enrico letta ugo sposetti

“QUELLA DI ENRICO LETTA FU UN’IDIOZIA” – UGO SPOSETTI, EX TESORIERE DI PCI, PDS E DS: “PENSAVA DI POTER PORRE UN FRENO ALL’AVANZATA DEI 5 STELLE TOGLIENDO I RIMBORSI ELETTORALI AI PARTITI, MA FU UNA VALUTAZIONE IDIOTA” – “SE LA DEMOCRAZIA È UN VALORE, HA BISOGNO DI VIVERE. NON POSSIAMO VEDERLA COME UN COSTO, MA COME UN BENE PUBBLICO ASSOLUTO. SI POTREBBE EQUIPARARE LA NORMA DEL 2 PER MILLE ALLE MODALITÀ CHE SI UTILIZZANO PER L’8 PER MILLE. OPPURE…”

Estratto dell'articolo di Cosimo Rossi per “QN – La Nazione – Il Resto del Carlino – il Giorno”

 

ugo sposetti foto di bacco (2)

Ugo Sposetti, classe 1947, dirigente, senatore e deputato dal Pci al Pd. Lei da tesoriere che nelle temperie anti-politiche degli anni 2000 ha sempre difeso la funzione democratica e il finanziamento della politica anche in contrasto col suo stesso partito, cosa pensa del fatto che si torna a parlare di finanziamento pubblico ai partiti sull’onda delle vicende liguri?

«Non confondiamo le cose. Il finanziamento pubblico non c’entra niente col caso Liguria o altro. Questa è una distorsione che fanno i media».

 

FINANZIAMENTO PUBBLICO images

[…] Sui costi della politica gli italiani sono sempre divisi a metà: circa un cittadino su due non si fida dei partiti...

«È sempre colpa dei partiti... Se la democrazia è un valore, ha bisogno di vivere attraverso soggetti, luoghi, istituzioni. Non possiamo vederla come un costo, ma come un bene pubblico assoluto.

 

Bisogna porsi il problema di chi, dove e come forma le classi dirigenti. Per rispondere a queste domande dobbiamo agire di conseguenza. In Italia abbiamo tentato in più occasioni di distribuire risorse, ma sempre con difficoltà. Prima ci sono stati i referendum radicali, poi Grillo e il M5s. L’allora premier Enrico Letta pensò di poter porre un freno all’avanzata dei 5 stelle togliendo i rimborsi elettorali. Un’idiozia. Una valutazione demente».

enrico letta

 

Testuale?

«Ringrazio per la premura. Confermo quel che ho detto. Si consideri che, mentre il governo italiano tagliava i rimborsi, il Parlamento europeo svolgeva consultazioni tra i 27 Paesi sul regolamento che destina risorse ai partiti rappresentati in aula e le loro fondazioni.

 

FINANZIAMENTI PUBBLICI

E tutti i Paesi, Italia compresa, hanno approvato. Perché al Parlamento europeo sì e in quello italiano no? E non mi risulta che in questa campagna elettorale qualcuno si stia sognando di obiettare».

 

Quindi come si dovrebbe intervenire in Italia secondo lei?

«Si potrebbero fare due cose semplicissime. La prima è equiparare la norma del 2 per mille alle modalità che si utilizzano per l’8 per mille. C’è un fondo, ma non tutto viene utilizzato, perché molti contribuenti non indicano nessun partito.

REFERENDUM FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI

 

Si potrebbe distribuire il cosiddetto inoptato come avviene per l’8 per mille, che viene redistribuito in modo proporzionale a come si sono pronunciati i contribuenti sulle confessioni religiose. La seconda cosa, molto più semplice, è prendere il regolamento del Parlamento europeo e trasferirlo pari pari nella legislazione italiana. Io lo avevo proposto nel 2014, quando si discusse il decreto di Letta».

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