1- UNA VALANGA DI SOLDI PUBBLICI PER I FILM TRATTI DAI “GRANDI” LIBRI DI WALTERLOO 2- LA COMMISSIONE MIBAC FA IL REGALO DI NATALE A “LA SCOPERTA DELL’ALBA” DI WALTER-EGO DELLA REGISTA NANNIMORETTIANA SUSANNA NICCHIARELLI: 550MILA EURO… 3- NON È LA PRIMA VOLTA: NEL 2005 REGALATI 1.945.000 EURO PER “PIANO SOLO”, DAL VELTRONIANO “IL DISCO DEL MONDO”. NELLE SALE IL FILM HA INCASSATO SOLO 667MILA EURO 4- PRIMA ANCORA 300MILA EURO PUBBLICI ERANO STATI REGALATI AL DOCUMENTARIO “FORSE DIO È MALATO”, DALL’OMONIMO SAGGIO DEL BRAVO, MITOLOGICO, UNICO WALTER 5- INTANTO MATTEO GARRONE (‘’GOMORRA’’) E DANIELE VICARI (DUE DAVID) RIMANGONO ALL’ASCIUTTO 6- DOMANDINA: QUANTI DI QUESTI FONDI PUBBLICI DEL MIBAC FINISCONO ALL’EX MINISTRO MIBAC VELTRONI COME DIRITTI D’AUTORE DEI LIBRI DA CUI VENGONO TRATTI I FILM?

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Francesco Borgonovo e Martino Cervo per "Libero"

Pensate come siamo fortunati: seppur in tempi di crisi e di dolorosa sobrietà, riusciamo a trovare il denaro necessario per finanziare le opere d'arte. E che opere: veri capolavori, invidiati in tutto il mondo. Per esempio il film tratto dal romanzo di Walter Veltroni, fondamentale prodotto dell'ingegno umano. Giovedì 22 dicembre si è riunita la Commissione per la cinematografia del ministero dei Beni culturali, la quale ha riconosciuto a nove film il prestigioso status di «interesse culturale».

Una formula che, tradotta, significa soldi. Pubblici, se non fosse chiaro. Scorrendo il comunicato stampa ministeriale si scopre che tra le pellicole ritenute imprescindibili, tanto importanti da meritare l'obolo statale, c'è anche La scoperta dell'alba, perla regia di Susanna Nicchiarelli, a cui sono stati attribuiti la bellezza di 550mila euro.

Del resto non si poteva fare altrimenti, stiamo parlando di un gioiello del nostro patrimonio culturale. Il film della Nicchiarelli, infatti, è tratto dall'omonimo libro di Veltroni, la sua prima opera narrativa di lungo respiro (in precedenza aveva vergato Senza Patricio, collezione di storielle stampata in carattere per ipovedenti onde occupare il maggior numero di pagine possibile).

Un opus magnum accolto all'uscita, nel 2006, dal plauso incondizionato dell'intellighenzia di sinistra (non a caso a quei tempi Walter era segretario del Partito democratico). Concita De Gregorio, su Repubblica, si strappò i capelli per la gioia, spiegando che il torno veltroniano era un trionfo letterario, «un giallo, un noir, un thriller psicologico, un romanzo sugli anni di piombo, un racconto metafisico e forse onirico, una confessione autobiografica» tutto insieme.

IL PLAUSO DEGLI AUTORI
Il giallista Giancarlo De Cataldo, estasiato, sostenne che lo stile di Veltroni era paragonabile a Borges e che La scoperta dell'alba aveva una «fulminante conclusione». Sandro Veronesi avvicinò Walter al britannico Ian McEwan; Andrea Camilleri lo definì un narratore di «straordinaria qualità»; Dacia Maraini trovò affinità con Pirandello, Conrad e il regista Tarkovskij.

Insomma, tutti erano d'accordo sul fatto che si trattasse di un vero colpo di genio, un classico delle patrie lettere. Come si poteva, quindi, non trasformarlo in film? Significativa, poi, la scelta della Nicchiarelli dietro la macchina da presa Costei è un'allieva di Nanni Moretti, dunque di provata fede progressista Ed è anche abituata al sostegno statale. Il suo lungometraggio Cosmonauta, presentato un paio di anni fa alla Mostra del cinema di Venezia, ottenne 725mila euro di finanziamento.

Meritati, ovviamente: la pellicola raccontava la vita di una comunista impegnata nel Pci. Vuoi non sganciarle nemmeno una lira? Aggiungiamo poi che la casa produttrice di La scoperta dell'alba è - in collaborazione con Rai Cinema - la Fandango di Domenico Procacci, nota perla sua militanza (ha sfornato, negli ultimi tempi, un documentario sul G8 di Genova intitolato Black Bloc, ferocemente schierato contro la polizia).

Grazie a Repubblica, sempre attenta all'esigenze del prode Walter, apprendiamo poi che il capolavoro gentilmente foraggiato dagli italiani si avvale di un cast strabiliante. Cioè gli attori che si trovano in qualunque film de sinistra che si rispetti: Margherita Buy, Sergio Rubini, il fumettista di gran moda Gipi...

Anche la trama pare all'altezza delle aspettative, ricca di problematiche sociali. Così recita il sito di Rai Cinema: «Barbara, quarantenne precaria all'Università, e sua sorella minore Caterina, manager di uno scalcagnato gruppo musicale, si portano dietro nelle loro vite sgangherate il peso della sparizione del padre professore universitario, avvenuta nel 1981 presumibilmente per mano delle Br...».

Ah, la presenza della precaria quarantenne e dell'artista alternativa ci tranquillizza, ora sappiamo che il denaro è ben speso, poiché destinato a sacrosante battaglie di civiltà. Il film sarà ulteriormente impreziosito da una colonna sonora d'eccezione, realizzata dalla band torinese Subsonica, la quale ha sfornato un singolo direttamente ispirato al libro veltronesco.

In sostanza, a fianco dell'ex segretario del Pd è scesa in campo l'élite culturale progressista, pertanto il denaro dei contribuenti non si poteva non versare. Le famiglie che patiscono la stangata montiana saranno ben felici di sacrificarsi ulteriormente conoscendo il modo in cui viene speso il loro denaro.

ANTICA PASSIONE
Per Veltroni, dopo tutto, il cinema è un'antica passione, coltivata fin dall'infanzia. E vari registi, negli anni passati, hanno pensato bene di assecondarla realizzando pellicole tratte delle sue pregiatissime opere letterarie. Nella relazione sull'utilizzazione del Fondo unico per lo spettacolo del 2005 leggiamo che Piano, solo di Riccardo Milani - tratto da Il disco del mondo. Vita breve di Luca Flores, musicista (libro veltroniano pubblicato da Rizzoli nel 2003) - ha ottenuto 1.945.000 euro di finanziamenti statali. Una marea di soldi.

Peccato che nel primo weekend di programmazione nelle sale abbia incassato appena 202mila euro e dopo tre anni, nel 2008, aveva raggiunto la ragguardevole quota di 667mila euro. Nel medesimo documento del ministero si trova traccia di un altro finanziamento: 300mila euro a beneficio del documentario Forse Dio è malato, diretto da Franco Taviani e basato sull'omonimo saggio del bravo Walter.

Facendo due conti, se ne deduce che i film tratti dai libri del politico democratico sono costati alle casse pubbliche 2 milioni e 795mila euro. Ecco perché Veltroni è sceso più volte in piazza per manifestare contro i tagli al Fondo unico per lo spettacolo: il suo era interesse culturale.

 

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