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PROCESSO A MARINO NEL CIRCOLO PD - VIDEO
Chiara Pellegrini per “Libero Quotidiano”
Una piccola sala retrò, sede del circolo del Partito democratico di San Basilio, con luci al neon, manifesti che declinano il meglio dell' iconografia della sinistra impegnata, ha accolto la rentrée pubblica di Ignazio Marino. L' ex primo cittadino, delegittimato dal suo partito davanti a uno notaio, è venuto a confrontarsi con la base ma anche a togliersi più di un sassolino dalla scarpa.
Si presenta in una veste salvifica, il re Taumaturgo di tutti i mali del Pd, di cui conferma di avere ancora «la tessera» e proprio questa ragione di voler andare «in tutti i luoghi» per «salvare il partito in particolare quello romano dal suicidio». E per Marino a parlare di suicidio sono proprio numeri «perché né io né gli analisti abbiamo la certezza di una vittoria del Pd alle prossime elezioni».
L' ex inquilino del Campidoglio attacca poi le scelte del partito, a partire dai «commissario che abbiamo nel Partito democratico, al Comune abbiamo un altro commissario che divide con un prefetto la responsabilità di guidare la città in un momento importante e delicato per Roma come il Giubileo, e poi abbiamo i sub-commissari che governano i Municipi. Per me non c' è altra definizione per questo che sospensione della democrazia», tuona Marino.
Marino elenca i presunti goal delle sua giunta e la sala applaude. «Sei il nostro sindaco e scusaci a nome di chi non ti ha capito» e «Candidati da solo, noi ti votiamo», mentre lo scattoso segretario del circolo, Matteo Sculco, che aveva organizzato l' incontro «per celebrare i funerali della sua fallimentare esperienza amministrativa» non riesce a contenere i logorroici interventi degli iscritti.
«Noi non siamo con Renzi», urlano dalla sala. Ma non ci sono solo applausi per l' ex chirurgo. Non mancano gli scontenti come tale Rocco Palaia, un iscritto che dice di essere stato a fianco di Marino in diverse campagne elettorali, «sindaco la sua giunta non ci ha mai ascoltato», afferma, «e quando vi abbiamo comunicato che c' erano infiltrazioni mafiose qui a San Basilio, lei, sindaco, ci è venuto a parlare di lampioni intelligenti».
Lui, Marino, recita la parte del capro espiatorio e confessa di sentirsi «come il chirurgo che ha superato il momento più critico e sa che se continuerà quell' intervento salverà quella persona. Ma se nel momento mentre mette i punti dove ha tolto quello che non andava il chirurgo viene portato via, e fortunatamente questo in sala operatoria non succede, cosa accade a quel paziente?».
Difende poi le proprie scelte politiche dal risanamento dell' Atac, all' allontamento della «bancarelle di Tredicine», subito tornate «a piazza Navona», come «i camion bar» e «non vorrei», lancia un monito per il futuro «si trovasse una motivazione, ad esempio il Giubileo, per riaprire Malagrotta». Staremo a vedere.
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