VAFFAN-CURIA! - LETTERE ANONIME, MINACCE E RICATTI SONO LITURGIA GLORIOSA NELLE STANZE TORBIDE DI SANTA ROMANA CHIESA - COME IL SUPERSCANDALO DELL’ESTATE 1999, NATO DA SOFFIATE ANONIME, CHE FECE SCOPRIRE UN MINESTRONE PICCANTE DI MESSE NERE, INCONTRI CLANDESTINI ETERO E GAY E COMPLOTTI MASSONICI - D’ALTRONDE LA STRATEGIA DELLE EPISTOLE (FUMANTI) SENZA FIRMA È LA CONSEGUENZA DI UN VATICANO DIVISO IN CLAN E CORRENTI CHE SI SPUTTANANO A BOTTE DI DELAZIONI PER ACCHIAPPARE FETTE DI POTERE…

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Marco Politi per "il Fatto quotidiano"

Gran svolazzar di corvi in Vaticano. "Funerali a corte" è il sinistro augurio rivolto da un anonimo prelato al cardinale Bertone, in una lettera gentilmente recapitatagli. La missiva rivela l'atmosfera di malumori, rancori e divisioni che si respira in Curia.

"Una bufala estiva", la qualificano i collaboratori del pontefice. Nel senso che oltre il Portone di Bronzo non aleggia - come forse qualcuno si illude - un'aura paradisiaca, ma fra i tanti che lavorano a maggior gloria di Santa Romana Chiesa c'è anche un proliferare di professionisti della lettera anonima. "Per i collezionisti - racconta un veterano di Curia - non c'è che l'imbarazzo della scelta: ogni settimana partono almeno tre lettere anonime". Indirizzate a tutti i livelli.

Carriere bloccate, sorpassi nelle promozioni, soffiate su amanti vere o presunte , delazioni su rapporti gay, favole metropolitane come il corridoio segreto che permetterebbe a monsignori poco casti di ritrovarsi a Trastevere per passare notti allegre: un'orgia di rumors e ciacole che finiscono in massa in una produzione di epistole senza firma, al cui confronto la rivista Chi fa la figura di un bollettino parrocchiale e Alfonso Signorini pare un timido chierichetto.

D'altronde la "circolare" anonima, che costruì un altarino di fango sull'ammenda penale inflitta a suo tempo per il reato di "molestie" dai giudici di Terni al direttore dell'Avvenire Boffo, non era stata redatta da mangiapreti. Vittorio Feltri ebbe la colpa e la responsabilità di rilanciare la polpetta avvelenata, ma la cottura era avvenuta in forni di christifideles ambrosiani.

Nell'estate del 1999 nel Palazzo apostolico si assistette impotenti all'esplodere di un superscandalo di soffiate anonime, raccolte addirittura in un libro pubblicato dalle edizioni Kaos (nomen omen) con il titolo di Via col vento in Vaticano. Un minestrone piccante di messe nere, incontri clandestini etero e gay, complotti massonici, scontri per promozioni mancate.

Il libro era passato inosservato, ma qualcuno ebbe l'infelice idea di denunciare uno degli autori (scoperto), un vecchio protonotario apostolico , mons. Luigi Marinelli. Partita la denuncia, si scatenò un circo mediatico internazionale mentre in Vaticano dilagava il gioco di società: "No, non era il cardinale a circuire la suora, ma il suo segretario... che dici, l'azzimato monsignore abbracciato in macchina a un ragazzino non è diventato arcivescovo, l'hanno promosso invece a...". Finì che il Vaticano - alla maniera berlusconiana ante litteram - insabbiò il processo.

L'annuncio minaccioso di "grandi funerali a corte", che qualcuno ha voluto persino leggere come minacce di morte rivolte al braccio destro di Ratzinger, è piuttosto l'equivalente di un romanesco "te possino..." scagliato contro Bertone . Al personale vaticano ricorda l'avvertimento di Don Bosco indirizzata a re Vittorio Emanuele II per impedire la nazionalizzazione delle proprietà degli ordini religiosi.

La legge passò lo stesso nel 1855. Ma i clericali intransigenti si bearono della profezia di Don Bosco perché a Vittorio Emanuele II morirono in rapida successione la madre, la moglie, il fratello e l'ultimogenito. Quanto alla moglie, è noto il robusto appetito del primo re d'Italia nel consolarsi.

"Gran funerali a corte", dunque, è il pensierino indirizzato al Segretario di Stato. La lettera è stata passata come di prammatica alla gendarmeria vaticana, ma nessuno teme un attentato. Ai piani alti del palazzo apostolico si è già scoperto l'autore. "Un anziano monsignore campano", sussurrano, con il fegato avvelenato per una mancata nomina. D'altronde il tiro al bersaglio anonimo contro i Segretari di Stato è un classico. Ci sono passati tutti. Da Casaroli a Sodano per rimanere agli ultimi trent'anni. Bertone non poteva costituire un'eccezione.

Piuttosto è interessante capire perché la lettera maledicente sia alla fine approdata sulle pagine del settimanale Panorama. Assieme a tanti altri piccoli segni appare il riflesso di un incancrenirsi dell'atmosfera in Curia. Priva di una strategia geopolitica religiosa di ampio respiro, la macchina curiale sembra ripiegata su se stessa, condannata a piccoli rancori e gelosie, in preda a divisioni di clan che si ostacolano a vicenda.

Bertone, come Segretario di Stato, non è mai stato amato dai quadri curiali. Gli si rimprovera di non avere esperienza nella diplomazia. Di piazzare troppi salesiani in posti di rilievo. Di non aver saputo intervenire in tempo su Benedetto XVI per evitare le varie crisi che hanno scosso il pontificato.

È noto che il Papa lo ha scelto come Segretario di Stato perché era il suo strettissimo collaboratore al Sant'Uffizio e non per altre tappe del suo curriculum. Già nel 2010 i dossier di Wikileaks segnalavano che "non poche voci in Vaticano" chiedevano le dimissioni di Bertone, ma papa Ratzinger per due volte con lettere pubblicate dall'Osservatore Romano gli ha confermato la sua piena fiducia. Resterà Segretario di Stato per tutto il pontificato.

 

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