DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Estratto dell’articolo di Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI AD ATREJU
L’ anno scorso erano a Castel Sant’Angelo, quest’anno si sono presi il Circo Massimo e magari già pensano al Colosseo, perché è chiaro che i Fratelli d’Italia progettano piuttosto in grande, diciamo così. Atreju (comincia oggi: hanno messo sul palco Bertinotti, Buttafuoco e Bonolis, preparate i popcorn), ormai, non è più una festa, ma una fantasmagorica celebrazione. Di partito. E di governo. È una prova di forza. […]
La sensazione è precisa camminando nella valle tra il Palatino e l’Aventino, che è stata completamente pavimentata ed edificata, un’opera spaventosa, costosa, con enormi tendostrutture trasparenti da film di fantascienza e la solita pista da pattinaggio su ghiaccio, stavolta addirittura […]
Intanto da un furgone scaricano due porchette di dimensioni mai viste in natura. Il ristorante è in stile OktoberFest […] E poi, appunto, c’era Atreju: è il protagonista del romanzo fantasy La storia infinita , tutto ruota intorno alla lotta contro il Nulla che avanza ed è per questo che Meloni&Company si sentivano autorizzati a dibattiti spiazzanti, mai banali, spesso anche trasformati in tremendi trappoloni mediatici.
A Gianfranco Fini, all’epoca leader di An e ministro degli Esteri (non ci siamo fatti mancare niente), sollecitarono un appello per aiutare il popolo dei kaziri, al che lui iniziò ad argomentare: «Conosco bene la situazione...»; a Berlusconi venne invece chiesta la disponibilità a scendere in piazza contro la feroce repressione di un dittatore del Laos, Pai Mei, che ovviamente non è mai esistito.
È così che sono arrivati fin qui. E ora se la godono. Ecco le prime auto blu. I cappotti (di cachemire) blu. La parata. Il potere. I ministri, i sottosegretari, i portaborse. La pasta e fagioli fumante e i cartelloni con la narrazione di un governo che fa meraviglie. Le statuine del presepe e una gigantografia di Giorgia (la kermesse, domenica prossima, chiuderà con il suo comizio).
Attesa per la sorella Arianna, che arriverà tra gli inchini, e il codazzo della plenipotenziaria (con delega alle seccature: l’anno scorso toccò a lei prendersi cura dell’ex quasi cognato, il mitico Giambruno, comparso all’improvviso) e per il presidente argentino Javier Milei (ma un anno fa venne Elon Musk, e fu evento).
Programma immenso, con altri 377 ospiti: unico grande assente, Matteo Salvini (dice che è impegnato con il congresso della Lega lombarda, farà solo un videocollegamento: parecchi Fratelli l’hanno comunque preso come l’ennesimo sgarbo). In compenso è previsto molto Pd, da Bettini a Letta, da Gualtieri a de Pascale, il nuovo governatore dell’Emilia-Romagna; però non ci sarà Elly Schlein, che ha fatto sapere: anche no, grazie.
Certo Elly un po’ li ossessiona (e preoccupa?): il suo volto compare infatti su una lunga sequenza di cartelloni, di fronte ai quali c’è il meraviglioso pantheon di FdI. Con le foto di Oriana Fallaci e don Bosco, Maria Montessori e Cristoforo Colombo. Pure Colombo era di destra? Genny Delon Sangiuliano ci aveva parlato solo di Dante. Vabbé.
«La via italiana»: è scritto ovunque. Sulle recinzioni e negli stand, dove troverete ad accogliervi i ragazzi e le ragazze di Gioventù nazionale. Un anno fa erano lì, tutti gentili e premurosi, con le facce buone da boyscout, ma poi un’inchiesta di Fanpage scoprì che alcuni di loro uscivano da Atreju e andavano a gridare «Sieg Heil! Sieg Heil!», o anche «Duce! Duce!» (con il braccio teso). Il loro leader, il deputato Fabio Roscani, assicura però che tutti i colpevoli sono stati allontanati. […]
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