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VAFFANBANCA! VOLANO STRACCI NELLA MAGGIORANZA PER LA TASSA SUGLI ISTITUTI DI CREDITO – SALVINI CONTINUA A MINACCIARE RITORSIONI SULLE BANCHE: “OGNI LAMENTELA È UN MILIARDO IN PIÙ CHE GLI CHIEDIAMO”. E FRATELLI D’ITALIA REPLICA: “SE VUOLE UN CONTRIBUTO PIÙ ALTO, NE PARLI CON IL MINISTRO LEGHISTA GIORGETTI” – IL SEGRETARIO DEL CARROCCIO STREPITA PER AGGIUNGERE PROVVEDIMENTI ALLA MANOVRA: VUOLE DARE PIÙ RISORSE ALLE FORZE DELL’ORDINE, AMMORBIDIRE I TAGLI AL MINISTERO DEI TRASPORTI E ALLARGARE LA PLATEA DELLA ROTTAMAZIONE. MA È SOLO PROPAGANDA: LE RISORSE NON CI SONO…

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Traduzione dell’articolo di Federico Capurso per “La Stampa”

 

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI A GENOVA

Quasi tutti i giorni, se può, Matteo Salvini alza la voce e minaccia le banche: «Ogni lamentela in più dagli istituti di credito, è un miliardo in più che gli chiediamo». Per la verità, anche se non si "lamenteranno", lui un miliardo in più glielo chiederà comunque. Ha già dato mandato ai suoi parlamentari di preparare gli emendamenti: «Un contributo da 4 miliardi non basta, si può arrivare a 5».

 

Il martellamento quotidiano, però, rischia di creare frizioni pericolose con le banche, che finora hanno avuto invece un approccio dialogante con il governo. Per questo, gli uomini di Fratelli d'Italia, spalla a spalla con i forzisti, iniziano a frenare l'alleato leghista: «Se vuole un contributo più alto dagli istituti bancari, ne parli con Giorgetti».

 

matteo salvini giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse

A inviare il messaggio sono i due responsabili economici di FdI e FI, Marco Osnato e Maurizio Casasco. Entrambi ricordano a Salvini che il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti è della Lega, ed è lui «il garante dell'accordo firmato tra il governo e le banche», sottolinea Casasco.

 

Insomma, se pretende di più, il segretario del Carroccio può risolvere la questione in casa. Giorgetti lo incontrerà mercoledì, quando la legge di Bilancio approderà in Senato. E ha quasi finito la lista delle cose che - gli dirà - si possono migliorare.

 

Vuole che si faccia marcia indietro sull'aumento della tassa sugli affitti brevi e desidera dare più risorse al comparto delle forze dell'ordine, ma anche ammorbidire i tagli che hanno falcidiato tanti suoi progetti al ministero dei Trasporti e, possibilmente, allargare la platea di chi può accedere alla rottamazione […].

 

MAURIZIO CASASCO

Il problema è che intorno all'osso della manovra c'è ben poca carne da rosicchiare; le risorse vanno trovate da qualche altra parte, anche quando una modifica costa tutto sommato poco.

 

Ad esempio, per eliminare l'aumento della tassa sugli affitti brevi, dal 21% al 26%, servono solo 100 milioni di euro. Fratelli d'Italia, che avrebbe partorito la norma e che finora l'aveva difesa, ieri ha iniziato a mandare i primi segnali di apertura: «Si può rivedere», lasciano trapelare fonti di via della Scrofa, «non si stravolgerebbe l'impianto della manovra».

 

antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse

E su questo fronte Tajani e Salvini sono pronti a premere. Il vicepremier è «contro l'aumento delle tasse in generale sulla casa - diceva anche ieri durante una tappa elettorale a Napoli -, soprattutto se uno ha uno o due appartamenti.

 

Se uno ne ha 50, può pagare qualcosa in più. Ma molti affittano il bilocale che hanno ereditato da genitori e nonni per integrare il loro stipendio, quindi tassare chi ha una o due proprietà non è una cosa utile né intelligente».

 

Forza Italia, ancora di più, ne fa una battaglia di principio, di dna: «Figurarsi se il partito fondato da Silvio Berlusconi può permettersi di aumentare le tasse sulla casa. Per noi la casa è sacra», spiegano gli azzurri.

 

giorgia meloni antonio tajani foto lapresse

[…] Ma la postilla a ogni apertura di FdI è sempre la stessa: «Ci dicano dove trovare le coperture». Forza Italia ne discuterà nei prossimi giorni. Per gli emendamenti - dicono - c'è tempo. La ricetta della Lega per trovare 100 milioni di euro, invece, è piuttosto chiara: aumentare il contributo delle banche. Ma far ingoiare questa soluzione a Giorgetti potrebbe essere più difficile che agli alleati. —

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