire all'orizzonte, che resta da fare al Pd e al governo? La legge elettorale da riformare, certo: e dobbiamo a tutti costi riuscirci. E poi il semestre europeo, che non è poco, intendiamoci. Ma da anti-renziana come sono, dico che su questo Matteo ha ragione: il governo fino ad ora ha usato la nostra prudenza, ora deve usare le nostre idee e il nostro coraggio...».
E quindi? Come chiudere questa giornata prima tanto attesa e ora così temuta? Forse affidandosi alla vena filosofica di Beppe Fioroni: «Può succedere di tutto, ma Letta deve andare avanti - dice -. Del resto, con la fine della Seconda Repubblica, siamo entrati in una fase di caos primordiale, dove tutto finisce e tutto comincia». Caos primordiale, già . E figurarsi se il caos può spaventare il Pd...
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