prodi conte ursula merkel

URSULA E MERKEL ARMANO LA PENNA DI PRODI PER SFERRARE IL CALCIO DEL SOMARO A CONTE – “LA CRISI ITALIANA STA SPAVENTANDO L'EUROPA. PER ALLONTANARE QUESTA CRESCENTE PAURA DOBBIAMO URGENTEMENTE DARE VITA A UN GOVERNO IN GRADO DI RISPONDERE ALL'ALLARME DEI NOSTRI PARTNER" - IL "MORTADELLA" PENSA A UN GOVERNO GUIDATO DA UNO DEL PD. È LA LINEA FRANCHESCHINI E DI QUEL PEZZO DI PD CHE HA LASCIATO  RENZI COL CERINO ACCESO...

Giovanni Sallusti per “Libero quotidiano”

 

Prodi

La campana a morto per l'avvocato di Volturara Appula suona sulle colonne del Messaggero, e la firma non è di qualche becero opinionista destrorso, bensì di Romano Prodi. Proprio lui, il padre/padrino dell'equilibrismo cattocomunista, del matrimonio tra centro gattopardesco e sinistra militante in nome della lotta all'Uomo Nero, ieri Berlusconi, oggi Salvini, domani forse la Meloni.

 

Nonché l'uomo di fiducia di certi poteri internazionali (Bruxelles ma non solo, guardare anche più a Est, direzione Pechino) per mantenere un ordine gradito nel Belpaese. Ebbene, Prodi ha vergato un editoriale sul quotidiano romano, intitolato "L'unica via possibile per uscire dalla crisi", ancora più obliquo e curiale del solito, in cui il sottotesto è assai più pregnante del testo, e in breve recita: l'unica via possibile è pensionare Giuseppi.

MERKEL URSULA VON DER LEYEN

 

Il nome di Conte, ovviamente, non lo trovate mai, e già questo è un segnale, nel tardo democristianese praticato dal Professore. Trovate, piuttosto, perifrasi analitiche del genere: «La crisi italiana sta spaventando l'Europa. Per allontanare questa crescente paura dobbiamo urgentemente dare vita a un governo in grado di rispondere positivamente all'allarme dei nostri partner».

 

Già di fronte a queste frasi, fossimo nel legale pugliese, comporremmo immediatamente il numero del mentore Guido Alpa, per assicurarci un futuro lavorativo extra-politica. Per il capofila del cattolicesimo bergogliano, ulivista e mainstream, è urgente dare vita a un nuovo governo, perché l'attuale non è in grado di «rispondere positivamente all'allarme dei nostri partner», ovvero anzitutto del binomio di Erinni teutoniche Ursula&Angela.

 

URSULA VON DER LEYEN ANGELA MERKEL

Prodi pensa a qualcosa di più di un Conte-Ter, come emerge dall'estratto meno allusivo del suo intervento: «Non è raccogliendo qualche parlamentare in cerca di sistemazione che si prepara il nostro futuro, ma preparando i provvedimenti necessari per costruirlo». Sta mettendo in discussione lo stesso schema di sopravvivenza di Mister Pochette: l'offerta di un piatto di lenticchie ai disperati che si aggirano sempre per le aule parlamentari. No, il volto se ce n'è uno del centrosinistra italico chiede un esecutivo politico, non meramente aritmetico, che dal Mes al progetto complessivo del Next Generation Eu abbia una chiara impronta europeista-progressista.

 

AVANTI UN DEM Tradotto: chiede un cambio di cavallo a Palazzo Chigi, un governo guidato da un mammasantissima del Pd che possa recuperare anche Italia Viva, conscio che i miracolati a Cinque Stelle pur di non tornare alle precedenti occupazioni (i pochi che ne avevano una) si farebbero andar bene anche Mastella (pardon, l'hanno già fatto).

 

angela merkel ursula von der leyen

È la linea-Francheschini (purissima sinistra Dc come il Professore, e come il presidente Mattarella, guardacaso), è la linea di quel pezzo di Pd che ha mandato Renzi a schiantarsi per far fuori Conte, e ora passa al secondo tempo dell'operazione. Il punto è che non aveva capito con chi aveva a fare, il premier devoto a Padre Pio e a Travaglio. Peggio, pensava di averli fregati tutti.

 

Di aver irrevocabilmente schiacciato il Pd sul Movimento, di averlo ridotto a un partito di sinistra-sinistra nella versione gradita alla Casaleggio&Associati, e di riuscire là dove aveva fallito il grande nemico, il Matteo fiorentino: andare all'incasso del fantomatico Grande Centro. Costruire davvero attorno a lui (non ridete, l'ambizione acceca, a maggior ragione se coccolata dai giornaloni) la Balena Bianca 4.0. Dimenticando che il Pd è anche, e soprattutto, establishment, che il Grande Centro non esiste, esiste un patto di gestione del potere tra la sinistra post-democristiana e la sinistra post-comunista che affonda le sue radici perfino nella Prima Repubblica.

giuseppe conte

 

Figuratevi se lo facevano scassare da Peppino Conte. No, appena chiacchiere e sondaggi su un ipotetico "partito di Conte" hanno acquisito una minima consistenza, si sono mossi. E con la primissima fila, il simbolo stesso dell'Ulivo, che di quel patto fu a lungo sinonimo. Da oggi, per Giuseppi è solo una questione di conto alla rovescia.

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